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La lettera con cui Garibaldi ammette di non aver unito l’Italia è un falso storico

La lettera con cui Garibaldi ammette di non aver unito l’Italia è un falso storico

12 luglio 2024
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Il 12 luglio 2024 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato su Facebook lo scorso 6 luglio. Il post racconta di una presunta «lettera scritta da Giuseppe Garibaldi, o per meglio dire Joseph Marie Garibaldi», che «2 giorni prima di morire inviò al professor carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi». Nella presunta missiva, Garibaldi spiegherebbe di sentirsi un cittadino francese, di non considerare l’Italia come la sua patria e di non averla mai unita, ma addirittura divisa.

Si tratta di una notizia infondata. 

Non esiste alcun riscontro storico di una presunta lettera inviata da Giuseppe Garibaldi (vissuto tra il 1807 e 1882), protagonista del Risorgimento, allo scrittore Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini (nato nel 1826 e morto nel 1890).

La lettera, dal titolo “Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì”, infatti è il frutto dell’invenzione di un romanziere chiamato Francesco Luca (Zagor) Borghesi, che si descrive come «scrittore prevalentemente comico». La lettera è stata creduta un documento storico e autentico da molti utenti della Rete.

In passato, l’Associazione nazionale Garibaldi, il cui presidente è Francesco Garibaldi Hibbert, discendente del condottiero italiano, aveva commentato la lettera, spiegando che «il libro è frutto della sua pura talentosa fantasia coll’intento di divertire il lettore rendendo una interpretazione assurda della realtà dei fatti storici di grande rilievo per l’unificazione e l’Identità Italiana».

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