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No, in Inghilterra i vaccini non hanno aumentato la mortalità adolescenziale

No, in Inghilterra i vaccini non hanno aumentato la mortalità adolescenziale

23 febbraio 2022
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Il 18 febbraio 2022 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si sostiene che secondo i dati dell’Office for national statistics (Ons) – l’agenzia governativa britannica di statistica – raccolti tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2021, gli adolescenti vaccinati tra i 15 e i 19 anni in Inghilterra «hanno avuto statisticamente 3 volte più probabilità di morire rispetto agli adolescenti non vaccinati, registrando un tasso di mortalità di 32,85 per 100 mila persone». All’interno del post viene linkato anche un articolo del blog The daily exposé, pubblicato il 1° febbraio 2022, riportante la presunta notizia.  

Si tratta di un contenuto che veicola una serie di notizie false e fuorvianti. Andiamo con ordine.

Cominciamo con il precisare che la notizia secondo cui ci sarebbero stati decessi tra i minori causati dalla vaccinazione – come sembra alludere il post Facebook che stiamo analizzando – è falsa. Il 3 febbraio 2022 un comunicato dell’Ons ha chiarito che nel Regno Unito dall’inizio della campagna vaccinale (dicembre 2020, non sono stati registrati decessi di persone con età inferiore ai 35 anni legati alla vaccinazione anti-Covid. 

Chiarito questo punto, passiamo all’analisi dei dati dell’Ons riportati nel contenuto oggetto di verifica. 

I dati possono essere consultati qui (cliccare su “Deaths occurring between 1 January and 31 October 2021 edition of this dataset”, scaricare il file Excel e visionare la tabella 9). Stando ai numeri, emerge che in Inghilterra nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, nel lasso di tempo che va dal 1° gennaio 2021 al 31 ottobre 2021, su 174.667 persone vaccinate con una dose da almeno 21 giorni, ci sono stati 32 decessi (non collegati alla Covid-19); su 88.706 persone vaccinate da meno di 21 giorni, sono stati registrati 5 decessi (non collegati alla Covid-19); su 127.842 persone vaccinate con due dosi da almeno 21 giorni sono stati registrati 42 decessi (uno collegato alla Covid-19); su 43.091 persone vaccinate con due dosi da meno di 21 giorni, sono stati registrati non sono stati registrati decessi. Infine, su 1.587.072 persone non vaccinate sono stati registrati 160 decessi (18 di questi collegati alla Covid-19). Per i diversi dati non viene precisata la causa dei decessi, ma solo indicato un legame con Covid-19 (o l’assenza di esso).

Partendo da questi dati, il Daily exposé – sito classificato da NewsGuard come «generalmente inaffidabile» – ha calcolato il tasso di mortalità standardizzato (un calcolo che permette di confrontare campioni uniformi) su 100 mila abitanti per gli adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni in Inghilterra in base allo stato di vaccinazione. In questo modo, il sito ha calcolato che il tasso di mortalità per i ragazzi e le ragazze che hanno ricevuto una sola dose è di 18,32 decessi ogni 100 mila persone, per quelli che hanno ricevuto due dosi il tasso di mortalità risulta essere di quasi 33 decessi ogni 100 mila abitanti, mentre per i non vaccinati è di 10,08 decessi ogni 100 mila persone.

Questi calcoli risultano però fuorvianti. Come ha spiegato il portavoce dell’Ons Glenn Garrett ai colleghi fact-checker di PolitiFact, l’Ons non ha calcolato i tassi di mortalità standardizzati per i ragazzi vaccinati e quelli non vaccinati in Inghilterra, come invece ha fatto per le persone con età pari e superiore a 18 anni (come si vedere qui, andando su “Deaths occurring between 1 January and 31 October 2021 edition of this dataset”, scaricare il file Excel e poi vedere la tabella 5). Non è stato fatto per  una serie di fattori che avrebbero reso un simile calcolo non significativo: le disparità nelle dimensioni dei campioni dei minori vaccinati e di quelli non vaccinati (quello dei non vaccinati, come abbiamo visto, è più di tre volte più grande di quello dei vaccinati) e il fatto che, per la maggior parte del 2021, in Inghilterra il vaccino anti-Covid era disponibile solo per i minori dai 12 ai 17 anni che presentavano condizioni di salute fragili, come gli immunodepressi, che li rendevano più esposti a forme gravi di malattia se positivi al nuovo coronavirus.  

In Inghilterra il vaccino anti-Covid è diventato poi disponibile per tutti i minori (cioè sia fragili che sani) dai 16 ai 17 anni a partire da agosto 2021, mentre per i giovani dai 12 ai 15 anni da settembre 2021.

«I bambini e i giovani clinicamente vulnerabili hanno tassi di mortalità più elevati rispetto a quelli sani» e questo spiega «perché gli adolescenti vaccinati» nel lasso di tempo considerato, cioè coloro che presentavano comorbidità (cioè soffrivano di diverse patologie), «hanno registrato un tasso di mortalità più alto rispetto a quelli non vaccinati» che erano sani, ha concluso il portavoce dell’Ons, contattato da Reuters

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