Il 19 dicembre 2023 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un’immagine pubblicata lo stesso giorno su Facebook che mostra un paesaggio con il mare sullo sfondo in cui sono presenti edifici semidistrutti affiancati da cinque progetti in 3D di nuove abitazioni. Nella foto è presente anche una scritta in ebraico che recita: «una casa sulla spiaggia non è un sogno!».
Secondo chi ha condiviso il post, si tratterebbe di una locandina dell’«agenzia immobiliare israeliana Harry Zahav Company» che avrebbe annunciato «la costruzione di “strutture di lusso” sul suolo palestinese della Striscia di Gaza dopo la guerra».
Si tratta di una notizia vera.
L’immagine è stata pubblicata originariamente il 13 dicembre 2023 sui propri account social da Harey Zahav, azienda israeliana che opera nel mercato immobiliare, e, in base a quanto si legge sotto l’immagine, è un disegno di progettazione edile. «Noi di Harey Zahav stiamo lavorando per preparare il terreno per il ritorno a Gush Katif. I nostri dipendenti hanno iniziato i lavori per per riabilitare l’area, rimuovere i rifiuti e sfrattare gli invasori», riporta la scritta. «Ci auguriamo che nel prossimo futuro tutti gli ostaggi vengano restituiti sani e salvi alle loro famiglie, che i nostri soldati tornino a casa e che si possa iniziare la costruzione nella Striscia di Gaza, in tutta Gush Katif».
Gush Katif era un blocco di 17 insediamenti ebraici nell’area costiera della Striscia di Gaza, vicino al confine con l’Egitto, smantellato nel 2005 in base alla volontà del primo ministro israeliano di allora, Ariel Sharon. Dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, una parte dell’opinione pubblica israeliana (soprattutto di destra) ritiene che il reinsediamento nella striscia di Gaza sia una giusta risposta alle violenze del gruppo palestinese.
Sempre sui propri account social, in queste ultime settimane, l’azienda Harey Zahav ha pubblicato un’immagine di 9 progetti di costruzione edile sulla Striscia di Gaza, commentando che alcuni dei lotti «sono in vendita», nonchè la foto di alcuni soldati in uniforme con in mano la bandiera con il logo dell’azienda, e un’altra foto che ritrae tre soldati con una bandiera di Israele, su cui si legge il testo in ebraico: «Si sta costruendo un altro mattone. Ricorderemo e torneremo».
Sul sito web dell’agenzia compaiono progetti immobiliari di edifici già completati e in vendita nei territori occupati da Israele in Cisgiordania. Secondo il diritto internazionale tutte le colonie oltre la linea dell’armistizio del 1967, che separa Israele dalla Cisgiordania, sono illegali.
Come ricostruito dal quotidiano norvegese Verdens Gang, il proprietario dell’azienda Zeev Epshtein ha dichiarato (dal minuto 30:26) il 17 dicembre al canale televisivo israeliano Channel 13 che il progetto edile nella Striscia di Gaza era uno scherzo. Epshtein ha precisato che la sua è una società privata, che dunque non può prendere decisioni su questioni simili, aggiungendo però che l’azienda si candiderà per vincere la gara d’appalto per costruzioni di nuovi insediamenti nel caso in cui lo Stato di Israele deciderà di rioccupare la Striscia di Gaza. Contattato dal quotidiano israeliano Haaretz, Zeev Epshtein ha ribadito che si trattava di un contenuto umoristico.