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Non è vero che in Svizzera «non c’è stato un solo minuto di lockdown»

Non è vero che in Svizzera «non c’è stato un solo minuto di lockdown»

12 aprile 2024
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Il 10 aprile 2024 è stata pubblicata su Facebook un’immagine contenente un testo in cui si legge: «Quando vi dicono che hanno seguito le indicazioni dell’OMS, ricordategli che il quartier generale dell’OMS ha sede a Ginevra e che in Svizzera non c’è stato neanche un solo minuto di lockdown». Lo stesso contenuto è stato diffuso anche su Threads. 

Si tratta di una notizia falsa.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), agenzia delle Nazioni Unite che si occupa delle questioni sanitarie, ha la sede principale a Ginevra, in Svizzera. È falso tuttavia affermare che in Svizzera non sono mai stati decisi blocchi, chiusure e misure di restrizioni alla libera circolazione delle persone (riassunte con il termine inglese «lockdown») per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus Sars-CoV-2. 

Il primo caso di coronavirus in Svizzera è stato registrato a febbraio 2020 in Ticino. Da quel momento il numero di contagi nel Paese era cresciuto con regolarità e per questo motivo il governo aveva avviato una serie di blocchi. A marzo 2020 aveva stabilito la chiusura delle scuole, di tutti i negozi (tranne quelli alimentari e le strutture sanitarie), dei ristoranti, dei bar e di tutte le strutture ricreative e per il tempo libero. Inoltre, erano stati introdotti controlli anche alle frontiere con i Paesi dove la situazione sanitaria era più grave e vietati gli assembramenti di oltre 5 persone. Era stato anche raccomandato alle persone di uscire soltanto per recarsi al lavoro, dal medico o in farmacia, a fare la spesa oppure per aiutare qualcuno. Inoltre, erano state approvate anche le cosiddette “finestre di crisi”, cioè la possibilità, in casi eccezionali, per i cantoni di richiedere l’adozione di misure più severe per un periodo di tempo limitato per contrastare la diffusione del Sars-CoV-2. Erano stati impiegati anche 8 mila militari dell’esercito per l’assistenza sanitaria, la logistica e la sicurezza. Le prime graduali riaperture nel Paese erano iniziate poi dalla fine di aprile 2020.

Precisiamo infine che l’OMS a fine dicembre 2020 aveva confermato che i lockdown, decisi dai vari Paesi nel mondo, potevano rallentare la trasmissione della Covid‑19, limitando il contatto tra le persone, ma che queste misure potevano avere anche «un profondo impatto negativo» sugli individui (in particolare quelli più svantaggiati, comprese le persone in povertà), sulle comunità e sulle società, portando quasi al blocco della vita sociale ed economica». Per questo motivo l’OMS aveva riconosciuto che in alcuni momenti alcuni Paesi non avevano avuto altra scelta se non quella di emanare ordini di confinamento e altre misure, per guadagnare tempo. L’agenzia delle Nazioni Unite continuava specificando che i governi dovevano «sfruttare al massimo il tempo extra concesso dalle misure di “blocco” facendo tutto il possibile per sviluppare le proprie capacità di individuare, isolare, testare e curare tutti i casi».

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