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Cosa c’è di vero e cosa no nella storia di Edoardo, il tifoso della Roma «malato terminale»

Edoardo è veramente un tifoso della Roma con una malattia cronica, ma ha ingigantito il suo racconto aggiungendo dettagli che non sono reali

19 aprile 2024
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di Francesca Capoccia

Negli scorsi giorni la storia di “Edoardo”, un tifoso di calcio della Roma con una «malattia terminale», è circolata parecchio in Rete. Sabato 13 aprile, durante una telefonata a Te la do io Tokyo (minuto 01:20:33 della puntata), programma radiofonico di TeleRadioStereo, un tifoso identificatosi con il nome di Edoardo ha chiesto alla squadra della capitale un ultimo regalo: arrivare a disputare e vincere la finale di Europa League, che si giocherà il 22 maggio a Dubino. 

Alla radio romana Edoardo ha spiegato di avere «una malattia terminale» – che non lo fa morire, precisa subito dopo, ma gli fa vivere una qualità della vita bassa – e di aver prenotato un appuntamento in una clinica privata in Svizzera proprio per il 22 maggio. Il riferimento, sottointeso, è al suicidio assitito, procedura legale nel Paese svizzero.

La notizia è arrivata anche all’allenatore giallorosso Daniele De Rossi. Durante la conferenza stampa alla vigilia della gara di Europa League del 18 aprile contro il Milan, l’allenatore romano aveva infatti invitato il ragazzo a entrare in contatto con la società, promettendo di mettere tutto l’impegno per quel tifoso, pur non potendo garantire la vittoria europea. 

La storia di Edoardo, però, non è del tutto vera. E sui social c’è persino chi ha ipotizzato che si trattasse di uno scherzo di un tifoso della Lazio, storica squadra rivale della Roma.

Come stanno davvero le cose
Come rivelato dall’agenzia di stampa Adnkronos, Edoardo esiste realmente ed è un «tifoso romanista sfegatato, ma non un malato terminale che ha in programma di «andare in Svizzera per il suicidio assistito». Lo stesso Edoardo, individuato e contattato da Adnkronos, ha confermato di non avere una «malattia terminale» ma una patologia «cronica e incurabile» con cui convive da anni, e di aver «iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia». L’uomo non ha comunque prenotato alcun appuntamento in una clinica svizzera. 

Il 18 aprile la redazione di TeleRadioStereo ha spiegato di essere stata contattata nuovamente da Edoardo, che ha voluto fornire ulteriori particolari sulla sua patologia, nonché il nome dell’associazione che lo segue fin dalla comparsa dei primi sintomi della malattia, Le Ali di Camilla, e della sua presidente Stefania Bettinelli. Proprio Bettinelli ha dichiarato alla radio romana che «Edoardo esiste e sta davvero male. È un nostro associato e il suo dolore è vero». La donna ha spiegato che Edoardo «ha detto quello che pensava in un momento di enorme sconforto che purtroppo coinvolge emotivamente pazienti affetti da una malattia rara e dura come la sua» e ha concluso chiedendo «rispetto» e «di non strumentalizzare il suo sfogo, trattandolo come merita».

L’errore di Edoardo dunque è stato quello di ingigantire il suo racconto, aggiungendo dettagli che non sono reali. «Quella telefonata alla radio, che mai avrei pensato avrebbe suscitato tanto scalpore, l’ho fatta perché mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma, come pure oggi», ha commentato Edoardo sempre ad Adnkronos. «Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta».

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