Il 18 ottobre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un articolo pubblicato il 14 ottobre 2022 sul sito web Oggi Notizie e intitolato “Stanno somministrando alle mucche il vaccino mRNA Che passerà il vaccino nel latte, nel formaggio, ecc”.
Il testo è la traduzione di un articolo diffuso originariamente dal blog Before It’s News il 2 ottobre 2022 e riporta la notizia secondo cui nel Nuovo Galles del Sud, Stato dell’Australia, il governo avrebbe costretto gli allevatori a vaccinare il bestiame con un vaccino a mRna. Nel testo si legge che questo vaccino avrebbe provocato la morte istantanea di diversi capi di bestiame e un’alterazione del Dna di quelli rimasti vivi. Questa modifica del Dna si trasmetterebbe anche ai prodotti derivati dagli animali vaccinati, quali latticini e carne e di conseguenza alle persone che li consumano.
Si tratta di una serie di notizie false. Andiamo con ordine.
Innanzitutto è necessario precisare che questa notizia è stata diffusa dopo che il 28 settembre 2022 il governo del Nuovo Galles del Sud aveva annunciato di aver stretto un accordo con l’azienda statunitense Tiba Biotech per accelerare lo sviluppo dei vaccini a mRna per due malattie virali del bestiame: l’afta epizootica e la dermatite nodulare contagiosa.
Secondo quanto riportato nel comunicato stampa, il governo ha chiesto di far sviluppare i vaccini entro il 1° agosto 2023; questo significa che non è ancora stato prodotto e quindi somministrato ad alcun capo di bestiame. Inoltre, alla data in cui scriviamo, in Australia non esiste alcun vaccino a mRna per gli animali approvato e disponibile sul mercato.
In aggiunta, un rappresentante del governo del Nuovo Galles del Sud l’11 ottobre ha dichiarato ai colleghi di Afp che le autorità dello Stato non hanno «imposto l’uso di un vaccino nel bestiame – la nostra sfida è svilupparne uno».
In secondo luogo, è importante precisare anche che, come avevamo già spiegato su Facta in diverse occasioni (qui, qui e qui) i vaccini che utilizzano la tecnologia dell’mRna e che oggi sono impiegati contro la Covid-19, non alterano il Dna. Questi vaccini immettono nell’organismo le istruzioni per costruire una proteina del virus che il nostro sistema immunitario imparerà poi a riconoscere e in questo processo l’informazione genetica dell’mRna viene utilizzata per codificare le proteine virali che ci immunizzano, ma non va mai a toccare il Dna.
Come ha spiegato sempre ai colleghi dell’Afp Pall Thordarson, direttore dell’Istituto Rna dell’Università del Nuovo Galles del Sud, «il nostro Dna è molto simile a quello di altri mammiferi (bovini, suini, ecc.) e di tutti gli animali (compresi pesci e polli)», questo significa che la tecnologia dell’mRna funziona negli animali in modo simile a quello negli esseri umani e non ne modifica il Dna.
Infine, contrariamente a quanto affermato nell’articolo oggetto della nostra analisi pubblicato su Oggi Notizie, non sarebbe in ogni caso possibile che gli animali trasmettessero il vaccino attraverso la carne e i prodotti derivati come i latticini.
Come ha spiegato ai colleghi di FactCheck.org John Wherry, direttore dell’Istituto di Immunologia dell’Università della Pennsylvania presso la Perelman School of Medicine, una volta che l’mRna è entrato in una cellula, questo non si diffonde nelle altre cellule, ma trasmette le istruzioni per la produzione di anticorpi contro il virus e viene «rapidamente scomposto e lascia l’organismo».
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