Di Leonardo Bianchi
L’uragano Milton, che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha descritto come «uno degli uragani più distruttivi degli ultimi cento anni», è arrivato nella notte tra il 9 e il 10 ottobre sulla costa centro-occidentale della Florida, causando ingenti danni.
Inizialmente l’uragano era stato classificato di categoria 5, la più alta sulla scala Saffir-Simpson, per poi venire riclassificato di categoria 2. Le autorità hanno comunque ordinato l’evacuazione di circa sei milioni di persone.
Alla fine di settembre, il sud-est degli Stati Uniti era stato colpito dalla tempesta Helene che aveva provocato oltre duecento morti – la metà dei quali nello stato del North Carolina, che ha subito le maggiori devastazioni.
Come hanno spiegato vari esperti e climatologi, il riscaldamento dell’atmosfera e degli oceani sta rendendo più potenti uragani come Helene e Milton. E anche l’aumento del livello degli oceani, attribuibile al cambiamento climatico di origine antropica, sta rendendo i loro impatti più distruttivi e incontrollabili.
Nonostante l’evidenza, in questi giorni su diverse piattaforme social sono comparse spiegazioni alternative – e del tutto infondate – sull’origine di Milton.
Secondo un articolo della BBC, «i post che accusano – senza alcuna prova – il governo degli Stati Uniti di poter controllare il clima sono stati visti milioni di volte». La maggior parte di questi contenuti, proseguono i giornalisti Mark Poynting e Marco Silva, «sono stati pubblicati da profili noti per diffondere teorie del complotto e misinformazione sul Covid-19 o i vaccini».
In particolare, l’uragano sarebbe il frutto di un’operazione di «geoingegneria climatica» realizzata attraverso le famigerate scie chimiche, oppure con tecnologie come il cloud seeding (“inseminazione delle nuvole”) e Haarp – entrambe da tempo al centro di svariate teorie del complotto.
Con cloud seeding, come avevamo spiegato in questo articolo, si intende una tecnica di modificazione del clima che ha l’obiettivo di controllare la produzione di precipitazioni attraverso la dispersione nelle nubi di sostanze chimiche.
Tuttavia, il parere della comunità scientifica sull’efficacia del cloud seeding non è unanime. Secondo Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Bologna, esperto di fisica delle nubi e delle precipitazioni, «l’efficienza di questo sistema è piuttosto bassa». Di sicuro non è in grado di causare alluvioni né tanto meno uragani di una tale portata.
Haarp invece è l’acronimo di High Frequency Active Auroral Research Program: si tratta di un’installazione scientifica costruita in Alaska nel 1993 con lo scopo di studiare le proprietà e il comportamento della ionosfera (una parte dell’atmosfera che si trova a un’altezza che va dagli 80 ai circa 650 chilometri sopra la superficie terrestre) per capire come questa possa influenzare i sistemi di comunicazione e navigazione militari e civili.
Dal 2015 la stazione non è più gestita dall’esercito statunitense, ma è stata formalmente trasferita all’Università dell’Alaska (Uaf) a Fairbanks. Questo non ha però placato le fantasie complottiste, che circolano imperterrite da più di dieci anni sebbene Haarp non abbia alcun ruolo nel cambiamento climatico e non possa generare eventi climatici estremi.
Un altro filone disinformativo sostiene invece che l’uragano Milton sia stato causato da raggi laser spaziali e armi ad energia diretta (Directed energy weapons, Dew): ne hanno parlato diversi utenti con la spunta blu a pagamento su X e soprattutto la deputata repubblicana e ultratrumpiana Marjorie Taylor Greene.
In una serie di post ha infatti suggerito che Helene abbia colpito deliberatamente aree popolate in prevalenza da elettori repubblicani, per poi scrivere che «loro controllano il clima […]. Chiunque dice che non lo fanno, o ci scherza sopra, vi sta mentendo». Il 6 ottobre del 2024 ha poi pubblicato la clip di un servizio televisivo dell’emittente statunitense CBS risalente al 2013, in cui il professore di fisica Michio Kaku discuteva di alcune ricerche sperimentali di laboratorio volte a modificare il clima attraverso i laser.
Sebbene quelle ricerche non si siano mai concretizzate, per Greene quel segmento sarebbe la prova definitiva dell’esistenza di indicibili manipolazioni climatiche. Tant’è che l’ha ripostato di nuovo il 10 ottobre, implicando che l’intera crisi climatica sia stata artificialmente creata da «loro» – ossia Joe Biden, Kamala Harris e il Partito Democratico.
Sebbene possa sembrare a prima vista assurda, la teoria dei raggi laser è relativamente recente e in forte ascesa.
Negli ultimi anni è stata citata per spiegare gli incendi in California del 2018 (la stessa Greene l’aveva fatto con un post complottista su Facebook); quelli nell’isola di Maui dell’estate del 2023 e il terremoto in Marocco del settembre dello stesso anno.
Così come con il cloud seeding e Haarp, anche in questo caso c’è un nucleo di verità. Armi del genere esistono realmente e utilizzano energia elettromagnetica sparata alla velocità della luce. Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti spende un miliardo di dollari all’anno per questa tecnologia, ma la loro applicazione sul campo è ancora in una fase estremamente sperimentale. Allo stato attuale, comunque, non sono assolutamente in grado di provocare uragani o terremoti.
L’obiettivo della teoria dei raggi laser – così come di altre teorie correlate – è quello di contestare la scienza del clima, minimizzare la crisi climatica e spostare l’attenzione su falsi capri espiatori. Tra questi spicca la famiglia Rothschild, che è spesso accusata di manipolare il clima poiché un loro membro controlla Weather Central, un’azienda che fornisce dati meteorologici ai media.La proliferazione di queste teorie dimostra anche che il focus del mondo complottista si è ormai spostato dalla pandemia di Covid-19 alla crisi climatica. Del resto, l’ha indirettamente confermato la stessa Greene con un post su X, affermando senza mezzi termini che «il cambiamento climatico è il nuovo Covid».