Di Leonardo Bianchi
Il 15 maggio del 2024 il primo ministro della Slovacchia Robert Fico è stato gravemente ferito in un attentato nella cittadina di Handlová, a circa 180 chilometri dalla capitale Bratislava. Il politico è stato operato per più di cinque ore: Miriam Lapuníková, la direttrice dell’ospedale della città di Banská Bystrica (dov’è stato portato d’urgenza), ha detto che le sue condizioni sono «stabili» ma rimangono critiche.
Fico, che ha 59 anni, è il capo del partito populista di sinistra Direzione–Socialdemocrazia (SMER) ed è un politico di lungo corso: aveva già ricoperto il ruolo di premier dal 2016 al 2010 e dal 2012 al 2018, quando fu costretto a dimettersi al culmine di una crisi politica causata dall’omicidio del giornalista d’inchiesta Ján Kuciak e della sua compagna.
In generale, però, l’intera carriera di Fico è costellata di controversie. Ad esempio, ha espresso posizioni filorusse in relazione alla guerra in Ucraina. Durante la pandemia si è detto contrario alle restrizioni sanitarie e anche ai vaccini anti-Covid, venendo persino arrestato nel corso di una manifestazione non autorizzata.
Più recentemente è stato invece accusato dai critici di voler trasformare la Slovacchia in una democrazia illiberale sul modello ungherese, avanzando proposte di legge volte a limitare l’autonomia della magistratura e dei media.
A ogni modo, quello contro Fico è il più grave atto di violenza politica nella storia recente della Slovacchia. L’uomo che gli ha sparato è stato subito arrestato. Le forze dell’ordine non hanno ancora confermato ufficialmente la sua identità, ma secondo i media slovacchi sarebbe Juraj Cintula, una ex guardia giurata di 71 anni nonché membro dell’Associazione degli scrittori slovacchi.
Il ministro dell’Interno Matúš Šutaj-Eštok ha parlato di «motivazioni politiche» dietro al gesto. In un video registrato poco dopo l’arresto e diffuso dalla stampa slovacca, Cintula ha spiegato di non approvare le politiche del governo di Fico, citando in particolare il disegno di legge che – se approvato – metterebbe la TV pubblica sotto il controllo del governo.
Sin dalle prime ore, l’attentato ha generato – specialmente su X – una grande quantità di teorie del complotto antivacciniste, antiucraine e antisemite, che fanno leva su alcune dichiarazioni (a loro volta complottiste) di Fico. Ecco di seguito le più diffuse.
Fico sarebbe stato colpito perché contrario all’accordo pandemico dell’OMS
Secondo vari post su X – uno dei quali ha raggiunto quasi cinque milioni di visualizzazioni – la motivazione dell’attentato andrebbe ricercata nell’opposizione di Fico al cosiddetto «accordo pandemico» dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il premier slovacco l’avrebbe «formalmente e pubblicamente rigettato» proprio qualche giorno fa, e per questo ragione sarebbe stato punito.
L’accordo, come si legge nella sintesi fatta dal Consiglio europeo, è un «nuovo strumento globale» negoziato tra i 194 Paesi membri dell’OMS che punta a «migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie future su scala mondiale».
L’accordo è però da tempo al centro di un «torrente di teorie del complotto», come l’ha definito il direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, che stanno addirittura minando i negoziati. Quest’ultimi dovrebbero concludersi alla 77esima assemblea generale dell’OMS che si terrà a Ginevra il prossimo 27 maggio.
In base alle speculazioni complottiste, l’accordo imporrebbe vaccinazioni di massa obbligatorie e restrizioni delle libertà personali, e toglierebbe la sovranità agli Stati nazionali. Queste teorie sono state rilanciate anche da Robert Fico.
Tuttavia, come ha ricostruito il sito di fact-checking Lead Stories, il negoziato non è stato ancora finalizzato; e comunque, pur avendolo criticato, Fico non ha mai rifiutato formalmente l’adesione del Paese all’accordo. Di sicuro, l’accordo pandemico non c’entra nulla con l’attentato.
L’Ucraina avrebbe organizzato l’attentato di Fico
Come detto in precedenza, Fico ha ripetutamente espresso posizioni filorusse. Ha detto che l’invasione dell’Ucraina è stata causata dal fatto che il Paese era «zeppo di neonazisti», e che la Nato e gli Stati Uniti avrebbero provocato la Russia. Durante l’ultima campagna elettorale ha anche promesso di porre fine al sostegno militare all’Ucraina – una promessa che alla fine non ha mantenuto.
Ecco: basandosi su queste posizioni, la direttrice della televisione Russia Today (uno dei principali organi di propaganda del Cremlino) Margarita Simonyan ha sostenuto sui suoi profili social che l’attentato potrebbe essere stato organizzato dall’Ucraina.
«Il primo ministro slovacco è ferito», ha scritto. «Colui che aveva detto che l’operazione militare speciale è iniziata a causa del dilagare dei neo-nazisti ucraini non poteva avere scampo. È così che lavorano».
Si tratta di una teoria infondata, visto che il coinvolgimento dell’Ucraina è del tutto inesistente. Non è comunque la prima volta che la propaganda russa addebita falsamente al Paese attentati di vario tipo: recentemente è successo con la strage alla Crocus City Hall di Mosca, commesso in realtà dall’Isis-K.
Dietro l’attentato a Fico c’è «l’ombra di George Soros»
Il grosso delle teorie si è concentrato sull’identità e il profilo ideologico dell’attentatore, che risulta piuttosto complesso e nebuloso. In un articolo della testata ceca Novinky si legge che Cintula vive nella cittadina di Levice, ha pubblicato tre raccolte di poesie e due romanzi, uno dei quali fortemente anti-rom. Sul suo profilo Facebook campeggiano diversi post anti-immigrazione. Nel 2016 aveva provato a fondare un «comitato contro la violenza».
Il giornalista Szabolcs Panyi, della testata investigativa VSquare, ha fatto notare su X che Cintula compare in una foto del 2016 insieme ai militanti del gruppo paramilitare di estrema destra Slovenskí Branci. Nella didascalia del post in questione, Cintula elogia il gruppo dicendo che si sta «preparando alla difesa» del Paese contro le «centinaia di migliaia di migranti che stanno arrivando in Europa».
Alcuni post su X sostengono invece che Cintula fosse un «attivista del partito progressista», ossia Slovacchia Progressista, di cui fa parte la presidente della repubblica uscente Zuzana Čaputová. L’uomo, si legge in un altro post su X, sarebbe anche un «convinto sostenitore» di quest’ultima. Tuttavia, questa presunta simpatia di Cintula nei confronti del partito e della presidente non viene menzionata da nessun media locale, né emerge da documenti ufficiali del partito.
Ma è proprio circostanza infondata ad aver generato un’altra teoria del complotto, che tira in ballo il finanziere e filantropo George Soros. Secondo l’influencer complottista italiano Cesare Sacchetti, di cui ci siamo già occupati su Facta, «la rete» di Soros in Slovacchia sarebbe «alquanto vasta e radicata», mentre Čaputová sarebbe una specie di burattino manovrato dal finanziere ungherese naturalizzato statunitense.
L’attentato, suggerisce Sacchetti, l’avrebbe dunque orchestrato Soros per togliere di mezzo una figura scomoda. Nel 2018, all’apice della crisi politica che ha portato alle sue dimissioni, Fico aveva falsamente accusato il finanziere di aver «destabilizzato» il Paese. Più recentemente, il premier ha descritto Čaputová come una pedina del filantropo ungherese, ricevendo una querela per diffamazione da parte della presidente.
Anche in questo si tratta di speculazioni infondate, che hanno la particolarità di riciclare altre teorie del complotto promosse in primo luogo dallo stesso Fico – che come Viktor Orbán, e altri politici europei, utilizza lo spauracchio di Soros a fini propagandistici interni.