Negli ultimi giorni sui social network e su alcune testate giornalistiche è tornata a circolare la teoria infondata secondo cui i programmi di previsione meteo avrebbero ricalibrato la scala dei colori delle temperature utilizzata nelle cartine meteorologiche per fare “terrorismo climatico”. In particolare, si sostiene che il colore rosso un tempo usato per rappresentare temperature molto calde – intorno ai 30°C o 40°C – sia oggi impiegato per fare riferimento a temperature relativamente miti. Inoltre, stando ad alcuni utenti, fino ad alcuni anni fa tutte le temperature erano indicate in maniera neutra, quindi con un solo colore, come il bianco o il verde.
Secondo questanarrazionedisinformativa, i colori della scala delle temperature sarebbero stati modificati per raccontare un aumento delle temperature che non esisterebbe.
Scelte grafiche differenti
Per sostenere che non vi sia un aumento delle temperature, e che dunque il surriscaldamento globale non esista, alcuni utenti hanno messo a confronto cartine delle previsioni del meteo dello stesso Paese in anni differenti. In un post su Facebook, ad esempio, sono state affiancate due cartine relative alla Francia: una farebbe riferimento all’anno 2002, con le temperature comprese tra i 26 e i 45 gradi colorate sui toni del giallo e dell’arancione. L’altra invece sarebbe del 2022, con pressoché le stesse temperature indicate in rosso.
Dalle immagini emergerebbe dunque che queste alte temperature ci sono sempre state nel Paese, ma solo ultimamente sono state segnalate con colori più accesi. Ma diverse cose in questa storia non tornano. Per cominciare, la prima cartina non è del 2002, ma del 2019. Inoltre, le due cartine erano state trasmesse da due canali televisivi francesi diversi, che adottano scelte grafiche differenti. La scala dei colori, dunque, non è stata modificata negli anni per creare allarmismo in tema di cambiamenti climatici, ma si tratta solo di scelte grafiche redazionali.
Tra l’altro, come abbiamo chiarito su Facta.news, mettere a confronto temperature e previsioni meteorologiche in singole giornate e in periodi storici diversi è fuorviante e non permette di avere un’immagine precisa dei cambiamenti climatici. L’Earth Observatory della Nasa ha spiegato che «le temperature che sperimentiamo localmente e in brevi periodi possono fluttuare in modo significativo» ma i cambiamenti indotti dal riscaldamento globale possono essere valutati in modo rilevante solo in termini di tendenze a lungo termine.
Metodologie differenti
Quando si parla di mappe meteorologiche, bisogna tenere conto che non esiste uno standard globale stabilito per la loro progettazione, e mettere a confronto cartine redatte con metodologie differenti può risultare fuorviante. Come analizzato dall’European Digital Media Observatory (Edmo), progetto di cui Facta.news fa parte, questo filone disinformativo, paragona spesso le mappe di calore, ovvero una rappresentazione grafica dei dati (in questo caso la temperatura) dove i singoli valori sono rappresentati da colori, a cartine del meteo su sfondo neutro, usate soprattutto negli anni passati.
In quest’ultimo tipo di mappa vengono date più informazioni, come nuvolosità e precipitazioni, oltre che la temperatura del giorno. In questo caso la scelta di usare colori neutri è motivata dal fatto di non voler creare confusione tra le varie informazioni riportate nella mappa. Ma non prova che negli anni ci sia stata una manipolazione della scala dei colori: semplicemente un diverso tipo di mappa per parlare di meteo.
Le mappe di calore sono molto comuni. Ad esempio, vengono adottate dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Cepmmt), centro di ricerca che possiede uno dei più grandi archivi meteorologici al mondo.
Inoltre, venivanousate già oltredieci anni fa. I meteorologi hanno progettato queste mappe per comunicare in modo rapido ed efficace le informazioni al pubblico, non per spaventare o ingannare le persone. Infatti, negli anni sono stati utilizzati sempre più di frequente i colori per rendere le mappe più intuitive al pubblico, e non solo agli specialisti del settore. Ad esempio, vengono utilizzati toni freddi, come il blu e il bianco, per mostrare zone dove ci sono temperature molto rigide. Al contrario, le zone dove le temperature sono più calde sono colorate di giallo, arancione, rosso. Queste strategie sono adottate anche in altre mappe, come quelle per le piogge, e i cambiamenti del livello del mare, dove una scala graduata di tonalità blu per mostrare quantità crescenti di acqua.
Evoluzione delle cartine
La scelta di preferire e usare sempre più spesso le mappe di calore dipende da una serie di motivi diversi. Innanzitutto, avere una scala di colori più ampia permette di rappresentare in maniera più precisa il fenomeno che si sta descrivendo. Il National Weather Service (NWS), l’agenzia governativa statunitense che si occupa delle previsioni meteorologiche, nel 2017 aveva dovuto aggiornare la sua scala di colori a causa della vasta quantità di pioggia che era precipitata durante l’uragano Harvey, che aveva colpito gli Stati del Texas e della Louisiana e Mississippi.
Sempre nello stesso anno la BBC aveva rivisto le mappe delle sue previsioni meteo, regolando le scale di colore in modo tale da favorire l’accessibilità a chi soffre ad esempio di un’alterata percezione dei colori: «i colori utilizzati ora vanno dal blu per le temperature più fredde al rosso per le temperature più calde, poiché questi colori sono più facili da vedere se si vive con il daltonismo». In questo caso, quindi, la scelta dell’emittente televisiva britannica non aveva niente a che fare con un presunto allarmismo climatico. La stessa scelta è stata adottata nel 2022 dal Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito. Questi cambiamenti, dunque, sono stati presi per rendere più semplice e agevole la lettura e la comprensione della mappa e dei dati rappresentati.
In conclusione, questo genere di disinformazione tende a negare il riscaldamento globale, e diffonde l’idea per cui i media avrebbero interesse a causare panico ingiustificato nella popolazione. In realtà, è stato dimostrato un rapido aumento delle temperature negli ultimi decenni, niente affatto circoscrivibile a singoli episodi ma valutabile in termini di tendenza di medio e lungo periodo. Non c’è poi un unico modo per rappresentare le registrazioni della temperatura. Le scelte adottate dai vari centri di ricerca o emittenti televisive hanno criteri ben precisi, ma non dipendono dalla volontà di creare una situazione di panico e allarmismo a livello climatico.