Dietro ad alcune bufale virali sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky – di cui ci siamo occupati a più riprese – c’è un ex marine e poliziotto statunitense di nome John Mark Dougan, che dal 2016 vive in Russia e gestisce un sito chiamato DC Weekly. In almeno un caso, una sua notizia falsa è riuscita a influenzare il dibattito parlamentare statunitense sugli aiuti all’Ucraina.
A scoprirlo sono stati i ricercatori Darren Linvill e Patrick Warren dell’università di Clemson nella Carolina del Sud, autori del paper “Infektion’s Evolution: Digital Technologies and Narrative Laundering” (in italiano, “L’evoluzione di Infektion: tecnologie digitali e narrazioni riciclate”) pubblicato il 15 dicembre del 2023. Il loro lavoro è stato ripreso – e ampliato con nuovi dettagli – da un articolo della BBC del 21 dicembre del 2023.
Ma chi è veramente Dougan? In un certo senso, è un veterano della disinformazione. Dopo aver prestato servizio militare, l’uomo ha lavorato per tre anni nell’ufficio dello sceriffo di Palm Beach, in Florida. Nel 2009 si è dimesso e ha fondato un sito in cui accusava gli ex colleghi di essere «nazisti, fascisti, molestatori e corrotti», come si legge in un articolo del 2012 pubblicato sulla testata locale The Palm Beach Post.
Nel 2016, per l’appunto, si è poi trasferito in Russia per sfuggire a un’indagine dell’FBI (la polizia federale statunitense) nei suoi confronti per diffusione di informazioni riservate. Stando alla ricostruzione fatta dalla testata Daily Beast, Dougan ha infatti avuto un ruolo di primo piano nella promozione delle teorie del complotto su Seth Rich, un dipendente 27enne del Comitato nazionale democratico (il comitato che coordina l’attività dei candidati del Partito Democratico statunitense) ucciso nel 2016 nel corso di una tentata rapina.
Secondo le tesi infondate, rilanciate anche da Dougan, Rich sarebbe stata la fonte di WikiLeaks per le email trafugate dall’account personale di John Podesta, il responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton. Molte di quelle mail sono state la base per la teoria del complotto del «Pizzagate».
A ogni modo, Rich sarebbe stato ucciso per vendetta dalla dirigenza del Partito Democratico – se non addirittura da Hillary Clinton in persona. In realtà, come hanno scoperto varie inchieste giornalistiche e le indagini delle forze dell’ordine, dietro a quei leak c’era l’hacker «Guccifer 2.0», uno pseudonimo usato dai servizi segreti russi. I democratici non hanno però nulla a che vedere con la morte di Rich.
Nel 2021 Dougan ha lanciato DC Weekly, spacciandolo come un sito di notizie di Washington D.C. che in precedenza era un settimanale cartaceo – cosa che non è mai stato. Anche i giornalisti che firmano i pezzi sul sito sono fittizi: i loro nomi non compaiono in nessun’altra pubblicazione, mentre le loro foto sono prese a caso da Internet.
Dopo l’invasione dell’Ucraina, si legge nell’articolo della BBC, Dougan si è «reinventato come giornalista» e ha iniziato a diffondere notizie false sulla guerra – riprendendo, tra le varie, quella su presunti biolaboratori segreti gestiti dagli Stati Uniti.
Negli ultimi mesi, DC Weekly sembra aver cambiato il proprio modus operandi. Oltre a plagiare bufale scritte da altri, Dougan si è messo a inventarne di nuove definendole «notizie esclusive». Per il giornalista della BBC Shayan Sardarizadeh, tali articoli seguono il medesimo copione: «un oscuro video su YouTube che contiene affermazioni false, un articolo su DC Weekly che lo riprende, e post virali sui social media».
Tra queste notizie false, giusto per fare qualche esempio, c’è quella secondo cui l’Ucraina avrebbe venduto armi ad Hamas; quella per cui Olena Zelenska, la moglie del presidente, avrebbe speso più di un milione di dollari da Cartier durante la visita a New York nel settembre del 2023; e quella che accusa Zelensky di aver comprato due yacht da 75 milioni di dollari attraverso dei prestanome.
Quest’ultima, in particolare, è circolata ampiamente ed è stata anche ripresa da alcuni parlamentari repubblicani statunitensi. Il 30 novembre del 2023 la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene – che in passato ha aderito a svariate teorie del complotto – ha rilanciato su X un articolo sugli yacht scrivendo che «chiunque dà il proprio voto per finanziare l’Ucraina sta finanziando la più grande truffa nella storia degli interventi esteri del nostro paese, e sta costringendo gli americani a farlo».
Parlando l’11 dicembre del 2023 nel podcast War Room di Steve Bannon (l’ex consulente strategico di Donald Trump), il senatore repubblicano J. D. Vance ha detto – riferendosi ai democratici – che «questa gente» vuole «tagliare la previdenza sociale e far precipitare nella povertà i nostri nonni» in modo che «i ministri di Zelensky possano comprarsi uno yacht più grande».
Vance fa parte di quei parlamentari repubblicani che il 6 dicembre del 2023 hanno votato contro l’ultimo pacchetto di aiuti all’Ucraina deciso dall’amministrazione Biden, bloccando il trasferimento di 61 miliardi di dollari.
Nonostante le notizie di DC Weekly siano palesemente false, il metodo disinformativo impiegato da Dougan è piuttosto raffinato perché gioca sulla plausibilità delle accuse di corruzione, un problema che affligge da tempo l’Ucraina. Nel 2015, ad esempio, un lungo articolo del Guardian lo definiva «il Paese più corrotto d’Europa». Da allora sono stati compiuti dei progressi, ma nell’indice di percezione della corruzione stilato nel 2022 dall’ONG Transparency International il Paese rimane molto in basso, ossia al 116esimo posto su 180.Per questo motivo i ricercatori Darren Linvill e Patrick Warren sostengono che DC Weekly faccia parte di una più ampia operazione propagandistica russa volta a screditare Zelensky e le istituzioni ucraine in un momento estremamente delicato del conflitto, in cui il supporto dei Paesi occidentali sembra essere meno granitico rispetto all’inizio dell’invasione.