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La disinformazione russa minaccia ancora le elezioni presidenziali USA

Inchieste e documenti raccontano di una rete finanziata dai servizi segreti russi per inquinare il dibattito pubblico nel Paese

4 novembre 2024
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John Mark Dougan, un ex vice sceriffo statunitense, fuggito nel 2016 in Russia e da tempo diventato un importante propagandista del Cremlino, sta lavorando direttamente con l’intelligence militare russa, per colpire con notizie false la campagna elettorale di Kamala Harris, la candidata democratica alla Casa Bianca. Questo è il quadro che emerge da oltre 150 pagine di documenti di un servizio di intelligence europeo, ottenuti e analizzati da Catherine Belton, giornalista del Washington Post esperta di Russia.

Dougan, continua il quotidiano statunitense, fa parte di una rete diventata nell’ultimo anno la fonte più potente di disinformazione proveniente dalla Russia e rivolta agli elettori americani.

Il ruolo di John Mark Dougan

A Facta ci eravamo già occupati di Dougan a dicembre dello scorso anno, raccontando che in base ad analisi e inchieste giornalistiche era emerso che l’ex vice sceriffo era dietro ad alcune delle bufale più virali diffuse online contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. 

Dopo aver prestato servizio militare, John Mark Dougan ha lavorato dal 2005 al 2008 nell’ufficio dello sceriffo di Palm Beach, in Florida, per poi dimettersi e trasferirsi nel Maine, dove è stato  licenziato da un dipartimento di polizia a causa di denunce di presunte molestie sessuali, riporta il Washington Post. Dopo essere tornato in Florida, l’uomo ha fondato un sito diventato una fonte  di accuse di corruzione e diffamazioni contro i suoi ex superiori.

Nel 2016 è poi andato a vivere in Russia per sfuggire a un’indagine dell’FBI per diffusione di informazioni riservate su migliaia di poliziotti, agenti federali e giudici. Dougan ha successivamente creato una serie di falsi siti di notizie – come ad esempio DC Weekly, Chicago Chronicle e Atlanta Observer –, utilizzando anche l’intelligenza artificiale, con cui dopo l’invasione russa dell’Ucraina, a febbraio 2022, ha iniziato a diffondere false notizie sulla guerra per screditare agli occhi dell’opinione pubblica internazionale il governo e l’esercito ucraino.

Ora le rivelazioni del Washington Post mostrano che la rete di disinformazione di Dougan ha puntato ad inquinare la corsa alle elezioni presidenziali di Kamala Harris. Un’operazione finanziata anche grazie a soldi inviati direttamente sul conto bancario dell’ex vice sceriffo aperto a Mosca da Yury Khoroshenky, ufficiale attivo nell’Unità 29155 del GRU (il servizio di intelligence militare russo) che supervisiona le operazioni di sabotaggio, interferenza politica e guerra cibernetica contro l’Occidente. Alcuni di questi pagamenti, riporta il quotidiano statunitense, sarebbero stati effettuati dopo che la scorsa primavera i siti di fake news creati da Dougan hanno iniziato ad avere difficoltà ad accedere ai sistemi di intelligenza artificiale occidentali utili per creare testi, foto e video. I documenti visionati mostrano anche che l’uomo ha ricevuto sovvenzioni da un istituto di Mosca fondato da Alexander Dugin, ideologo imperialista russo di estrema destra sanzionato dall’Unione europea a ottobre 2022 per aver sostenuto politiche e attuato azioni che hanno minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

Secondo diverse analisi citate da Catherine Belton, la rete di Dougan era probabilmente dietro un recente video virale creato con l’intelligenza artificiale che ha diffuso la notizia infondata secondo cui Tim Walz, candidato democratico alla vicepresidenza statunitense, nel 1994 avrebbe molestato un suo ex studente. In base all’ultimo rapporto di Microsoft Threat Analysis Center (MTAC), il centro analisi di Microsoft sulle minacce informatiche, il video in questione ha ottenuto più di 5 milioni di visualizzazioni nelle prime 24 ore della sua diffusione su X. Di questa notizia falsa ce ne siamo occupati anche a Facta, dopo che era stata tradotta in italiano e diffusa in Rete. Più in generale, da settembre 2023 i post, gli articoli e i video generati da Dougan e da alcuni dei russi che lavorano con lui hanno ottenuto sui social media 64 milioni di visualizzazioni, ha dichiarato sempre al Washington Post McKenzie Sadeghi, che da tempo analizza i siti creati da Dougan ed è ricercatrice presso NewsGuard, un’azienda che monitora la disinformazione online.

Contattato dal quotidiano statunitense, Dougan ha respinto tutte le accuse, affermando di non conoscere Khoroshenky, di non avere alcun legame con l’intelligence militare russa o con il governo russo e sostenendo, senza fornire alcuna prova, che i documenti dell’intelligence europea erano dei falsi. 

La rete “Storm-1516” 

Nonostante le smentite, John Mark Dougan è la persona più strettamente legata alla rete disinformativa filorussa denominata “Storm-1516” attiva almeno da agosto 2023, secondo i dati analizzati in un rapporto pubblicato a ottobre 2024 ed elaborato dal Media Forensics Hub della Clemson University in Carolina del Sud. 

A sua volta “Storm-1516″ è risultata essere connessa alla Russian Foundation to Battle Injustice (R-FBI) un gruppo che si definisce un’organizzazione per i diritti umani, creato dal defunto oligarca russo Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo mercenario Wagner. Prigozhin, morto nel 2023 nello schianto del suo aereo, era legato all’Internet Research Agency (IRA), azienda russa fondata nel 2013 impegnata in operazioni di propaganda online per conto di aziende russe e per gli interessi politici del Cremlino. Nel 2016 l’Ira aveva creato e diffuso una campagna disinformativa sui social media con l’obiettivo quello di danneggiare la campagna di Hillary Clinton e sostenere Donald Trump, secondo le indagini della Commissione Intelligence del Senato americano sulle elezioni statunitensi del 2016. 

R-FBI, che fa parte di uno sforzo di disinformazione su più fronti passato dalle false affermazioni sulla guerra in Ucraina alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, è guidato da Mira Terada, una donna russa che ha trascorso più di due anni in una prigione statunitense con l’accusa di riciclaggio di denaro in relazione al traffico di droga, specifica la CNN. Un’inchiesta di maggio scorso del sito The Daily Beast ha rivelato che la donna sta seguendo le orme di Prigozhin, muovendo le fila di una vasta operazione di disinformazione e influenza russa in Occidente, con legami con l’intelligence del Cremlino. E proprio Dougan ha collaborato in più occasioni con Terada, come dimostrano le immagini da eventi pubblici presenti nell’indagine del Media Forensics Hub della Clemson University.

 

Una selezione di immagini che mostrano la collaborazione tra Terada e Dougan, pubblicate nel rapporto della Clemson University

Recentemente questa rete ha diffuso online storie inventate su Harris,  diventate virali, secondo cui l’attuale vice presidente statunitense avrebbe investito nel 2011 a San Francisco una ragazza, per poi fuggire senza prestare soccorso, e avrebbe ucciso un rinoceronte in via di estinzione durante un safari in Zambia. Per dare credibilità a queste narrazioni sono stati anche realizzati video falsi di presunti testimoni che avrebbero assistito a tali eventi. Come ha raccontato Wired, “Storm-1516″ ha infatti una lunga storia di pubblicazione di video di testimoni realizzati con attori o tramite l’intelligenza artificiale per veicolare online disinformazione. Il network di siti di falsi siti creati da Dougan ha aiutato a propagare queste false informazioni. 

Secondo diverse analisi e indagini, Storm-1516 pochi giorni prima del voto 5 novembre avrebbe iniziato a spingere anche false narrazioni per mettere in dubbio l’integrità del processo elettorale e democratico statunitense. Il 24 ottobre 2024 su X un video che pretendeva di mostrare un individuo che nella contea di Bucks, in Pennsylvania, strappava le schede elettorali arrivate per posta con il voto per Trump è stato condiviso decine di migliaia di volte. Jennifer Schorn, procuratrice distrettuale della contea di Bucks, ha smentito l’autenticità del filmato, specificando che si trattava di un falso e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, agenzia federale statunitense che è parte del Dipartimento della Sicurezza Interna, hanno affermato che il video era stato prodotto e amplificato dai russi. Per Darren Linvill, professore alla Clemson University Media Forensics Hub ed esperto di disinformazione, il modo di pubblicazione e distribuzione di questa falsa notizia è la prova che si tratta di una narrazione di “Storm 1516”.

In un altro falso video diffusosi su X il 31 ottobre e collegato sempre a questa rete si vede un uomo che afferma di essere un immigrato haitiano, di aver già votato per la vicepresidente Harris nella contea di Gwinnett, in Georgia, e che sta andando a votare nuovamente nella vicina contea di Fulton. «Questo è ovviamente falso e fa parte di uno sforzo di disinformazione. Probabilmente è una produzione di troll farm russe», ha commentato il Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger. In una dichiarazione congiunta l’Ufficio del Direttore dell’intelligence nazionale, l’FBI e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency hanno affermato che «questa attività russa rientra in un più ampio sforzo di Mosca per sollevare dubbi infondati sull’integrità delle elezioni statunitensi e alimentare le divisioni tra gli americani».

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