Lo scorso 16 marzo Donald Trump durante un comizio elettorale all’aeroporto di Dayton, in Ohio, ha dichiarato a un certo punto che se perdesse alle prossime elezioni statunitensi ci sarebbe per gli Stati Uniti «un bagno di sangue».
La frase è stata utilizzata da diverse testate internazionali e italiane per titolare gli articoli che raccontavano del comizio elettorale in Ohio dell’ex presidente statunitense di nuovo in corsa per le elezioni presidenziali di novembre 2024. L’espressione «bagno di sangue» e il suo reale significato hanno creato dibattito sui media e nei social media negli Stati Uniti, e non solo.
Il video del momento in cui Trump dice questa frase è stato rilanciato su X dall’account ufficiale di Joe Biden, con un commento che recita: «È chiaro che vuole un altro 6 gennaio». Per il presidente degli Stati Uniti, quindi, con quell’espressione Trump avrebbe evocato una nuova insurrezione simile all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 realizzato da parte di estremisti e suoi sostenitori e che secondo il rapporto finale della commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda è stato prevalentemente causato dallo stesso Trump. Anche in Italia esponenti politici e commentatori hanno fornito la stessa lettura, denunciando anche la pericolosità sociale del candidato repubblicano.
Con quell’espressione Trump ha realmente minacciato un’azione violenta nel caso non diventasse presidente degli Stati Uniti? Vediamolo insieme.
Il contesto
Come si può ascoltare dal video integrale del comizio in Ohio, Donald Trump dopo circa 30 minuti di discorso afferma: «La Cina sta costruendo due enormi impianti per costruire auto elettriche in Messico, per poi pensare di rivenderle qui negli Stati Uniti senza pagare tasse al confine». Trump si stava riferendo alle recenti notizie secondo cui BYD auto, casa automobilistica cinese, sta progettando di costruire una nuova grande fabbrica di veicoli elettrici in Messico. Stella Li, vicepresidente esecutivo di BYD e CEO di BYD Americas, a fine febbraio ha tuttavia dichiarato che l’azienda prevede di vendere le auto prodotte al mercato messicano e di non avere intenzione di venderne alcuna oltre confine negli Stati Uniti. «È un mercato interessante, ma è molto complicato», ha aggiunto Li.
L’ex presidente nel suo comizio continua avvertendo che la Cina si sbaglia se pensa «che otterrai questo, non assumerai americani e ci venderai le macchine». È a questo punto che Trump parla di «bagno di sangue»: «Metteremo una tariffa del 100 per cento su ogni singola macchina che supera il confine, e non sarai in grado di vendere quelle macchine. Se venissi eletto. Ora, se non vengo eletto, sarà un bagno di sangue per l’intero Paese, e questo sarà l’ultimo dei problemi, sarà un bagno di sangue per il Paese. Questo sarà l’ultimo dei problemi. Ma non venderanno quelle auto».
L’ex presidente stava parlando del presunto rischio per l’industria automobilistica statunitense e per i suoi lavoratori dell’importazione nel mercato del Paese di auto cinesi costruite in Messico. L’espressione «bagno di sangue» si riferiva dunque a un contesto economico. Inoltre, sia il portavoce della campagna elettorale di Trump che lo stesso ex presidente hanno dichiarato che con quel termine ci si voleva riferire a un bagno di sangue economico e non voleva essere un richiamo alla violenza. Come ha spiegato inoltre il sito di fact-checking statunitense Factcheck.org, secondo il dizionario Merriam-Webster , la parola «bloodbath» oltre a bagno di sangue, ha come significato anche «un grave disastro economico». Factcheck.org ha inoltre verificato che questo termine è stato usato in passato in diversi notiziari televisivi con questo ulteriore significato.
Il riferimento al 6 gennaio 2021
Nel suo discorso in Ohio Trump ha comunque parlato dell’assalto al Campidoglio di tre anni fa. Lo ha fatto all’inizio del suo comizio, elogiando lo «spirito» degli «ostaggi» (con questa parola Trump si riferisce alle oltre mille persone incriminate in vario modo per aver avuto un ruolo nel violento attacco a Capitol Hill che ha avuto un bilancio tragico: cinque persone decedute e centinaia di feriti tra agenti e manifestanti). Trump ha detto che questi «patrioti incredibili» sarebbero stati trattati «terribilmente e ingiustamente, e voi lo sapete e lo sanno tutti», promettendo che una volta eletto lavorerà per farli uscire di prigione.
Da tempo infatti l’ex presidente e gran parte del partito repubblicano stanno portando avanti una linea revisionista dei fatti accaduti il 6 gennaio 2021. Come abbiamo ricostruito in questo approfondimento, l’obiettivo del revisionismo sembra essere quello di minimizzare le violenze avvenute quel giorno e negare la responsabilità di Donald Trump.
Gage Skidmore from Peoria, AZ, United States of America, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons