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Che cosa sappiamo sulla (presunta) abolizione della polizia morale in Iran

Nessuna autorità ufficiale dell’Iran ha confermato la chiusura della polizia morale

9 dicembre 2022
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Il 4 dicembre 2022 diversi media nazionali e internazionali hanno affermato che l’Iran avrebbe abolito la cosiddetta “polizia morale”, un’unità delle forze di polizia iraniane che ha il preciso compito di far rispettare il codice di abbigliamento per le donne. Indossare l’hijab è diventato obbligatorio in Iran nel 1983, ma la polizia morale ha iniziato a pattugliare le strade per far rispettare l’obbligo dal 2006.

Secondo quanto riportato da varie testate, la dichiarazione dell’abolizione del corpo militare sarebbe arrivata da Mohammad Jafar Montazeri, procuratore generale della repubblica islamica.

Tuttavia, si tratta di un annuncio che non ha causato, al momento in cui scriviamo, conseguenze concrete. Andiamo con ordine e vediamo perché.

Le proteste in Iran
In Iran il 16 settembre 2022 sono iniziate una serie di proteste dopo il decesso di Mahsa Amini, giovane cittadina iraniana di etnia curda, arrestata pochi giorni prima dalla polizia morale per aver violato le regole che disciplinano l’uso dell’hijab.

Secondo la polizia, Amini soffriva di problemi cardiaci e ha avuto un infarto, ma la famiglia e parte dell’opinione pubblica ritengono che la morte della ragazza sia sospetta e che sia deceduta a causa delle percosse ricevute dalla polizia morale durante il suo arresto. Anche l’Alto Commissario ad interim dell’Unhcr Nada Al-Nashif ha espresso dubbi circa le dinamiche della morte di Amini.

Le proteste continuano nel Paese da oltre due mesi e i manifestanti avanzano richieste che vanno da maggiori libertà, all’eliminazione dell’obbligo di indossare l’hijab, fino al rovesciamento del sistema politico iraniano (attualmente una repubblica islamica) e al riconoscimento dei diritti fondamentali per la popolazione curda che vive nel Paese. Molte donne si sono mostrate a capo scoperto e hanno dato fuoco ai loro foulard, tagliandosi i capelli in segno di protesta.

Il governo ha sin dall’inizio cercato di reprimere le proteste in modo violento. Secondo quanto riportato dall’organizzazione Iran human rights (Ihrngo), stando ai dati aggiornati al 7 dicembre 2022, almeno 458 persone hanno perso la vita nelle manifestazioni, mentre gli arresti sarebbero decine di migliaia e 11 le condanne a morte ufficiali.

La dichiarazione di Montazeri
Molti media nazionali e internazionali hanno annunciato l’abolizione della polizia morale in seguito ad alcune dichiarazioni di Montazeri rilasciate domenica 4 dicembre 2022 all’agenzia stampa iraniana Isna, considerata relativamente indipendente, ma parzialmente finanziata dal governo.

Il procuratore generale, rispondendo alle domande di un giornalista, aveva affermato che i pattugliamenti della polizia morale non hanno alcun legame con l’autorità giudiziaria, di cui Montazeri fa parte in quanto procuratore generale, e che questo corpo era «stato chiuso da chi l’ha creato». Il procuratore generale aveva aggiunto, inoltre, che «naturalmente, la magistratura continua a monitorare le azioni comportamentali a livello di comunità».

Nessuna conferma da parte del governo
Come precisato da Al Jazeera, però, non ci sono state altre conferme che l’operato delle unità della polizia morale sia stato interrotto. L’istituzione responsabile di questo corpo di polizia, infatti, è il ministero degli Interni, che non ha confermato la notizia. Anche la tv di stato iraniana in lingua araba Al-Alam ha sottolineato che «nessun funzionario della Repubblica islamica dell’Iran ha detto che la polizia morale è stata chiusa».

Ad oggi non esiste, quindi, alcuna conferma ufficiale rispetto all’abolizione della polizia morale in Iran, come hanno precisato anche altri siti di fact-checking.

Borzou Daragahi, corrispondente internazionale dell’Independent, il 4 dicembre 2022 ha scritto su Twitter che le dichiarazioni rilasciate da Montazeri erano «ambigue» e che «potrebbero essere interpretate come la fine della polizia morale, ma potrebbero anche suggerire che la magistratura voglia dissociarsi dall’istituzione» aggiungendo che tali dichiarazioni citate dalla stampa «non equivalgono a un cambiamento di politica».

Una (presunta) decisione che non ha fermato le proteste
Nonostante l’ambiguità sulla decisione, anche se la polizia morale venisse abolita le proteste in Iran non si bloccherebbero. Infatti, subito dopo la diffusione della notizia non confermata, le donne e gli attivisti iraniani hanno definito l’accaduto come una tattica di propaganda del governo per ridurre la pressione internazionale e distrarre dalle più ampie richieste dei manifestanti di porre fine al regime islamico.

Shadi Sadr, avvocata per i diritti umani e attivista per i diritti delle donne in Iran, ha dichiarato sul suo profilo Twitter che la soppressione della polizia morale non sarebbe una grande notizia perché «l’hijab è ancora obbligatorio e viene imposto con altri mezzi, come l’espulsione dall’università o dalla scuola». Inoltre, il 4 dicembre 2022 i manifestanti hanno indetto uno sciopero di tre giorni, per aumentare la pressione sul regime e far ascoltare le loro richieste.

Come riportato dai media nazionali, l’8 dicembre 2022 l’Iran ha giustiziato Mohsen Shekari per aver ferito un ufficiale paramilitare, nella prima esecuzione nota legata alle proteste che hanno investito il Paese da settembre. Atto che rischia di portare una nuova ondata di violenza estrema, come denunciato anche da Amnesty International, organizzazione non governativa internazionale che difende i diritti umani.

La questione è controversa anche in Iran
Anche se l’eliminazione della polizia morale venisse confermata, sembra che questa decisione non significherebbe un minor controllo delle regole imposte in Iran. Da diversi mesi, infatti, il governo iraniano stava progettando l’uso di tecnologie di sorveglianza per monitorare le donne che non rispettano l’obbligo di indossare l’hijab. Mentre il portavoce del comando «per il bene e il divieto del male nel Paese», sempre nel mese di settembre, aveva annunciato che i compiti delle pattuglie dovrebbero essere sostituiti da metodologie più moderne.

Hossein Jalali, membro della commissione Cultura del parlamento iraniano, ha anche annunciato il 6 dicembre 2022 al quotidiano nazionale Shargh la proposta di un nuovo piano statale, che prevedrebbe «misure punitive più moderne e precise contro l’abbigliamento improprio».

In conclusione
L’annuncio riportato da molti media sull’abolizione della polizia morale in Iran è al momento privo di riscontri concreti e manca di contesto.

La dichiarazione del magistrato iraniano su cui basa, infatti, è vaga. La polizia morale peraltro non è sotto la giurisdizione sua o dell’autorità giudiziaria, ma fa capo al ministero dell’Interno che non ha confermato l’abolizione.

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