Tra i mezzi espressivi sperimentati dagli albori della comunicazione a oggi, il fumetto è certamente tra quelli che si fa preferire per immediatezza e capacità di penetrare a fondo nella cultura popolare. La nostra memoria, tanto personale quanto collettiva, è scandita dal ritmo delle uscite settimanali degli albi a fumetti e la storia contemporanea ci racconta di come gli eroi su carta siano stati spesso utilizzati come strumento di propaganda nazionalista (Capitan America negli Stati Uniti, Romano il Legionario durante il periodo fascista in Italia, Vica a sostegno dell’occupazione nazista della Francia).
I fumetti, insomma, sono un mezzo di comunicazione in grado di intrattenere e appassionare, ma anche di manipolare l’opinione pubblica, influenzandone l’orientamento.
Ma cosa succede quando il fumetto diventa oggetto di disinformazione? Un caso emblematico è la storia di una celebre vignetta che vede protagonista Angus Fangus – personaggio della serie Disney Pikappa – circolata online e che molti dei nostri lettori avranno condiviso o preso per vera almeno una volta.
Se siete tra questi, sappiate che la vignetta originale è molto diversa.
Di cosa stiamo parlando
Angus Fangus, protagonista della vignetta, è un personaggio di Pikappa (PK), una saga a fumetti creata dalla Walt Disney Company Italia alla metà degli anni Novanta e centrata sulle avventure di Paperinik, alter-ego mascherato di Paperino. Le tre diverse serie della saga sono state pubblicate come albi indipendenti tra il 1996 e il 2005, mentre dal 2014 in poi alcune storie di PK sono apparse su Topolino.
PK è una rielaborazione di un personaggio dell’universo Disney inventato in Italia alla fine degli anni Sessanta, Paperinik (l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui si producono con regolarità storie originali dei personaggi Disney). Il personaggio di Paperinik è liberamente ispirato al fumetto noir italiano – in particolare a Diabolik, come si può intuire dal nome – e ha fatto il suo debutto nel 1969 sul mensile Topolino. Nel 1993 è nata una testata interamente dedicata al personaggio, intitolata appunto Paperinik e altri supereroi. Negli anni ci sono state modifiche alla testata, che esiste ancora oggi.
La saga di PK, nata nel 1996, ha caratteristiche molto particolari. La sua ambientazione è molto diversa da quella più tradizionale delle storie Disney: assai più cupa e “metropolitana”, con temi rivolti a un pubblico più adulto e un’ispirazione nei fumetti degli universi DC e Marvel. Fin dai primi episodi di PK, Paperinik si confronta con nemici che vogliono distruggere il pianeta. Nel fumetto si trattano temi come la sofferenza, la violenza e persino la morte, normalmente lasciati fuori dall’universo Disney (almeno negli ultimi decenni). Allo stesso tempo, alcuni albi fanno ricorso a un’ironia dissacrante e surreale.
Quasi tutti i personaggi principali di PK sono nati all’interno della stessa serie – come l’intelligenza artificiale Uno, l’agente Lyla Lay e gli antagonisti, gli Evroniani. Uno di questi è Angus Fangus, un cronista di origini neozelandesi – e per questo disegnato con le sembianze di un kiwi, uccello simbolo della Nuova Zelanda – totalmente devoto alla missione di informare, che diventa uno dei principali avversari di Paperinik a causa del suo scetticismo nei confronti del supereroe (un ruolo che ricorda quello di J. Jonah Jameson nell’Uomo Ragno). Per Fangus, Paperinik è poco più che un teppista, quando non addirittura una minaccia e per questo ricorre a numerosi espedienti per porlo in una luce negativa e incastrarlo. Porta avanti una “macchina del fango”, diremmo oggi.
Angus Fangus è un personaggio molto amato dai fan della saga di Pikappa, ma la sua popolarità è sempre stata confinata alla cerchia degli appassionati. Fino al 2016, quando durante la campagna per il referendum costituzionale del 4 dicembre, il personaggio del giornalista Disney diventa un vero e proprio simbolo della lotta all’opinionismo da social network, un baluardo a difesa della competenza. E tutto grazie a una vignetta – molto circolata nel 2016 su Facebook, Twitter e Instagram, condivisa su blog e profili Tumblr – in cui Fangus, con lo sguardo perso nel vuoto, pronuncia la frase: «Un’opinione senza una solida base conoscitiva dietro non è un’opinione e non va rispettata».
Parole decisamente poco in linea con il personaggio di Fangus, vista la sua assenza di scrupoli nel manipolare l’informazione, ma che al tempo sembravano immortalare alla perfezione lo spirito di un momento politico particolarmente intenso e divisivo (si votava, tra le altre cose, per il superamento del bicameralismo paritario e per la riduzione dei parlamentari, un tema che aveva polarizzato l’opinione pubblica). Forse fin troppo.
La vignetta apocrifa
Qualcosa dunque non torna. Preso atto della scarsa aderenza tra il personaggio di Angus Fangus e la frase che si scaglia contro le opinioni espresse «senza una solida base conoscitiva», il secondo indizio che porta a dubitare dell’autenticità della vignetta arriva analizzando il lettering, ovvero il testo presente nei balloons.
Com’è possibile notare, infatti, questo presenta almeno due piccole imperfezioni: uno spazio in eccesso tra l’articolo «un» e la parola «opinione», e la centratura imprecisa sull’asse verticale del testo nel secondo balloon. Particolari trascurabili per un occhio poco allenato, ma che non sono sfuggiti agli appassionati di Pikappa, che si sono fatti sentire nei commenti alle principali condivisioni della vignetta.
Per fare chiarezza sul caso, la redazione di Facta ha contattato Francesco Artibani, dal 1996 tra gli sceneggiatori della serie di Pikappa e autore, nello specifico, della storia originale che contiene la vignetta. La persona, dunque, che avrebbe fatto dire a Fangus la frase oggetto della nostra verifica.
«Il testo di quella vignetta è totalmente falso» ci ha spiegato Artibani, «Sono l’autore di quella storia a fumetti, uscita sui numeri 3058-3059-3060-3061 [si trattava di una storia divisa in quattro puntate, ndr] di Topolino. La battuta compare sul numero 3060, nella seconda pagina, ed è decisamente diversa da quella circolata». A riprova dell’affermazione, Artibani ha fornito a Facta lo script originale della storia, contenente il dialogo reale.
«La battuta messa in bocca ad Angus non ha alcun senso» ha poi aggiunto Artibani, «Angus è un giornalista amorale, individualista, con una scarsa attenzione alla deontologia professionale. Quella battuta è troppo elaborata e raffinata per lui, è totalmente fuori carattere. Non so chi l’abbia pensata ma chiunque sia stato non conosce il personaggio e non capisco perché impegnarsi tanto nel diffondere questa boiata».
Dopo le coordinate fornite da Francesco Artibani, possiamo dunque affermare che la vignetta oggetto della nostra verifica è falsa e che quella originale è stata invece pubblicata il 16 luglio 2014 sul numero 3060 di Topolino, come parte di una storia a puntate intitolata Potere e potenza. Si trattava del ritorno editoriale del supereroe Disney dopo parecchi anni e il testo originale dei balloons recitava: «La fa facile il pivello! Sotto i miei piedi c’è solo asfalto e fango. Io la odio questa città».
Ma allora come e quando si è diffusa la vignetta apocrifa?
Genesi di una vignetta falsa
Anche se il referendum del 2016 è stato un momento fondamentale per la sua diffusione, l’origine della vignetta è di qualche mese precedente. In un post su Tumblr del settembre 2015 si trova un rimando alla probabile origine della manipolazione, un post sulla pagina Facebook “Reazioni d’Anatra”, nota ai fan Disney per decontestualizzare vignette Disney modificando il testo dei balloons (il post originale non è oggi più disponibile).
Non possiamo sapere oggi quale fosse il bacino d’utenza della pagina a settembre 2015, ma un contributo decisivo alla diffusione della vignetta modificata è certamente arrivato da un’altra pagina Facebook diventata nel tempo un punto di ritrovo virtuale per i fan delle storie Disney, chiamata “Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon de’ Paperoni” e che oggi ha poco meno di duecentomila fan. È qui che la vignetta è stata ripubblicata l’11 ottobre 2016 con il commento «Come dirlo meglio», ottenendo in totale oltre 5mila condivisioni.
Vista la mole di segnalazioni ricevute, in un secondo momento l’autore del post ha specificato, con un commento, che si trattava di un’immagine modificata da “Reazioni d’Anatra” e mai comparsa in quella forma su un albo Disney.
Ma la macchina delle condivisioni era nel frattempo ormai partita, slegando completamente il contenuto dal suo contesto originale. La vignetta apocrifa compare tutt’oggi in numerose condivisioni social (ad esempio qui, qui e qui) ed è stata inserita acriticamente, ironia della sorte, anche in alcuni articoli e blog post dedicati alla disinformazione e alla verifica delle fonti (ad esempio qui).
In conclusione
A partire dal mese di ottobre 2016 ha iniziato a circolare su diversi social network e blog una vignetta che mostra Angus Fangus, un personaggio della saga Disney Pikappa, e gli attribuisce la citazione: «Un’opinione senza una solida base conoscitiva dietro non è un’opinione e non va rispettata».
Il contenuto ha riscosso un discreto successo sui social durante la campagna referendaria del 4 dicembre 2016 ed è stato pubblicato come reale anche in articoli dedicati alla disinformazione online, continuando a circolare fino ad oggi.
Si tratta tuttavia di una manipolazione della vignetta originale, pubblicata inizialmente da una pagina Facebook e diffusa poi da altri gruppi dedicati all’universo Disney. Contattato dalla redazione di Facta, lo sceneggiatore della storia originale Francesco Artibani ha confermato la non autenticità del contenuto, fornendo lo script originale della vignetta. Essa compare nel numero 3060 di Topolino, pubblicato il 16 luglio 2014, e la frase realmente pronunciata da Angus Fangus è: «La fa facile il pivello! Sotto i miei piedi c’è solo asfalto e fango. Io la odio questa città».
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