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L’aggressione di una bambina lungo una pista ciclabile di Maniago (Pordenone) è del 2013

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28 settembre 2020
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Il 26 settembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che riporta la notizia di un’aggressione subita da una bambina. Si legge: «Massacrata a pugni in faccia perché con la sua biciclettina ha urtato un immigrato. E’ la terribile esperienza vissuta da una bimba di nove anni, nel centro di Maniago (Pordenone). La bimba si trovava in sella alla bicicletta, a passeggio assieme alla sorellina e al padre, lungo una pista ciclabile, quando, intorno alle ore 9:30. Lo straniero senza proferire parola si è scagliato sulla bambina colpendola con due pugni al volto e procurandole profonde ferite lacero-contuse. Ne è nata una colluttazione con il padre della piccola, che nel tentativo di difenderla ha lanciato sull’uomo la propria bicicletta. Sono intervenuti anche alcuni passanti che hanno cercato di bloccare l’aggressore. Poi sono arrivati i carabinieri che dopo una seconda colluttazione sono riusciti a bloccare l’uomo a terra, e ad arrestarlo. L’aggressore non aveva documenti e ha detto soltanto qualche incomprensibile parola. La bambina, trasferita d’urgenza all’ospedale di Pordenone, ha perso molto sangue ma non versa in pericolo di vita».

Questa notizia è del 2013 ma è stata ripubblicata senza un chiaro riferimento temporale che permetta al lettore di capire quando il fatto si è realmente verificato.

Post pubblicato su Facebook il 26 settembre 2020 –Notizia vecchia

Il 13 aprile 2013 l’Ansa ha pubblicato la notizia secondo cui a Maniago (Friuli-Venezia Giulia) una bambina di 9 anni era stata aggredita senza alcun motivo da un uomo mentre si trovava in sella alla propria bicicletta lungo una pista ciclabile. L’aggressore era stato poi bloccato e arrestato dai carabinieri. La notizia era stata riportata anche da altre testate (qui e qui ad esempio). Secondo quanto aveva ricostruito il Corriere della Sera, l’uomo arrestato era un cittadino rumeno di 33 anni che avrebbe sofferto di una patologia che necessitava di una terapia farmacologica. Nel 2014 l’aggressore è stato poi prosciolto con una sentenza di non doversi procedere nei suoi confronti. Dalla perizia psichiatrica era emerso «che al momento del fatto non era capace di intendere e volere».

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