Giovedì 6 agosto 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’attendibilità delle informazioni contenute in un post, pubblicato il 5 agosto su Facebook da un account personale. Il post oggetto di verifica contiene due fotogrammi, che secondo il suo autore mostrerebbero «il missile sparato su Beirut» durante quello che nella didascalia viene definito un «attacco missilistico militare».
Una delle immagini contenute nel post non si riferisce all’esplosione di Beirut, la seconda sì, ma non ritrae l’impatto di un missile. La didascalia contiene invece una notizia falsa.
Il riferimento del post è all’enorme esplosione avvenuta il 4 agosto 2020 nel porto di Beirut, la capitale del Libano, che secondo più aggiornate disponibili avrebbe provocato 135 morti e oltre cinquemila feriti, un bilancio comunque provvisorio.
Secondo fonti investigative riportate da Reuters, la pista privilegiata dalle indagini riguarda la detonazione di una notevole quantità di nitrato d’ammonio, composto chimico utilizzato come fertilizzante in agricoltura, ma impiegato anche nella costruzione di armamenti. L’esplosione sarebbe stata innescata da lavori di saldatura in corso nella struttura che ospitava il materiale e sarebbe stata accidentale.
Nelle ore immediatamente successive all’esplosione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva parlato di «un terribile attacco» ai danni del Libano. La stessa ipotesi di un attacco militare è stata cavalcata da Hezbollah, gruppo islamista sciita radicale nonché una delle principali fazioni politiche libanesi: Hezbollah ha puntato il dito contro un presunto «sabotaggio israeliano». I rapporti tra Israele e il Libano sono infatti storicamente tesi e recentemente sono peggiorati a causa dell’intensificarsi degli scontri tra lo stato ebraico ed Hezbollah. Il 28 luglio 2020 il governo libanese, retto da una maggioranza sunnita, aveva denunciato le responsabilità di Israele nell’escalation di tensione al confine tra due stati.
Nessuna accusa contro Israele è comunque arrivata dalle autorità libanesi dopo l’esplosione, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha prontamente offerto condoglianze e aiuti umanitari allo stato vicino. L’ipotesi che possa essersi trattato di un’azione militare è stata inoltre smentita da ufficiali del Dipartimento della Difesa americano il 5 agosto, contraddicendo in questo modo le prime dichiarazioni di Trump.
Tornando al post oggetto di verifica, la prima foto si presenta come il fermo immagine tratto da un video, ma il fotogramma non compare in nessuno dei filmati circolati sull’esplosione. La ricerca inversa per immagini, inoltre, non restituisce alcun risultato. Non è dunque possibile rintracciare l’origine dell’immagine.
La seconda foto arriva invece da uno dei filmati della tragedia più circolati in rete e secondo l’autore del post ritrarrebbe il momento in cui un missile colpisce il porto di Beirut (il presunto missile è cerchiato di rosso nella foto). Il video da cui è tratta la foto, tuttavia, è disponibile in rete con una risoluzione migliore, che rende chiaro come l’oggetto non sia un missile, ma un semplice uccello (dal minuto 1.09)
In conclusione, non esistono prove del fatto che l’esplosione di Beirut sia stata provocata da un missile. L’ipotesi non è stata menzionata dal governo né dalle autorità libanesi, che privilegiano la pista della detonazione accidentale. Tale ricostruzione è stata smentita da ufficiali del Dipartimento della Difesa americano. Le due immagini contenute nel post e utilizzate come prova sono rispettivamente un fotogramma tratto da un video di origine ignota e l’immagine di un uccello che sorvola il porto di Beirut appena prima della detonazione.