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Non è vero che le epidemie influenzali degli ultimi dieci anni sono paragonabili alla Covid-19

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7 dicembre 2020
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Il 3 e il 4 dicembre 2020 abbiamo ricevuto diverse segnalazioni via Whatsapp ed email che chiedevano di verificare un video della durata di 8 minuti e 11 secondi, pubblicato sulla pagina Facebook SocialTv Network, accompagnato dalla scritta «Questo video è a PROVA DI IDIOTA. Se ancora non hai capito la MEGA TRUFFA chiamata #Covid, a te non serve un #vaccino, ma l’esorcista. Chi porta avanti ancora questa FINTA PANDEMIA, E’ UN CRIMINALE» Si tratta di una copia di un video intitolato “Trova il negazionista”, pubblicato il 1 dicembre 2020 su YouTube dall’account Silver Sonoqui, account del vlogger Silver Nervuti, già discusso per altri video di disinformazione sulla pandemia. Il video è stato condiviso anche sull’account Facebook personale di Silver Nervuti.

Il video mostra ritagli e screenshot di quotidiani e altre testate che parlano di situazioni critiche negli ospedali durante epidemie influenzali negli anni tra il 2012 e il 2019, per suggerire che in realtà la pandemia da Covid-19 non sia distinguibile dalle normali influenze invernali. Al minuto 6:46 del video su Youtube, Nervuti denuncia esplicitamente che l’influenza stagionale è una «costante», «insignificante», aggiungendo «così come sono insignificanti i 500 morti di tumore ogni giorno». Al minuto 7:10 aggiunge «l’inverno, da sempre, è il periodo delle influenze stagionali», mostrando un grafico della mortalità tra 2016 e 2020. Questo grafico sembra una versione precedente o comunque ferma al mese di settembre del grafico oggi presente sulla pagina del sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera del Ministero della Salute, che descrive l’andamento di mortalità in Italia nel tempo, tra 2016 e 2020. Il grafico, mostrando un evidente picco di mortalità molto più alto e sfasato rispetto alla stagione influenzale per l’anno 2020, da solo smentisce le affermazioni con cui viene commentato, ma entriamo in dettaglio.

Innanzitutto, la Covid-19 non è un’influenza. Non lo è tecnicamente in quanto, come hanno spiegato i nostri colleghi di Pagella Politica, i coronavirus (come Sars-CoV-2) non hanno niente a che vedere con i virus dell’influenza. E non lo è neanche come gravità: come spiegato dall’Oms, il 15 per cento dei casi di Covid-19 richiedono un supplemento di ossigeno, e il 5 per cento richiede ventilazione artificiale, percentuali superiori rispetto all’influenza. La mortalità da Covid-19 è decisamente superiore, almeno di cinque volte, rispetto all’influenza, come spiegato in questo breve articolo del 14 maggio 2020 sulla rivista medica JAMA Internal Medicine. L’influenza viene monitorata separatamente dal Covid-19, come abbiamo discusso qui.

Su Facta abbiamo già dimostrato che all’8 novembre 2020, confrontandoci con i dati Istat sulle cause di morte del 2017 in Italia (gli ultimi disponibili), la Covid-19 era già molto probabilmente la quarta causa di morte nel Paese. Aggiornando i dati al 3 dicembre 2020 con 58.038 decessi ufficiali, è diventata la terza. Questo senza contare il fatto che le morti da Covid-19 sono sottostimate, come di nuovo spiegato dai colleghi di Pagella Politica.

Riportiamo qui sopra il grafico, originariamente pubblicato su Pagella Politica, che confronta i decessi del 2020 tra gennaio e agosto con la media degli anni 2015-2019: media che, ovviamente, include anche le mortalità da influenza degli anni passati. Il numero di morti in eccesso (oltre 36.000 solo tra gennaio e agosto 2020) è chiaramente visibile. Nel grafico è possibile anche vedere, per esempio, come il picco di mortalità invernale più alto degli anni precedenti, a gennaio 2017 sia comunque molto inferiore a quello della prima ondata da Covid-19. Inoltre non possiamo tralasciare che la diffusione del virus Sars-CoV-2, responsabile della Covid-19, è stata drasticamente ridotta grazie al lockdown. Una circolazione incontrollata del virus in Italia avrebbe causato ulteriori migliaia di decessi, come mostrano diversi modelli.

Senza entrare nel dettaglio di tutti i titoli di giornale mostrati nel video, è certamente vero che ci sono state stagioni influenzali che hanno messo in relativa difficoltà le strutture ospedaliere. La stagione influenzale 2017-2018 è stata una delle più pesanti degli ultimi anni, con 472 ricoveri in terapia intensiva (di cui 78 deceduti) tra settembre 2017 e febbraio 2018. Ma questi numeri, all’epoca importanti, impallidiscono davanti ai quelli attuali: il 3 dicembre 2020 erano ricoverati in terapia intensiva 3.597 pazienti Covid-19.

A margine, ci sono ancora dubbi sulla stagionalità della Covid-19. Come argomentano vari articoli scientifici (ad esempio qui e qui), è plausibile che le condizioni meteorologiche influenzino la diffusione della pandemia, ma non a livello da rendere insignificanti le misure di contenimento.

Ci sono altre due affermazioni nel video che val la pena discutere. Al minuto 04:49 Nervuti si chiede, riguardo alle epidemie influenzali passate, «Sono stati aumentati i posti negli ospedali negli anni successivi? O sono invece stati chiusi degli ospedali interi?»

La risposta in questo caso è sì: come hanno scritto su Agi i nostri colleghi di Pagella Politica, il numero degli ospedali è diminuito da 1.200 a circa 1.000 negli ultimi 10 anni, con una corrispondente riduzione del numero di posti letto ogni mille abitanti (dai 5,8 posti letto del 1998 si è passati ai 3,6 del 2017).

Al minuto 07:44 Nervuti dice «avete presente che vi intimoriscono con la febbre?», passando poi a un video che riporta un servizio televisivo del 14 gennaio 2015 sul Pronto Soccorso di Crema, a opera dell’emittente locale Cremona1Tv. In particolare dal minuto 2:04 in poi, dove viene detto di «non lasciarsi intimorire dalla febbre, la febbre è infatti uno dei principali meccanismi di difesa dell’organismo». Pochi secondi dopo, al minuto 2:17, un medico (Stefano Aiolfi, all’epoca direttore della Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale di Crema) intervistato nel video dichiara «la febbre sopra i 38 brucia i virus. Quindi abbassarla o abbassarla troppo in anticipo significa giocare a favore dei virus, non giocare a favore del paziente.»

La febbre non «brucia» nessun virus: è una reazione naturale che fa parte delle difese dell’organismo contro le infezioni e aiuta il sistema immunitario. Di norma la febbre è poco più di un sintomo fastidioso, ma oltre i 40 gradi possono esserci danni al sistema nervoso. In generale le meta-analisi degli studi clinici sembrano mostrare (qui, qui) che abbassare la febbre non peggiora l’esito delle infezioni virali o batteriche.

In conclusione, il paragone insinuato dal video tra la gravità dell’attuale pandemia e le precedenti stagioni influenzali è del tutto fuorviante: le relativamente modeste condizioni di sofferenza degli ospedali in passato, durante le influenze stagionali, non sono per niente paragonabili all’attuale emergenza sanitaria.

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