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No, il vaccino anti-influenzale non «favorisce il coronavirus»

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28 settembre 2020
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Venerdì 25 settembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un video pubblicato il 23 settembre 2020 dal sito web dell’emittente radiofonica Radio Radio (di cui ci eravamo già occupati qui e qui). Il filmato, della durata complessiva di 2 minuti e 6 secondi, mostra l’intervento tenuto alla Camera il 23 settembre dell’onorevole Sara Cunial, deputata eletta con il Movimento 5 Stelle e dall’aprile 2019 parte del gruppo misto, di cui ci eravamo già occupati in precedenza (qui, mentre qui c’è un articolo di fact-checking che i colleghi di Pagella Politica hanno dedicato ad un precedente intervento alla Camera).

Tra le altre cose, durante l’intervento la deputata Cunial ipotizza un rapporto tra la vaccinazione anti-influenzale e il contagio da Covid-19, con la frase: «Uno studio del Dipartimento della difesa americana afferma che la vaccinazione antinfluenzale aumenta del 36 per cento l’incidenza di coinfezione proprio da Coronavirus per interferenza virale».

Si tratta di una notizia falsa.

La deputata Cunial fa riferimento a un articolo pubblicato il 16 aprile 2020 dal sito web dell’associazione Children’s Health Defense presieduta da Robert F. Kennedy Jr. (tra i principali esponenti anti-vaccinisti negli Stati Uniti) dal titolo “Lo studio del Pentagono: il vaccino anti-influenzale aumenta del 36 per cento il rischio di contrarre il coronavirus”.

Lo studio di cui parlano Kennedy e Cunial è tuttavia stato pubblicato il 10 gennaio 2020 (dieci giorni dopo il primo focolaio di Wuhan) con il titolo “Vaccinazione antinfluenzale e interferenza del virus respiratorio tra il personale del Dipartimento della Difesa durante la stagione influenzale 2017-2018” e si basa su dati raccolti tra il 2017 e il 2018 e non menziona in nessun passaggio la Covid-19 (trattandosi di una ricerca sui virus respiratori in generale).

Il paper pubblicato dal ramo scientifico delle forze armate americane si concentra invece sul fenomeno noto come «interferenza virale», ovvero la possibilità che la vaccinazione anti-influenzale possa aumentare il rischio di contrarre altre infezioni virali. Come ha spiegato il 27 aprile ai colleghi di Fack Check – che lo stesso giorno avevano verificato la disinformazione diffusa da Kennedy sul tema – l’epidemiologo del Marshfield Clinic Research Institute Edward Belongia, si tratta di una teoria supportata da pochi dati, che in fase sperimentale ha fornito risultati non sempre coerenti. L’ipotesi dell’interferenza virale da vaccino anti-influenzale è stata ad esempio smentita da uno studio capeggiato nel 2013 dallo stesso Belongia, mentre il collegamento tra vaccino anti-influenzale e contagio da Covid è stato escluso da due recenti ricerche: una pubblicata il 22 maggio 2020 su Clinical Infectious Diseases, e una accettata a settembre 2020 dal Journal of Clinical and Translational Science.

In conclusione, la tesi della deputata Cunial si basa sull’articolo di un noto anti-vaccinista, che a sua volta fa riferimento a una ricerca – a più riprese smentita – che non ha nulla a che fare con la Covid-19. Precisiamo poi che ci siamo già occupati (qui e qui ad esempio) di casi di disinformazione in cui venivano riportate informazioni errate sul vaccino antinfluenzale e la diffusione del nuovo coronavirus Sars-Cov-2.

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