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Questa foto non mostra «due mari che si incontrano» nel golfo dell’Alaska

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2 marzo 2021
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Il 13 febbraio 2021 su Facebook è stato pubblicato un post contenente la foto di due masse d’acqua di colori diversi che si incontrano senza fondersi e un commento, scritto dall’autore del post, in cui si legge: «Golfo dell’Alaska. I due mari si incontrano ma non si mescolano per la differente salinità… Ma quanto è spettacolare questo pianeta !!!».

Si tratta di una notizia falsa.

L’immagine oggetto della nostra verifica

Contenuti di questo tipo circolano su internet almeno dal 2015 e riferiscono erroneamente dell’esistenza, nel golfo dell’Alaska, di una porzione di mare in cui si incontrerebbero «due oceani» o «il mar Baltico e il mare del Nord», senza fondersi. Non è possibile determinare se l’immagine oggetto della nostra verifica sia uno scatto autentico o modificato con un software di fotoritocco, ma sappiamo con certezza che il fenomeno descritto non ha nulla a che fare con lo scatto.

La maggior parte delle foto dedicate al tema fanno riferimento a un contenuto pubblicato nel 2010 su Flickr, dal titolo «Oceani che si fondono». L’autore dello scatto, il fotografo Kent Smith, nella descrizione dell’immagine spiegava che «ciò che stai vedendo è il risultato dello scioglimento dei ghiacciai, composti da acqua dolce. L’oceano ha invece una percentuale più alta di sale, che fa sì che i due corpi d’acqua abbiano densità diverse e quindi rende più difficile mescolarsi».

A svelare la reale dinamica del fenomeno è stato invece Ken Bruland, professore di scienze oceaniche presso l’Università della California-Santa Cruz e autore di un’altra celebre foto scattata nel golfo dell’Alaska, che contattato dai colleghi di Anchorage Daily News (testata locale dell’Alaska) ha spiegato come la diversa colorazione delle acque sia dovuta in realtà a degli enormi vortici presenti nella zona, che trascinano sedimenti glaciali (ovvero ciò che rimane dei ghiacciai dopo lo scioglimento, e dunque soprattutto sassi e detriti) servendosi dei fiumi. Secondo Bruland, la colorazione più scura di una porzione di acqua sarebbe dunque dovuta al punto di congiunzione tra il mare e un fiume che trasporta la cosiddetta “farina glaciale”, ovvero detriti di ghiacciaio contenenti argilla e ferro. La spiegazione del docente è confermata da una ricerca condotta nel 2013 da Ocean Networks Canada, un’iniziativa lanciata dalla Victoria University per studiare le acque del Pacifico nord-orientale, che definisce il fenomeno “il pennacchio del fiume Fraser”, dal momento che il materiale roccioso in questione viene sversato nell’oceano dal fiume Fraser, che sfocia nei pressi di Vancouver.

Come spiega ancora Bruland, infine, i due tipi di acqua «finiscono alla fine per mescolarsi» e gli scatti si riferiscono a un momento precedente, quando «è possibile imbattersi in colorazioni veramente spettacolari».

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