Un semplice errore da parte di un’elettrice nello Stato della Georgia, negli Stati Uniti, è bastato per far riprendere piena vita all’ossessione dei repubblicani per il voto elettronico. A poche ore dalle elezioni presidenziali, previste per il prossimo 5 novembre, si è diffusa una teoria del complotto secondo cui le macchine elettorali starebbero cambiando i voti dei cittadini e delle cittadine.
Tutto è iniziato con un post su X in cui il 18 ottobre Marjorie Taylor-Greene, deputata repubblicana della Georgia, dichiarava che le macchine per votare «stanno invertendo i voti» nella contea di Whitfield, sostenendo che un elettore avesse contattato il suo ufficio per denunciare uno scambio di voti da Donald Trump a Kamala Harris. Il suo post ha ottenuto decine di migliaia di condivisioni e la presunta notizia è stata diffusa anche da altri utenti che hanno ottenuto milioni di visualizzazioni, riportando sotto i riflettori una vecchia teoria cospitatoria che collega le presunte frodi elettorali e il voto elettronico.
Negli USA molti Stati offrono la possibilità di voto anticipato (“early voting”), che permette agli elettori di esprimere la loro preferenza nei giorni o settimane precedenti al giorno ufficiale delle elezioni. Al seggio, gli elettori possono scegliere tra diverse modalità di voto, che includono l’utilizzo di un dispositivo elettronico.
Riguardo, invece, alla possibilità che ci siano state frodi ai danni di elettori che hanno votato anticipatamente e con la modalità elettronica, Dominion Voting Systems, cioè la società che produce le macchine per il voto elettronico, e l’ufficio del Segretario di Stato della Georgia, sono stati categorici nell’affermare che lo scambio di voti non può avvenire. Stephanie Walstrom, portavoce dell’azienda, ha dichiarato a USA Today che questa affermazione è falsa ed è già stata «ripetutamente smentita».
Gabriel Sterling, responsabile operativo dell’Ufficio del Segretario di Stato della Georgia, in una conferenza stampa del 23 ottobre ha chiarito che questo malinteso è nato da un errore di un’elettrice che si è risolto immediatamente e che non è una prova di frode. Un’elettrice si era recata a votare nella contea di Whitfield e ha utilizzato una macchina elettronica per esprimere il suo voto. Per errore ha selezionato il nome di un candidato mentre intendeva sceglierne un altro, ma l’episodio si è concluso quasi subito, non appena il responsabile del seggio ha annullato il suo voto e le ha permesso di esprimere la sua preferenza in modo corretto. «Non c’è alcuna prova che una macchina abbia modificato il voto di un individuo» ha affermato Sterling, aggiungendo che «quella affermazione era una bugia nel 2020 ed è una bugia ora».
Il Consiglio elettorale della Contea di Whitfield, che aiuta gli elettori a conoscere il processo elettorale, il 19 ottobre ha pubblicato una nota sull’errore dell’elettrice e il conseguente annullamento della scheda, confermando che si è trattato di uno sbaglio risolto immediatamente e che «questo è stato l’unico incidente tra oltre 6 mila schede votate nella Contea di Whitfield dal 15 ottobre 2024».
Questo aneddoto, smentito più volte, è una delle storie di frode elettorale che è riuscita ad arrivare sotto i riflettori nazionali a poche settimane dalle elezioni, nonostante gli sforzi per evitare questa dinamica. Infatti, mentre decine di elettori ed elettrici si recano ai seggi per il voto anticipato in Stati in bilico come la Georgia, i complottisti elettorali sono alla ricerca di storie che possano sostenere la loro convinzione che i brogli elettorali siano diffusi. E per farlo, molti stanno riprendendo una vecchia affermazione infondata secondo cui i risultati delle elezioni del 2020, quando Joe Biden divenne presidente degli Stati Uniti d’America, vincendo su Donald Trump, sarebbero stati influenzati da frodi elettorali legate soprattutto al voto elettronico e all’azienda che lo gestisce, la Dominion Voting Systems.
Una cospirazione che risale al 2020
A pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 2020, gli avvocati di Donald Trump avevano diffuso affermazioni infondate su Dominion Voting Systems, sostenendo che l’azienda avesse truccato il voto, passando milioni di preferenze da Trump a Biden. L’avvocato di Trump, Rudy Giuliani, e il team legale dell’ex presidente avevano sollevato dubbi su Dominion. Giuliani, ad esempio, sosteneva di aver ricevuto una dichiarazione formale da una fonte interna a Dominion, secondo cui sarebbero stati conteggiati lotti di «schede false» a favore di Biden. Giuliani, però, non ha mai fornito alcuna prova a sostegno di questa accusa.
Nonostante l’assenza di prove, queste illazioni avevano trovato ampio spazio nei media conservatori e non si sono mai davvero del tutto sgonfiate.
Anche Trump e molti repubblicani si sono rifiutati di riconoscere la sconfitta e il tycoon ha iniziato a diffondere una serie di notizie false mettendo in discussione la legittimità del conteggio dei voti in alcuni Stati in bilico. Il 12 novembre 2020, 9 giorni dopo le elezioni, quando aveva postato sull’allora Twitter un testo gridato in caps lock in cui sosteneva che Dominion avesse «cancellato 2,7 milioni di voti a Trump a livello nazionale», aggiungendo che un’analisi condotta dall’emittente via cavo di estrema destra One America News Network avesse rilevato che «gli Stati che usano i sistemi di voto Dominion hanno spostato 435.000 voti da Trump a Biden».