In un articolo pubblicato a pagina 16 del Fatto Quotidiano del 16 gennaio, intitolato “L’illusione collettiva che Facebook sia una fonte di verità”, l’autrice Selvaggia Lucarelli fa una confusione fondamentale, che impedisce a lettrici e lettori di farsi un’idea corretta di che cosa sia e come funzioni il Third Party Fact-Checking Program di Meta (3PFC), di cui a inizio gennaio è stata annunciata la sospensione negli Stati Uniti. Facta è uno dei due partner italiani del 3PFC.
Lucarelli scrive di due casi in cui i suoi contenuti sono stati rimossi con le motivazioni della “violenza” e del presunto “traffico di animali vivi”. È importante precisare che nessuno di questi casi ha nulla a che fare con il 3PFC. Le piattaforme moderano i contenuti in base a molti criteri (ad es. violenza, bullismo, pornografia e così via) ma in queste categorie i fact-checker non c’entrano e non hanno alcuna voce in capitolo. Inoltre, i contenuti controllati nell’ambito del 3PFC non vengono mai rimossi.
All’interno del programma di collaborazione con i fact-checker sono escluse idee e opinioni personali, così come i post di partiti o esponenti politici, come specificato nelle precise linee guida disponibili pubblicamente. I contenuti valutati sono quelli segnalati dagli utenti come “notizie false”, oltre ad altri aggiunti dagli stessi fact-checker seguendo gli stessi criteri. I risultati delle verifiche devono sempre essere pubblicati e i nostri articoli sono tutti disponibili qui.
Lucarelli prosegue parlando della limitazione nella diffusione di suoi contenuti riguardo la situazione a Gaza. Il riferimento sembra essere al cosiddetto “shadow ban”, ovvero la riduzione della diffusione di contenuti su alcuni argomenti, come appunto Gaza. Ma anche questa pratica non ha niente a che fare con il 3PFC. In questo ambito, Lucarelli fa l’esempio di due post specifici. Ne abbiamo rintracciato uno (su Instagram e Facebook) ed esso non riporta alcuna etichetta o segnale di essere stato verificato all’interno del 3PFC. Non siamo stati in grado invece di individuare il post in cui Lucarelli ha postato un articolo di giornale che diceva “L’Aja processerà Israele per genocidio”. Di entrambi i casi la nostra redazione non si è comunque mai occupata, né sembrano rientrare in alcun modo nella tipologia di contenuti oggetto del 3PFC.
Ribadiamo che è senz’altro possibile che ci siano stati singoli errori da parte dei fact-checker e infatti è possibile segnalare una valutazione sbagliata (secondo i dati forniti dalla stessa Meta, la valutazione dei fact-checker è stata corretta solo nel 3-4 per cento dei “ricorsi”, mentre per altre categorie di moderazione in cui il 3PFC non è coinvolto le percentuali sono sempre superiori al 60 per cento). Per maggiori informazioni sul programma di fact-checking è possibile consultare questo articolo.