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No, in Nuova Zelanda chi si oppone alle misure anti-Covid non è ritenuto «un terrorista»

Il 3 novembre 2022 su Facebook è stato pubblicato un video che mostra due giornalisti di NewsHub (servizio di notizie neozelandese) in uno studio televisivo mentre presentano un servizio giornalistico in cui si dà la notizia che il New Zealand Security Intelligence Service (Nzsis) ha pubblicato una guida per aiutare i cittadini a identificare potenziali terroristi. 

Il servizio spiega che tra i nuovi potenziali terroristi, oltre quelli legati al nazionalismo bianco e alla religione, negli ultimi mesi sono emerse persone radicalizzate dalle proprie idee politiche. «Potrebbe trattarsi delle misure anti Covid-19 adottate dal governo o di altre politiche interpretate come una violazione dei diritti. È una specie di quello che io descrivo come un gran casino di ideologie e credenze alimentate da teorie del complotto», afferma Rebecca Kitteridge, direttrice generale dei servizi segreti del Paese, intervistata dal giornalista.

Il filmato è accompagnato da un commento, scritto da chi ha pubblicato il post su Facebook, in cui si sostiene che in Nuova Zelanda «opporsi alle politiche dei governi, comprese le misure Covid, è un segno che sei un terrorista». Il post continua affermando che i servizi segreti del Paese «vogliono che tu faccia la spia su amici di famiglia e vicini se sospetti che abbiano opinioni pericolose».

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. Vediamo perché.

Il video è reale, ma in nessuna parte si sostiene che in Nuova Zelanda chi si oppone alle politiche governative, comprese quelle contro la diffusione della Covid-19, è ritenuto un terrorista, come erroneamente sostenuto nel post oggetto di analisi. Inoltre, né la guida citata, né la direttrice generale della New Zealand Security Intelligence Service promuovono questa tesi.

La notizia della guida dei servizi segreti della Nuova Zelanda è stata data da NewsHub lo scorso 31 ottobre, come si può verificare qui (l’articolo originale è online, ma è accessibile solo dalla Nuova Zelanda). La guida è intitolata “Know the signs” (in italiano, “Conosci i segnali”) e punta, come si legge nello stesso documento, ad «aumentare la consapevolezza degli indicatori di estremismo violento, per aiutare le persone a identificare alcuni dei segnali chiave di avvertimento». Tuttavia, in nessuna parte della guida si fa riferimento all’opposizione alle misure prese dal governo per contrastare la Covid-19 come possibile indicatore di estremismo violento, né si chiede di denunciare una persona come terrorista per essersi opposto alle decisioni politiche prese per ridurre la diffusione di Sars-CoV-2. 

Contattato dai colleghi di Reuters, un portavoce dei servizi segreti neozelandesi ha smentito la notizia che stiamo analizzando. «Per essere chiari, non siamo interessati alle persone che protestano o si oppongono alla politica del governo. Quello che ci interessa è venire informati di persone che potrebbero mostrare segni di mobilitazione verso un atto di estremismo violento», ha precisato il portavoce.

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