Il 28 aprile la redazione di Facta ha ricevuto diverse segnalazioni di un messaggio che circola, in lingua inglese, su WhatsApp e che riporta alcune dichiarazioni che lo scienziato e premio Nobel per la Medicina 2018 Tasuku Honjo avrebbe rilasciato in merito al nuovo coronavirus. In particolare, Honjo avrebbe sostenuto che non si tratterebbe di un virus naturale, bensì di un prodotto volutamente creato dall’uomo.
Il messaggio che circola su WhatsApp si apre con la parola «*SHOCKING*» seguita da una freccia e ha la forma di un lungo testo che reca, in cima o in conclusione, il link della pagina Wikipedia del professore, probabilmente per conferire credibilità alla notizia.
Del testo circolano diverse versioni, con informazioni in parte differenti ma che riprendono alcuni concetti comuni: il premio Nobel avrebbe dichiarato ai media (non è precisato a quali) che il nuovo coronavirus non è naturale e che, se lo fosse, non sarebbe riuscito a mettere in difficoltà il mondo intero come sta avvenendo in questi giorni, bensì sarebbe stato nocivo solo nelle realtà che hanno le stesse temperature della Cina. «Si sta invece diffondendo in Paesi come la Svizzera allo stesso modo che nel deserto. Se fosse naturale, si sarebbe diffuso nelle aree fredde, ma sarebbe morto in quelle calde» avrebbe dichiarato l’immunologo, sostenendo che «è un virus completamente artificiale».
In alcune varianti del messaggio, si fa poi riferimento a un presunto periodo di lavoro di Tasuku Honjo presso un laboratorio di Wuhan e al fatto che il professore abbia provato a ricontattare i colleghi nel corso dell’epidemia senza però ottenere risposta e che anzi, questi sarebbero morti o potrebbero essere stati uccisi. In altre varianti il professore si rifarebbe invece a una fuga di informazioni negli Stati Uniti che permetterebbero di retrodatare e imputare proprio all’America lo scoppio dell’epidemia.
Si tratta di una serie di notizie false, oltre che nei contenuti, anche nell’attribuzione.
Il professor Tasuku Honjo, infatti, non ha mai rilasciato queste dichiarazioni, né sui media né in altre circostanze.
I colleghi fact checkers statunitensi di Snopes e gli spagnoli di Maldita hanno ricostruito tra il 27 e il 28 aprile la catena di diffusione del messaggio attraverso, rispettivamente, gli Usa e la Spagna. La bufala ha avuto origine, spiegano entrambi i siti, a partire da un account su Twitter (@TasukuHonjo) che dal 24 aprile ha iniziato a pubblicare informazioni false sostenendo di rappresentare le opinioni, appunto, del professor Honjo. Account del quale, riporta Maldita, l’Università di Kyoto (dove il professor Honjo lavora) ha già chiesto, a nome dello scienziato, la disattivazione.
Dalla pagina ufficiale che riassume il percorso accademico del professor Honjo della stessa università, inoltre, possiamo smentire i presunti 4 anni di operato presso un ipotetico laboratorio di Wuhan, dei quali il curriculum ufficiale non riporta traccia.
A fare definitivamente chiarezza è arrivata poi il 27 aprile anche una nota ufficiale del Dipartimento di Immunologia e Medicina Genomica, dove hanno sede le ricerche del professore, a firma dello stesso, che prende le distanze dalle dichiarazioni divenute virali. In questa occasione Honjo ha manifestato grosso dispiacere per le accuse nei suoi confronti e nei riguardi dell’istituzione di cui fa parte. Inoltre, il premio Nobel condanna la diffusione di notizie false sull’origine del virus in un momento così difficile, dove la ricerca per salvare vite umane lotta contro il tempo e viene messa a repentaglio da quelle che definisce «pericolose fonti di distrazione».
Dunque, riassumendo: il professor Tasuku Honjo non ha mai lavorato in un laboratorio di Wuhan, non è l’autore delle informazioni diventate virali via Whatsapp e Twitter sulla presunta origine artificiale del nuovo coronavirus e, anzi, ha preso ufficialmente le distanze da tali dichiarazioni.
Circa i singoli contenuti delle dichiarazioni, abbiamo già scritto quello che sappiamo in merito all’ipotesi per cui Sars-CoV-2 dovrebbe sparire con l’arrivo della stagione calda e abbiamo smentito, in più occasioni, la teoria cospirazionista secondo cui si tratterebbe di un virus creato o manipolato dall’uomo (qui e qui, per esempio). Anche quando, purtroppo, a darle voce era uno scienziato da Nobel.