L’11 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp numerose richieste di verifica di un post pubblicato il 4 maggio 2020 su Facebook dove si legge: «il governo manda i Nas a Mantova per far chiudere il reparto di terapia al plasma. Quello dove si guarisce in 48h. Vuole il vaccino di B. Gates».
Il post è accompagnato da due fotografie che mostrano dei carabinieri con la divisa dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) al lavoro in un ambulatorio, senza però alcuna indicazione utile a comprendere dove siano state scattate e in che occasione.
La notizia circa la chiusura del reparto dove si effettuano le somministrazioni di plasma nell’ospedale di Mantova è falsa e le immagini a corredo sono usate fuori contesto.
In data 7 maggio l’Azienda Sanitaria Territoriale di Mantova, dov’è in corso una sperimentazione che prevede l’uso di plasma immune per il trattamento del Covid-19, ha precisato in una nota ufficiale che «sono state semplicemente richieste informazioni generiche sulla natura della sperimentazione, proprio a seguito delle notizie riportate dalla stampa. Non c’è stato però alcun accesso alla struttura da parte dei Nas». Nello specifico, «i Nas hanno fatto una semplice telefonata in ospedale per raccogliere sommarie informazioni su quello che stavamo facendo. Dopo quella telefonata non ho più sentito nulla e sono trascorsi alcuni giorni», aveva dichiarato il medico Giuseppe De Donno, pneumologo impegnato in prima linea nella sperimentazione in corso, in un’intervista a Il Mattino, il 3 maggio. Si sarebbe trattato di una richiesta di informazioni dei Nas all’ospedale di Mantova sul caso di una donna incinta curata con il plasma iperimmune presso la struttura, come ha confermato nella stessa intervista anche il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni.
A ulteriore conferma che non è in corso alcun “blocco”, solo qualche giorno dopo (l’8 maggio) ritroviamo nuove dichiarazioni del dottor De Donno che, dopo essere finito (come abbiamo approfondito qui) al centro di polemiche e bufale, ha anzi sottolineato in un video (minuto 04:23): «Ringrazio i Nas, perché anche loro hanno dimostrato la loro serietà, hanno fatto il loro lavoro e hanno permesso di verificare quanto sia serio il lavoro della sperimentazione che noi insieme ai colleghi di Pavia abbiamo messo in atto».
Sul fatto che con la somministrazione di plasma autoimmune sia possibile «guarire in 48 ore», non è ancora disponibile alcun riscontro nella letteratura scientifica, e solo la pubblicazione dei dati della sperimentazione in corso presso le strutture citate potrà fornire una risposta puntuale.
In merito al presunto legame tra il governo italiano e Bill Gates per il vaccino contro il nuovo coronavirus, anche in questo caso si tratta di una notizia infondata. Nonostante sia risaputo che l’imprenditore americano è molto impegnato sul fronte dei vaccini sappiamo anche che, al momento, seppur siano in corso diversi trial, non è ancora disponibile un vaccino contro Sars-CoV-2 (fonte Oms). Non risulta, inoltre, alcuna trattativa in atto tra il governo italiano e Bill Gates.
Non bastasse, dal punto di vista scientifico, la terapia al plasma e il vaccino non sarebbero comunque due pratiche “in concorrenza” tra loro, poiché nel primo caso parliamo di una misura di emergenza, nel secondo di una misura preventiva per immunizzare la popolazione. A chiarirlo è (di nuovo) la stessa Asst mantovana: «Mettere in contrapposizione vaccino, test sierologici o virologici, plasma, terapie farmacologiche o terapie di supporto è insensato, poiché dobbiamo disporre di tutte le armi possibili per fare fronte alla minaccia devastante rappresentata dal coronavirus».
Infine, le foto impiegate nel post sono del tutto decontestualizzate e non provano in alcun modo l’ingresso dei carabinieri dei Nas nell’ospedale di Mantova. Lo scatto a sinistra, infatti, esiste da almeno un anno, dal momento che è stato impiegato in un articolo online de Il Messaggero pubblicato il 9 maggio 2019 che tratta del sequestro di farmaci scaduti e mancanza di titoli professionali per l’esercizio della professione medica in Puglia ed Emilia Romagna. La foto a destra è presente in una nota del Ministero della Salute datata 23 dicembre 2019 che tratta di controlli e denunce a Firenze, Roma e Livorno, ed è quindi anch’essa antecedente all’epidemia di Covid-19. Nulla a che vedere, insomma, con le terapie al plasma somministrate a Mantova.
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