Logo
Questo articolo ha più di 46 mesi

I vaccini anti-Covid e i presunti decessi: come circola la disinformazione in Europa

[…]

22 febbraio 2021
Condividi

Questo articolo è stato scritto in inglese per l’Osservatorio europeo contro la disinformazione – Soma. Qui trovate la versione originale.

Dopo meno di un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19 diverse aziende farmaceutiche sono riuscite a sviluppare vaccini considerati sicuri ed efficaci dalle principali istituzioni sanitarie a livello mondiale, come l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e la Food and drugs administration americana (Fda).

Al momento, tre aziende hanno sviluppato vaccini già disponibili al grande pubblico: Pfizer-BioNtech, Moderna e, seppur in misura minore, AstraZeneca. Altre stanno invece effettuando testi clinici, o hanno recentemente fatto domanda perché il loro prodotto sia approvato per uso di emergenza.

La velocità delle procedure, mai vista prima, è stata sfruttata dai gruppi no-vax e dai sostenitori di teorie del complotto, fornendo nuovi spunti per diffondere idee sbagliate o fuorvianti riguardanti, ad esempio, la mancanza di dati raccolti durante le fasi di sperimentazione, i presunti effetti collaterali, e la presunta abilità dei vaccini di modificare il nostro Dna. Su Facta abbiamo raccolto in questa sezione i principali casi di disinformazione sul tema.

L’avvio delle procedure di distribuzione dei vaccini su scala globale – un processo che si è rivelato tanto complicato quanto le fasi di effettiva ricerca – ha dato vita a un corposo filone di notizie false che si sono diffuse in tutta Europa: i soggetti vaccinati morivano poco dopo aver ricevuto la prima iniezione.

Prese fuori contesto, queste informazioni possono indebolire la fiducia dei cittadini nei confronti dei vaccini e mettere a rischio le campagne di immunizzazione di massa avviate in diversi Paesi per cercare di mettere fine alla pandemia.  Facciamo quindi chiarezza sul tema.

Ragioni per dubitare

Nonostante, come vedremo, i vaccini contro la Covid-19 siano sicuri, il processo che ha portato al loro sviluppo è  stato tanto inusuale da poter effettivamente far sorgere qualche dubbio.

Per prima cosa, la rapidità con la quale questi sono stati sviluppati non ha precedenti: un processo che generalmente occupa 10 anni di lavoro è stato svolto in meno di 12 mesi, mentre i vari governi nazionali tentavano di bilanciare la necessità di limitare i contagi con le richieste di un sistema economico e produttivo sempre più in difficoltà.

Come abbiamo già spiegato, il processo di ricerca e sviluppo ha comunque seguito tutte le fasi tradizionali, ma queste sono state accelerate grazie alle ingenti donazioni effettuate da enti pubblici e privati spaventati dalle possibili conseguenze di una pandemia a lungo termine.

Inoltre, dopo le fasi di sperimentazione, i vaccini sono stati approvati da agenzie di regolazione nazionali e internazionali, che prima di prendere una decisione hanno accuratamente revisionato tutti i dati disponibili a riguardo. Anche questa fase è stata svolta in un tempo minore rispetto al solito, ma ha comunque rispettato ogni prassi.

Un secondo elemento che, almeno inizialmente, ha scatenato qualche incertezza è il fatto che i vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna – i primi a essere approvati per l’uso su larga scala – utilizzano una tecnologia basata sull’mRNA, un metodo che i ricercatori studiano da anni ma che non era ancora mai stato autorizzato per alcun vaccino.

Un terzo fattore riguarda invece gli effetti collaterali dei vaccini. A questo proposito è importante chiarire che sia Pfizer-BioNTech che Moderna hanno dichiarato che i rispettivi vaccini possono causare lievi effetti collaterali come mal di testa, stanchezza, o dolori muscolari. Questi, però, generalmente spariscono in modo naturale entro un paio di giorni.

In alcuni casi sono state osservate complicazioni più serie, spesso dovute a reazioni allergiche dopo l’iniezione della prima dose (è successo ad esempio a due operatori sanitari britannici, lo scorso dicembre) ma i pazienti si sono rimessi dopo aver ricevuto le cure necessarie.

L’insieme di questi elementi – le tempistiche accelerate per ricerca e approvazione, la tecnologia impiegata e i frequenti effetti collaterali di lieve entità – sono state sfruttate per creare teorie cospirazioniste e rafforzare sentimenti di diffidenza nei confronti dei vaccini affermando che, spesso, questi possono condurre alla morte.

Vediamo quindi quali sono i principali esempi di disinformazione diventati popolari in Europa.

Le notizie fuorvianti

Tutti i principali Paesi europei hanno avuto a che fare con una serie di notizie secondo cui diverse persone sarebbero morte poco dopo aver ricevuto il vaccino contro la Covid-19.

Molte di queste sembrano seguire lo stesso schema: è vero che alcuni pazienti sono deceduti dopo essere stati vaccinati, ma si tratta generalmente di individui anziani e fragili, la cui condizione di salute era già molto precaria. Molti di questi decessi, infatti, non possono essere causalmente collegati alla somministrazione dei vaccini.

Francia

In Francia, i fact-checkers di Les Surligneurs – membri del consorzio europeo contro la disinformazione Soma – hanno individuato una notizia, circolata su vari giornali tra il 21 e il 22 gennaio 2021, secondo cui diverse persone (cinque secondo alcune testate, mentre altre parlano di nove) sono morte dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino di Pfizer-BioNTech. La maggior parte degli individui aveva più di 75 anni.

Il 5 febbraio l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali (Ansm), ha rilasciato un report con dati più aggiornati. Nel documento si afferma (pagina 20) che dall’inizio della campagna di vaccinazione, il 27 dicembre 2020, e fino al primo febbraio, 59 persone erano morte dopo aver ricevuto un vaccino contro il nuovo coronavirus.

Allo stesso tempo, il report specificava – ripetendolo diverse volte (pagine 22) – che non oggi possibile stabilire alcun legame causale tra le procedure di vaccinazione e il decesso dei pazienti.

Si legge (pagine 22) poi che tra il 2018 e il 2019, quindi prima dell’inizio della pandemia, ogni giorno le case di riposo francesi registravano tra i 400 e i 500 morti. Il numero di decessi seguiti alla vaccinazione, quindi, non è particolarmente rilevante o preoccupante da un punto di vista puramente statistico.

Spagna

Attraverso la piattaforma collaborativa Truly Media abbiamo identificato alcune notizie simili anche in Spagna. All’inizio di febbraio, almeno sette persone sono morte in una casa di riposo di Toledo dopo aver ricevuto il vaccino di Pfizer-BioNTech. Erano tutti positivi al nuovo coronavirus: la casa di riposo si è infatti trasformata in un vero e proprio focolaio, dove quasi tutti i pazienti e gli operatori sanitari sono risultati infetti.

In questo caso è importante ricordare che il vaccino sviluppato da Pfizer-BioNTech (e anche quello di Moderna) ha bisogno di una doppia iniezione per essere completamente efficace, poiché la prima dose offre una copertura efficace solo al 52 per cento. Nella finestra temporale che separa la prima e la seconda iniezione è ancora possibile contrarre il virus e, di conseguenza, ammalarsi.

Germania

I ricercatori di eVAI Intelligence, parte del network Soma, hanno segnalato un articolo, pubblicato dal quotidiano tedesco Der Spiegel, che riprendeva le parole di un presentatore televisivo cinese secondo cui 10 persone sarebbero morte in Germania dopo aver ricevuto il vaccino.

Anche in questo caso l’informazione è corretta, ma presentata in modo fuorviante. Il Paul Ehrlich Institute, l’ente federale responsabile per le vaccinazioni e la biomedicina, ha spiegato infatti che i pazienti in questione erano anziani e presentavano condizioni mediche pregresse, le quali con tutta probabilità hanno causato i decessi.

Si sono verificati anche casi di disinformazione più isolati: in Baviera, la morte di un vigile del fuoco è stata collegata alla recente iniezione di un vaccino contro la Covid-19. I fact-checkers di Br24 hanno spiegato che la notizia del decesso è vera, ma la causa primaria è riconducibile a un infarto.

Italia

Verso la metà dicembre su Facta abbiamo verificato la notizia, circolata in vari Paesi europei, secondo cui sei persone erano morte durante i test clinici per il vaccino di Pfizer-BioNTech.

L’informazione è corretta, ma è stata spesso riportata in modo decontestualizzato e  fuorviante. Delle sei persone decedute, quattro facevano parte del gruppo placebo, e non hanno quindi mai ricevuto il vaccino. Per quanto riguarda invece le due persone realmente vaccinate, la prima ha avuto un attacco di cuore 62 giorni dopo aver ricevuto la seconda dose, mentre la seconda aveva una forma di arteriosclerosi preesistente che ha causato il decesso.

In seguito all’avvio della campagna di immunizzazione di massa, i giornali italiani hanno riportato diversi casi di pazienti deceduti dopo essere stati vaccinati (un’anziana signora a Genova che ha avuto un’emorragia cerebrale, ad esempio, o un medico di Mantova che ha avuto un infarto). In tutte le diverse circostanze gli eventi non sembrano essere collegabili causalmente.

Altri Paesi

Notizie riguardanti decessi (erroneamente) collegati ai vaccini contro la Covid-19 sono diventate particolarmente popolari in Norvegia. Nella seconda metà di gennaio, i giornali di tutta Europa – qualche esempio in Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia e Francia – hanno parlato di 23 persone morte nelle case di riposo norvegesi dopo essere state vaccinate.

Il 2 febbraio 2021, l’Istituto di salute pubblica norvegese ha comunicato che 56 persone erano morte nel Paese entro 12 giorni dalla somministrazione della prima dose. Tutti i decessi hanno riguardato «persone anziane residenti in case di riposo, di più di 70 anni». Inoltre «molti di questi casi permettono di escludere ogni legame con la vaccinazione. Il fatto che persone residenti in casa di riposo si spengano poco dopo la vaccinazione non implica l’esistenza di un legame causale» tra i due eventi.

Il comunicato ammette però che, in alcuni casi «è possibile che reazioni collaterali, di entità relativamente lieve, sviluppate da persone anziane dopo aver ricevuto il vaccino possano contribuire a peggiorare la loro condizione di salute, portando alla morte».

La Norvegia registra una media di 45 decessi al giorno nelle case di riposo ed è quindi «prevedibile che alcuni decessi si verifichino dopo aver ricevuto il vaccino, senza però che ci sia necessariamente un legame causale con esso».

In Irlanda, il giornale TheJournal.ie ha verificato un post circolato sui social media che collegava la morte di un medico al Wexford General Hospital al recente vaccino contro il nuovo coronavirus. I fact-checkers locali hanno spiegato che «l’Autorità irlandese di regolamentazione per i prodotti sanitari (Hpra) ha confermato che non vi è stata alcuna segnalazione di decessi potenzialmente collegabili ai vaccini contro la Covid-19».

Nonostante questo, i ricercatori dell’Istituto per i media del futuro e la comunicazione dell’Università di Dublino hanno fatto notare come notizie fuorvianti di stampo simile abbiano continuato a circolare su Twitter.

Infine, i ricercatori tedeschi di eVAI Intelligence hanno individuato una narrativa simile anche in Svizzera, dove una donna di 91 anni è morta cinque giorni dopo aver ricevuto il vaccino. Swissmedic, l’autorità svizzera per la sorveglianza dei farmaci e dei dispositivi medici, ha però affermato che l’esistenza di un legame tra i due eventi è «altamente improbabile».

Parallelamente a questa macrocategoria di affermazioni fuorvianti una seconda narrativa – questa volta completamente infondata – si è diffusa in diversi Paesi europei.

Le presunte prime vittime per ogni Paese

Un secondo e recentemente popolare esempio di disinformazione si basa sul fatto che persone specifiche, generalmente le prime a ricevere il vaccino nei vari Paesi europei, siano poi morte. Tutte queste notizie erano false.

Francia

I giornalisti di Checknews – la sezione di fact-checking del giornale francese Liberation hanno verificato la notizia secondo cui Mauricette, una donna di 78 anni che per prima ha ricevuto il vaccino in Francia lo scorso 27 dicembre, sarebbe poi deceduta.

Checknews ha rintracciato il percorso e l’origine della bufala: un utente ha inizialmente condiviso l’informazione su Twitter il 28 dicembre, senza riscuotere particolare seguito. Il post ha raggiunto una discreta popolarità circa due settimane dopo, quando iniziarono a circolare le prime notizie riguardanti i 23 morti norvegesi di cui abbiamo parlato sopra.

Successivamente l’utente che aveva pubblicato il messaggio riguardante la morte di Mauricette ha ammesso che si trattava di una «fake news» e il consorzio ospedaliero di Parigi, dove è avvenuta la vaccinazione, ha definito «falso» il decesso.

Spagna

Myriam Redondo, curatrice del sito Globograma e parte del network Soma, ci ha segnalato una notizia falsa circolata in Spagna secondo cui Araceli Hidalgo, la prima persona a ricevere il vaccino nel Paese, sarebbe morta poco dopo l’iniezione.

I fact-checkers di Rtve hanno smentito la notizia, e la casa di risposo in cui risiede Araceli ha confermato che la paziente è in buona salute.

Regno Unito

L’avvio dei test clinici per il vaccini di AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università di Oxford, ha portato con sé una serie di teorie cospirazioniste.

Una bufala, in particolare, è circolata in molti Paesi europei: Elisa Granato, la prima volontaria a ricevere il vaccino ancora in fase sperimentale, sarebbe deceduta pochi giorni dopo.

L’informazione è stata smentita da diversi fact-checkers, e il Dipartimento per la salute e i servizi sociali del Regno Unito ha confermato che «le notizie che circolano sui social media secondo cui la prima volontaria per i testi clinici nel Regno Unito relativi al vaccino contro il coronavirus è morta sono completamente false».

Teorie del complotto

In alcuni Paesi, la disinformazione relativa ai vaccini contro la Covid-19 e i presunti decessi a loro riconducibili ha assunto toni più pericolosi.

I ricercatori di DebunkEU hanno individuato una serie di articoli provenienti dalla Polonia secondo cui gli effetti collaterali gravi sarebbero estremamente frequenti, e i governi starebbero sfruttando i vaccini per controllare o uccidere la popolazione su larga scala.

Queste teorie possono essere inserite nella più ampia cornice delle teorie cospirazioniste che considerano la pandemia in corso come un piano delle élite per sovvertire l’ordine mondiale, come spiegato in documentari quali l’americano Plandemic o il francese Hold-Up, di cui abbiamo parlato qui.

I vaccini in Europa: come stanno realmente le cose

Informazioni fuorvianti riguardanti presunti decessi in seguito alla somministrazione del vaccino, bufale completamente inventate e teorie cospirazioniste ancora più allarmanti contribuiscono a rafforzare un sentimento di diffidenza nei confronti dei vaccini, riducendo così i livelli di fiducia generali dei cittadini.

Ricordiamo che in realtà i vaccini sono sicuri.

Il 29 gennaio l’Ema ha pubblicato il primo Rapporto aggiornato sulla sicurezza dei vaccini che analizza gli effetti collaterali causati dal vaccino di Pfizer-BioNTech. Nel documento si precisa che «non sono stati rilevati elementi particolarmente preoccupanti legati all’uso del vaccino in persone fragili o anziane. I benefici di Comirnaty nella prevenzione della Covid-19 continuano a superare i rischi».

Il database europeo sulle sospette reazioni avverse dei medicinali (EudraVigilance) sta attualmente raccogliendo informazioni relative agli effetti collaterali causati dai vaccini di Moderna e Pfizer-BioNTech, ma non riporta informazioni riguardanti i decessi.

Alcuni dati arrivano però dagli Stati Uniti. Il 27 gennaio i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno pubblicato un report sulla sicurezza dei vaccini contro la Covid-19, relativo alla prima fase della campagna di immunizzazione di massa.

Nel documento si sostiene che, al 24 gennaio 2021, quasi 22 milioni di persone avevano ricevuto almeno una dose del vaccino di Moderna o Pfizer-BioNTech. Il numero di persone decedute dopo l’iniezione era di 196 (0,0009 per cento del totale). È importante sottolineare che il report include morti «dovute a ogni causa», e quindi non necessariamente legate in modo causale alla vaccinazione.

In conclusione

Da quando i vari Paesi europei hanno avviato le campagne di immunizzazione contro la Covid-19 sono iniziate a diffondersi informazioni false o fuorvianti riguardanti persone che sarebbero decedute poco dopo la vaccinazione.

In questo articolo abbiamo individuato due esempi di disinformazione legati a questa tematica.

Il primo sfrutta le storie di persone realmente decedute dopo essere state vaccinate, ma collega i due eventi in modo forzato e sbagliato da un punto di vista causale.

Se da un lato è vero che varie persone, in diversi Paesi, sono morte pochi giorni dopo aver ricevuto la prima iniezione, nella maggior parte dei casi si è trattato di individui anziani e con condizioni di salute già di per sé precarie. I documenti ufficiali rilasciati dalle autorità sanitarie escludono ogni nesso causale tra i due eventi e precisano che il vaccino non può essere considerato la principale causa del decesso.

La seconda narrativa – circolata principalmente in Francia, Spagna e, seppur in forma leggermente diversa, nel Regno Unito – sostiene che la prima persona ad essere stata vaccinata in un determinato Paese è poi deceduta. In tutti i casi, queste affermazioni si sono rivelate false.

Parallelamente, una serie teorie cospirazioniste di più largo respiro hanno preso piede sul web. I ricercatori di DebunkEU ci hanno infatti presentato una serie di contenuti allarmanti pubblicati da siti web polacchi, dove la pandemia di Covid-19 è considerata un’invenzione delle élite per controllare l’umanità. Questa teoria non ha alcun fondamento.

Come abbiamo visto, i vaccini attualmente disponibili contro il nuovo coronavirus hanno superato tutte le fasi di testaggio e sperimentazione e sono stati ritenuti sicuri ed efficaci dalle più importanti agenzie regolatorie a livello mondiale.

In alcuni casi questi hanno portato a reali complicazioni per la salute dei pazienti, ma l’incidenza complessiva degli effetti collaterali gravi rimane minima se comparata con il numero di dosi distribuite fino ad ora.

Pagella Politica, Facta, Globograma, eVAI Intelligence, DebunkEU, the Institute for future media and communications at Dublin City University, e Les Surligneurs hanno contribuito a questo articolo.

Credits immagine di copertina: Marco Verch (via Flickr)

LEGGI ANCHE
Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp