Il 25 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp molte segnalazioni in merito a un messaggio anonimo, virale attraverso l’app di messaggistica, che metteva in allerta verso un’iniziativa per mano della azienda di telefonia Vodafone la quale starebbe, stando al testo, proponendo un nuovo contratto telefonico attraverso i propri operatori per passare al 5G. Si tratterebbe di una «trappola», avvisa il messaggio, che fa esplicito riferimento a presunti «gravi effetti sulla salute» legati alla nuova rete per le telecomunicazioni.
Il testo, molto lungo e dai toni informali (mescolando stampatello minuscolo e maiuscolo, per esempio, contiene diverse imprecisioni grammaticali e di punteggiatura), inizia con le parole «Notizia importantissima che dovete fare girare assolutamente e anche alla svelta». Nelle prime righe viene fatto il nome di Vittorio Colao, che viene presentato come «amministratore delegato Vodafone Italia» ma anche, ad accendere i sospetti, come persona «a capo della task force per la 5G». In seguito, viene spiegato che il nuovo contratto, per proporre il quale gli utenti verrebbero presi «d’assalto» dai call center, «prevederà il dimezzamento dei costi, a patto che – si legge – accettiate di passare dalla vostra attuale 4G alla 5G». In questo modo, e cioè facendo leva sui costi dei servizi, «ci fotteranno definitivamente con la 5G, perchè se almeno la metà della popolazione la accetterà loro avranno la forza di introdurla definitivamente senza nemmeno il nostro consenso», va avanti il messaggio.
Si tratta di una serie di notizie infondate.
La redazione di Facta ha contattato via email l’ufficio stampa di Vodafone Italia ed è in attesa di un riscontro ufficiale alle accuse sollevate dal messaggio.
Da subito possiamo però affermare che Vittorio Colao non è più amministratore delegato di Vodafone dal 2018, a differenza di quando sostenuto nel messaggio e come è facile verificare consultando il suo profilo professionale su LinkedIn, il suo cv e come confermato da fonti di stampa che nel maggio 2018 coprirono la notizia.
Qui anche un profilo di Colao ricostruito il 10 aprile 2020 da Il Post, proprio in occasione della sua nomina a dirigere la task force della cosiddetta “Fase 2” per la ricostruzione economica del Paese dopo l’epidemia di Covid-19. Colao non è quindi a capo della «task force per la 5G» menzionata nel messaggio in esame, che non esiste.
In merito al 5G e a presunti effetti tossici sulla salute, la stessa Organizzazione mondiale della sanità è intervenuta per sottolinearne l’infondatezza. In particolare, nel contesto della pandemia, l’Oms ha bollato il legame tra la rete per le telecomunicazioni 5G e la diffusione del virus come uno dei casi di disinformazione più diffusi nel corso della pandemia, come abbiamo avuto modo di verificare più volte anche noi di Facta (per esempio qui, qui, qui e qui).