No, le onde 5G non fanno «impazzire» l’emoglobina - Facta
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No, le onde 5G non fanno «impazzire» l’emoglobina

Il 6 aprile la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione recante uno screenshot di allarme su presunti gravi effetti collaterali legati al segnale 5G, quello alla base delle reti di telecomunicazione di ultima generazione. Stando a quanto riportato, i sintomi richiamerebbero quelli da Covid-19, la malattia da nuovo coronavirus. 

«Quando attraversano un corpo vivente, uomini, delfini, uccelli, ecc. fanno impazzire l’emoglobina, che non riesce più a catturare l’ossigeno per portarlo ai globuli rossi», recita il testo, «il sangue può anche acidificarsi», «la pelle assumere un colore bluastro», si parla di «crisi respiratorie», «collassi», «decessi improvvisi come accaduto ad alcuni cittadini di Wuhan» con un chiaro riferimento all’epidemia di Covid-19 «e alle migliaia di volatili in altre parti del mondo». Insomma, ci sarebbe da preoccuparsi, e parecchio.

Si tratta di una serie di notizie – oltre che espresse in modo piuttosto confuso – false. Andiamo con ordine.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità è molto chiara in proposito. Indicazioni aggiornate al 27 febbraio 2020, quando l’epidemia di coronavirus era già in profonda espansione, riportano che «A oggi, e dopo molta ricerca, nessun effetto negativo sulla salute è stato causalmente collegato all’esposizione a tecnologie wireless». 

Anche se, si precisa nella stessa nota, le conclusioni si rifanno a studi condotti sull’intero spettro radio e non sulle specifiche frequenze utilizzate dal 5G, in ogni caso l’interazione tra i campi ad alta frequenza e il corpo umano determina niente più che un riscaldamento dei tessuti. Un riscaldamento che viene definito «trascurabile» se correlato allo stato di salute. Tanto che la conclusione dell’Oms è che, a condizione che l’esposizione complessiva rimanga al di sotto delle linee guida internazionali, non siano previste conseguenze per la salute pubblica. 

Non abbiamo poi trovato alcun riscontro nella letteratura scientifica sulle affermazioni in merito alle evidenze di effetti tossici come quelli riportati nel messaggio sull’emoglobina, né negli esseri umani né nei delfini, né negli uccelli. 

Lo stesso Ministero della Salute, su parere degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, dichiara che non ci sono evidenze di una possibile correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G. 

Abbiamo invece riscontrato in questi giorni diversi esempi di fake news in merito a presunte stragi di uccelli per colpa del 5G, puntualmente smentite (qui e qui) poiché decontestualizzate. 

Quella sulla creazione di contenuti allarmistici sui possibili danni alla salute riconducibili al 5G è un qualcosa che si ripete nel mondo della disinformazione e, – ne abbiamo parlato lo scorso 3 aprile in questo articolo – anche il presunto legame tra questa tecnologia e la pandemia da nuovo coronavirus non si sta dimostrando da meno.

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