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Il tweet in cui Giorgia Meloni definisce «una montatura giudiziaria» l’arresto di alcuni Carabinieri a Piacenza è un falso

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24 luglio 2020
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Giovedì 23 luglio la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’esistenza di un tweet, pubblicato il 22 luglio su Facebook e attribuito a Giorgia Meloni, nel quale la leader di Fratelli d’Italia definirebbe «una montatura giudiziaria» l’arresto dei 7 Carabinieri a Piacenza, con accuse che spaziano dalla tortura allo spaccio di droga.

«Complimenti all’Arma dei Carabinieri per aver chiuso quel covo di violenti a Piacenza» si legge nel presunto tweet attribuito a Meloni, «Solidarietà ai Carabinieri che per un’assurda montatura giudiziaria sono stati arrestati quest’oggi a Piacenza. Sempre al vostro fianco, sicuri della vostra innocenza». Il tweet riporta la data del 22 luglio 2020, alle ore 12.15.

Si tratta di una notizia falsa.

Immagine pubblicata su Facebook il 22 luglio 2020 – Immagine modificata

Come è possibile verificare controllando l’account Twitter ufficiale di Giorgia Meloni, infatti, il messaggio in questione non è mai stato pubblicato. Scorrendo fino alle ore 12.15 del 22 luglio (orario riportato nello screenshot oggetto di verifica) troviamo invece un tweet dedicato al Recovery Fund, il fondo di ripresa varato dall’Unione europea per rispondere all’emergenza causata dalla Covid-19. Questo tweet è stato utilizzato come base per il falso screenshot.

Il vero tweet pubblicato da Giorgia Meloni alle 12.15 del 22 luglio 2020

Il caso dei Carabinieri di Piacenza è stato reso pubblico mercoledì 22 luglio, quando per la prima volta in Italia un’intera caserma dei Carabinieri è stata posta sotto sequestro, con accuse di traffico e spaccio di stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico.

Giorgia Meloni non ha ad oggi [venerdì 24 luglio 2020 ndr] pubblicato post sui social relativi alla vicenda, ma ha comunque commentato pubblicamente il caso, dichiarando alle agenzie di stampa che «chi sbaglia paga e se chi sbaglia indossa una divisa, rappresenta lo Stato e ha il dovere di difendere i cittadini dovrebbe pagare il doppio», ma che ha trovato tuttavia «incomprensibile» il sequestro di un’intera caserma.

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