No, «le compagnie assicurative Usa» non hanno collegato un incremento dei decessi alla vaccinazione - Facta
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No, «le compagnie assicurative Usa» non hanno collegato un incremento dei decessi alla vaccinazione

Il 18 gennaio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 5 gennaio 2022 sul sito ilparagone.it, gestito dal senatore Gianluigi Paragone. L’articolo riporta le dichiarazioni rilasciate a fine dicembre 2021 da Scott Davison, Ceo (sigla che sta per chief executive officer, in italiano amministratore delegato) della compagnia assicurativa statunitense One America. 

Secondo le presunte dichiarazioni di Davison, nel 2021 si sarebbe verificato un aumento della mortalità nella classe dei lavoratori fra i 18 e i 64 anni del 40 per cento rispetto a prima della pandemia. Stando a quanto riportato dall’articolo oggetto di analisi, il Ceo con i suoi dati avrebbe «dato conferma di quanto anche noi [ilparagone.it ndr] diciamo da diverso tempo evidenziando i dati sulla mortalità tra i giovani da quando si è iniziata la vaccinazione di massa». Di questa idea (e interpretazione) anche alcuni utenti sui social network, che negli ultimi giorni hanno interpretato le parole di Davison come una condanna verso la vaccinazione anti-Covid, responsabile di causare decessi e di impattare sulle compagnie di assicurazione. 

La notizia secondo cui i vaccini anti-Covid avrebbero causato negli Stati Uniti un aumento dei decessi del 40 per cento e impatterebbero sulle assicurazioni è falsa. Lo stesso Davison è intervenuto per contestualizzare le sue dichiarazioni, diventate virali. Andiamo con ordine.

Innanzitutto, le dichiarazioni di Davison sono integralmente disponibili a questo link (dal minuto 21:03) e non contengono alcun riferimento ai vaccini. Dal minuto 23:00 Davison cita invece il dato dell’incremento del 40 per cento riscontrato nel numero di decessi degli individui tra i 18 e i 64 anni, riferendolo al solo terzo trimestre del 2021.

Contattato da Associated Press Davison ha ribadito che il suo discorso non aveva nulla a che fare con la campagna di vaccinazione oggi in corso negli Stati Uniti, ma riguardava più in generale i decessi legati alla Covid-19. Davison ha precisato che i dati in suo possesso sono coerenti con quelli pubblicati dai Centers for Disease Control (Cdc) statunitensi che vedono una crescita dei decessi a causa della Covid-19 e non della campagna di vaccinazione. 

Nello specifico, Davison ha sottolineato come i dati dei Cdc indichino «che il 65 per cento dei decessi in eccesso nel terzo trimestre può essere direttamente attribuito al Covid», mentre «una parte significativa delle restanti morti in eccesso sia causata da cure mediche differite e da individui che si riprendono dalla Covid, ma in seguito muoiono a causa del tributo che la Covid ha avuto sui loro corpi». Dunque, nessun riferimento ai vaccini e alla loro somministrazione.

I dati dei Cdc riportano, tra le altre cose, anche le rare segnalazioni di decesso in seguito alla vaccinazione anti-Covid. Stando ai dati oggi disponibili, al 12 gennaio 2022 sono noti nove decessi (su più di 520 milioni di dosi somministrate negli Stati Uniti) attribuibili alla vaccinazione anti-Covid, con particolare riferimento a trombosi legate al vaccino Johnson & Johnson (sono più di 17,7 milioni le dosi somministrate). Ricordiamo, come abbiamo raccontato in questo nostro articolo, che non a tutte le segnalazioni corrisponde una scientifica conferma di un nesso vaccino-evento avverso o vaccino-decesso, il processo di verifica è complesso e richiede tempo.

Catherine Theroux, portavoce della Limra – organizzazione mondiale di ricerca, consulenza e sviluppo professionale finanziata dal settore assicurativo – ha dichiarato ai colleghi di Associated Press che «l’azienda non ha dati concreti fino alla fine del 2021, ma non c’è motivo di suggerire che i vaccini abbiano causato l’eccesso di decessi», «le morti causate dalla variante delta altamente contagiosa del coronavirus, che ha imperversato negli Stati Uniti nell’estate del 2021, hanno probabilmente contribuito all’aumento dei decessi». Ricordiamo infatti che già per il 2020 la Covid-19 era stata stimata come la terza causa di morte negli Stati Uniti. 

Vale la pena precisare, infine, che la redazione di Facta non ha modo di verificare la correttezza dei dati forniti da One America, ma che in nessun caso questi rappresenterebbero un campione significativo della popolazione americana.

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