Draghi non ha emanato un decreto che porterà l’Italia a stampare «di nuovo moneta» - Facta
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Draghi non ha emanato un decreto che porterà l’Italia a stampare «di nuovo moneta»

Il 7 ottobre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un filmato pubblicato il 5 ottobre su TikTok, contenente un’immagine del presidente del Consiglio uscente Mario Draghi e un testo in cui si legge: «Draghi con un decreto ha fatto rientrare Banca d’Italia e ha ritirato l’oro depositato in garanzia in Europa, forse stamperemo dinuovo moneta?? Sta preparando la fuoriuscita dal Europa??».

Mentre scriviamo, il filmato ha ricevuto oltre 17 mila visualizzazioni ed è stato diffuso anche su Twitter.

Si tratta di una notizia falsa. 

Il decreto del presidente del Consiglio descritto nel filmato non esiste, ma l’autore del contenuto fa riferimento a tre diversi atti ufficiali, che non hanno nulla a che fare con la possibilità di abbandonare l’Unione economica e monetaria dell’Unione europea (Uem). Andiamo con ordine. 

Il contenuto oggetto della segnalazione si rifà a un video pubblicato il 2 ottobre 2022 su YouTube dal canale Aljaliya 24 (circa 68 mila iscritti), intitolato “GUARDATE ATTENTAMENTE IL VIDEO É MOLTO IMPORTANTE PER IL NOSTRO PAESE”. Al suo interno, una voce maschile spiega che «il nostro Paese è diventato uno Stato sovrano e indipendente» (minuto 00:46) e ciò grazie alla modifica dello «statuto di Bankitalia», approvato il 4 agosto 2022 dal Consiglio dei ministri. 

Secondo l’autore del video, tale modifica avrebbe prodotto un «ritorno alle origini» (minuto 01:55) dal momento che «Bankitalia, con la k, lascerà il posto alla Banca d’Italia». In particolare, tale cambio di rotta si sostanzierebbe in un aumento di capitale dell’organismo bancario (minuto 02:45), i cui fondi sarebbero ora messi a disposizione da Cassa depositi e prestiti (Cdp, società per azioni controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze). Dal momento che l’aumento di capitale è gestito da una partecipata dello Stato, spiega la voce, stiamo assistendo al ritorno della «vecchia Banca d’Italia» (minuto 03:39) e del ritorno «del nostro oro nella disponibilità diretta dello Stato», che di conseguenza produrrà «il ritorno della zecca sotto il controllo del Tesoro».

A testimoniare il presunto nuovo corso della Banca d’Italia ci sarebbero anche due ulteriori documenti, aggiunge l’autore del video dal minuto 04:32, grazie ai quali tra il 14 e il 30 settembre 2022 la Zecca dello Stato italiano avrebbe richiesto delle nuove «macchine grafiche» e una fornitura d’oro. Secondo l’autore del video, ciò significherebbe che «stiamo riportando in Italia il nostro oro che avevamo affidato alla Bce» e che quindi «siamo tornati uno Stato sovrano», la «terza potenza aurea in tutto il mondo». 

Innanzitutto, la Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana, che dal 1998 è parte integrante del sistema europeo delle banche centrali (Sebc), insieme ai corrispettivi dei Paesi membri dell’Unione europea. Vale la pena precisare che anche dopo il 1998 l’organismo ha continuato a essere identificato come Banca d’Italia, mentre l’espressione “Bankitalia” è una semplice formula giornalistica priva di alcuna connotazione.

Il 15 giugno 2022, il Consiglio dei ministri ha realmente approvato una modifica dello statuto della Banca d’Italia, adottato il 4 agosto 2022 con decreto del presidente della Repubblica. Il contenuto della modifica non è in alcun modo collegato a una presunta restaurazione della sovranità nazionale (condizione che la Repubblica italiana non ha mai perso nella sua storia), ma stabilisce l’innalzamento della soglia massima di detenzione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia, rivede il ruolo del collegio sindacale e dei revisori dei conti ed ottimizza il funzionamento degli organi decisionali. Il nuovo statuto è integralmente disponibile a questo link e nel marzo 2022 la modifica ha ottenuto il parere positivo della Banca centrale europea.

Veniamo ora ai presunti documenti che proverebbero la reintroduzione della sovranità monetaria dell’Italia. Si tratta di due avvisi di aggiudicazione d’appalto per la fornitura di materiale all’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato s.p.a., pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale rispettivamente il 14 settembre e il 30 settembre 2022. Tali appalti servono a rifornire la Zecca dello Stato di macchine grafiche e oro, materiali utili alla stampa di monete banconote.

Con l’introduzione della moneta unica, e quindi dal 1° gennaio 1999, la Banca d’Italia ha perso la facoltà di presiedere alla politica monetaria nazionale, ma l’Italia non ha smesso di stampare fisicamente moneta. Ciò avviene all’interno della Zecca di Stato, stabilimento di proprietà dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato s.p.a, che conia moneta circolante e per collezionisti «in ambito istituzionale ed esclusivo» per Italia, San Marino e Vaticano. La gara d’appalto descritta nel video, insomma, serviva a reperire i materiali utili a stampare gli euro. 

Infine, era stato proprio Mario Draghi, rispondendo a un’interrogazione presentata nel 2019 da alcuni europarlamentari italiani, a precisare che la Banca centrale europea ha il «pieno diritto» di gestire le riserve auree dei Paesi che hanno adottato l’euro come moneta.

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