Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia si dovrebbe produrre più energia nucleare, ma le rinnovabili restano fondamentali - Facta
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Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia si dovrebbe produrre più energia nucleare, ma le rinnovabili restano fondamentali

Negli ultimi giorni la redazione di Facta ha ricevuto alcune richieste di chiarimento circa un rapporto pubblicato dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), organizzazione internazionale fondata all’interno dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) per consigliare gli Stati membri sulla politica energetica. Stando alle segnalazioni, l’Iea avrebbe stabilito che per combattere il riscaldamento globale sarebbe necessario raddoppiare la produzione di energia nucleare.

Si tratta di una notizia vera, ma che se presentata fuori dal suo contesto può risultare fuorviante. Vediamo con ordine che cosa dice effettivamente l’Iea e perché le energie rinnovabili restano fondamentali.

Le segnalazioni si riferiscono a questo rapporto pubblicato a maggio 2021 dall’Iea e intitolato “Net Zero by 2050” (in italiano, “Emissioni nette [di gas serra] entro il 2050”). Il rapporto delinea un possibile scenario per portare a zero il bilancio netto delle emissioni di gas serra come la CO2 (principale responsabile della crisi climatica in atto) riducendo e infine eliminando il contributo dei combustibili fossili come carbone e petrolio. Come è esplicitamente dichiarato nel rapporto, lo scenario delineato è «un percorso, non il percorso alle emissioni zero» (enfasi presente nel testo originale). 

Assodato questo, scopriamo che cosa prevede lo scenario Iea per quanto riguarda le fonti di energia elettrica. L’Iea ha precisato che in tale scenario «le fonti rinnovabili contribuiscono più di tutte» a rimuovere le emissioni di CO2, con un contributo delle rinnovabili (in particolare energia solare ed eolica) che sale dal 29 per cento nel 2020 a oltre il 60 per cento nel 2030 e infine tocca quasi il 90 per cento nel 2050. Per quanto riguarda il nucleare, secondo l’Iea questa fonte dovrebbe portare un «contributo significativo» e la produzione di energia nucleare raddoppierebbe entro il 2050. 

Nello scenario Iea però tale aumento della capacità nucleare sarebbe guidato principalmente dalle economie emergenti: «due terzi della nuova capacità nucleare […] viene costruita nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, principalmente sotto forma di reattori su larga scala».

Le economie avanzate come quelle dei Paesi europei invece, prosegue l’Iea, dovrebbero concentrarsi principalmente sul mantenere e prolungare la vita dei reattori nucleare esistenti. Lo scenario prevede inoltre che le economie avanzate dovrebbero espandere la propria capacità energetica nucleare usando i cosiddetti piccoli reattori modulari. Si tratta di una tecnologia ancora agli inizi: secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica tali reattori sono «ancora lontani dall’utilizzo su larga scala» e in Russia il primo reattore nucleare modulare per uso commerciale, ha iniziato le operazioni solo nel maggio 2020. Ci sono inoltre ancora dubbi sui costi e sulla sicurezza di questa tecnologia. In ogni caso seguendo lo scenario Iea «la frazione dell’energia totale generata dal nucleare nelle economie avanzate cala dal 18 per cento nel 2020 al 10 per cento nel 2050». 

È comunque vero che secondo l’Iea l’investimento globale nel nucleare sarebbe necessario: in uno scenario in cui non vengono costruite nuove centrali né allungata la vita delle centrali attuali diventano fondamentali ulteriori investimenti in energie rinnovabili, tali da rendere l’obiettivo delle emissioni zero più costoso e più difficile da raggiungere. È anche vero che la politica europea sul nucleare è divisa e che diversi Paesi europei hanno annunciato di voler abbandonare l’energia nucleare.

In conclusione, è vero che l’Iea ha previsto che, globalmente, raddoppiare la produzione di energia elettrica tramite il nucleare sarebbe molto importante, se non necessario, per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050. Questa espansione del nucleare però, secondo l’Iea, dovrebbe avvenire principalmente nelle economie in via di sviluppo, tra le quali non è possibile classificare l’Europa. Inoltre, anche se la capacità energetica nucleare attuale delle economie avanzate dovrà essere mantenuta ed espansa tramite tecnologie innovative, la percentuale di energia elettrica prodotta dal nucleare in queste economie dovrebbe tendere a diminuire. L’Iea prevede quindi di dover espandere il nucleare, ma il ruolo dell’Europa in questo sarebbe relativamente minore, e a dominare la transizione energetica sarebbero le energie rinnovabili.

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