Non ci sono prove che questo video della crocifissione di un soldato russo sia reale - Facta
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Non ci sono prove che questo video della crocifissione di un soldato russo sia reale

Il 4 marzo 2022 su TikTok è stato pubblicato un filmato che richiama un tweet del 27 febbraio, contenente due fotogrammi della crocifissione di un soldato per mano di altri uomini in mimetica. Le immagini sono accompagnate da un testo che recita: «Sono in possesso di 10 minuti di questo video.. Questi sono coloro che la Russia vuole fermare,  coloro che dal 2008 stanno facendo atrocità, ora ditemi chi e’ il mostro? Se capitasse a Vostro Marito Padre Figlio ?».

Secondo l’autore del tweet, dunque, le immagini mostrerebbero l’esecuzione di un soldato russo da parte di esponenti dell’esercito ucraino. Il riferimento è all’aggressione militare all’Ucraina lanciata dalla Russia nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022, che il presidente Russo Vladimir Putin ha giustificato con la necessità di «denazificare» il Paese ex sovietico.

Si tratta di una notizia non sostenuta da alcuna prova. 

Il filmato citato nel tweet oggetto della verifica ha iniziato a circolare sui social media in lingua russa a partire dal 24 aprile 2015 come «un video pubblicato dal gruppo hacker di CyberBerkut» che mostrerebbe il «massacro di un soldato dell’esercito della Nuova Russia» compiuto «combattenti ucraini del reggimento volontario nazionalista Azov». 

“Nuova Russia” è il nome non ufficiale della federazione nata dalle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, resesi indipendenti dall’Ucraina il 24 maggio 2014 attraverso un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. Il processo separatista è stato interrotto il 20 maggio 2015. Il battaglione Azov è invece un reparto militare ucraino di ispirazione neonazista, nato come milizia volontaria e dal 2015 inquadrato nella Guardia nazionale dell’Ucraina, la componente di riserva delle forze armate di Kiev.

Il giorno successivo alla pubblicazione del filmato, il battaglione Azov ne ha smentito l’autenticità con un post pubblicato sul social network russo Vk, spiegando che le uniformi e le armi delle persone ritratte nel video non corrispondono a quelle in dotazione alla milizia. Il profilo social del battaglione Azov ha sottolineato inoltre che la presunta vittima «​​non ha gridato quando è stato sollevato inchiodato alla croce» e che le riprese di interrompono poco prima che la croce inizi a bruciare, non mostrando dunque l’uccisione del soldato. Questi elementi, secondo quanto sostiene Azov, dimostrerebbero che il video non è autentico e che è in realtà «un falso volto a screditare il battaglione Azov».

Con un successivo post, pubblicato lo stesso 25 aprile 2015 su Facebook, i rappresentanti di Azov hanno inoltre evidenziato che le persone ritratte nel video parlavano un «ucraino stentato». Nonostante la smentita del battaglione Azov non sia sufficiente per considerare il filmato un contenuto di disinformazione, non esistono prove per affermare il contrario. L’identità della presunta vittima non è infatti ad oggi stata resa nota e non abbiamo elementi per verificare l’autenticità degli eventi ritratti nel video. 

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