Il mito della "Norimberga antivaccinista" - Facta
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Il mito della “Norimberga antivaccinista”

di Leonardo Bianchi

Nel mondo rovesciato di alcune teorie del complotto, la pandemia di Covid-19 sarebbe stata creata deliberatamente per imporre una fantomatica «dittatura sanitaria» attraverso svariati crimini, tra cui spiccano le restrizioni sanitarie e la vaccinazione di massa.

Per punire tali «reati», gli ambienti antivaccinisti e complottisti chiedono da tempo l’istituzione di un «tribunale speciale» modellato su quello di Norimberga che ha processato i gerarchi del regime nazista. Anche in Italia si sono viste invocazioni del genere, sia nelle piazze “no green pass” che sui social. 

Di fronte alla possibile istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria, quelle stesse richieste sono tornate in circolo. Vediamo quindi com’è nato il mito della “Norimberga antivaccinista” e come si è diffuso.

La commissione d’inchiesta sulla Covid-19
Nel suo primo discorso alla Camera dei deputati da presidente del Consiglio, tenutosi il 25 ottobre del 2022, Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di istituire al più presto una commissione d’inchiesta che faccia «chiarezza» sulla gestione della pandemia di Covid-19 in Italia. «Lo si deve a chi ha perso la vita», ha aggiunto, «mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori».

Del tema se ne discute già da tempo. La scorsa legislatura erano state presentate ben dieci proposte di legge che puntavano all’istituzione di una commissione d’inchiesta, due delle quali proprio dal partito di Giorgia Meloni.

Ora Fratelli d’Italia, che aveva inserito nel proprio programma elettorale la creazione di una commissione, ci sta riprovando. Il 24 ottobre del 2022 il deputato Galeazzo Bignami ha depositato una proposta di legge istitutiva della commissione (altre due erano già state formulate da Lega e Italia Viva) sulla «gestione dell’emergenza sanitaria» e sul «mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale».

Qualche giorno dopo, lo stesso ha dichiarato che «ogni promessa è debito» e che «i cittadini hanno il diritto di sapere cosa è successo, cosa è stato fatto e perché, e chi ha fatto errori gravi deve pagare». Nel commentare la proposta, il neo ministro della salute Orazio Schillaci ha detto che è «utile fare chiarezza» soprattutto dal «punto di vista amministrativo».

I contorni e i contenuti effettivi della commissione d’inchiesta sono ancora da definire, e per quanto in linea di massima tutti i partiti si dicano d’accordo sulla sua istituzione, c’è parecchia divisione su chi dovrebbe guidare la commissione e sul focus dell’indagine. Come ha sottolineato il costituzionalista Mauro Volpi sentito dai colleghi di Pagella Politica, il rischio è che possa essere «utilizzata come un’arma di lotta politica, sia da una parte che dall’altra». 

C’è poi un altro rischio indiretto: che possa rivitalizzare un certo tipo di propaganda antivaccinista e complottista. Non a caso, la notizia della commissione parlamentare d’inchiesta è circolata non poco tra i canali Telegram attivi per rilanciare notizie false sulla Covid-19.

Il canale “Consenso disinformato” (che conta più di 30mila iscritti) ha accolto con favore questa ipotesi, scrivendo in un post che «è incredibile come tutti abbiano il terrore della Commissione Parlamentare sul COVID nonostante dal gennaio 2020 ci stiano raccontando la favola dello straordinario successo dei governi Conte bis e Draghi».

Contenuto Telegram pubblicato da “Consenso disinformato”

“Sa Defenza Channel”, un altro canale complottista che conta circa 8mila iscritti, ha affermato che «si deve attivare una Commissione d’Inchiesta […] per far luce alla più sconcertante verità sul più grande genocidio di massa della storia umana, attuato con il divieto di cura e l’imposizione del nefasto e criminale siero genico chiamato “vaccino Covid”». E questi sono solo due esempi, tra i tanti.

Contenuto Telegram pubblicato da “Sa Defenza Channel”

All’interno della galassia complottista, tuttavia, c’è chi è critico nei confronti della commissione parlamentare perché vorrebbe molto di più: un vero e proprio “tribunale speciale” modellato su quello di Norimberga, creato dopo la Seconda guerra mondiale per processare i vertici nazisti.

In un post del 13 ottobre, il canale Telegram “Covid Truffa” (circa 1.400 iscritti) ha invocato «processi, carcere, ergastoli (o pena capitale nei casi più gravi)» per chiunque abbia «costruito o supportato attivamente tutto l’apparato che ha reso possibile i crimini della dittatura sanitaria».

Sempre nello stesso periodo, su Twitter sono apparsi post che chiedono l’arresto di Roberto Speranza per «strage» o contengono delle specie di liste di proscrizione di giornalisti, politici e medici in vista. Recentemente, il virologo Fabrizio Pregliasco ha raccontato che «sui social mi augurano Norimberga, gli attacchi sono continui e pesanti». 

Il vero processo di Norimberga
Per capire com’è nato il mito della Norimberga antivaccinista (o Norimberga 2, com’è chiamata nell’ambiente complottista), è utile ripercorrere brevemente la storia della vera Norimberga. 

Già dal dicembre del 1942, quando gli Alleati e l’Unione Sovietica annunciarono la propria intenzione di punire i crimini della Germania nazista, era chiaro che i gerarchi nazisti sarebbero stati processati una volta finita la guerra. Il problema era su quali basi giuridiche farlo. Il nodo fu sciolto l’8 agosto del 1945 a Londra, quando venne siglata la nascita del Tribunale militare internazionale di Norimberga. 

Accanto a capi d’accusa già esistenti come crimini contro la pace e crimini di guerra, si aggiunsero i “crimini contro l’umanità” e la “cospirazione contro la pace”, che avrebbero permesso di condannare il piano genocidario del Terzo Reich nel suo insieme, e non solo i singoli crimini. 

Come ha ricordato la storica Vanessa Roghi su Internazionale, era necessario mostrare all’opinione pubblica globale che l’intero conflitto aveva avuto un «senso profondo»: quella della «battaglia del bene contro il male assoluto». 

Il primo processo iniziò il 20 novembre del 1945 e fu quello più noto, perché alla sbarra c’erano figure di primo piano del regime hitleriano. In tutto i procedimenti furono 12 e le persone imputate 185.

Uno dei procedimenti secondari più significativi fu quello contro Karl Brandt – l’inventore del programma nazista sull’eugenetica – e altri 19 medici dei Reich (più altri 3 imputati). I resoconti, i documenti e le testimonianze raccolte dall’accusa sono orribili, e mettono in fila i terrificanti esperimenti inflitti ai prigionieri dei lager.

Il verdetto di questo procedimento arrivò il 20 agosto del 1947: le assoluzioni furono sette, mentre il resto degli imputati venne condannato. Sette persone, tra cui Brandt, vennero giustiziate. Dal cosiddetto “processo ai dottori” nacque poi il Codice di Norimberga, articolato in dieci punti.

Il primo sancisce che «il consenso volontario è assolutamente essenziale»; altri stabiliscono che l’esperimento scientifico deve essere condotto in modo tale da «evitare ogni sofferenza o lesione fisica o mentale» non necessaria e che dovrà fornire «risultati utili al bene della società».

In sostanza, il Codice di Norimberga traccia una netta linea di demarcazione tra la sperimentazione medico-scientifica e la tortura, affermando che la medicina non può essere usata per annientare le persone.

Il «Comitato Corona»
Torniamo ai giorni nostri. Con l’avvio della campagna di vaccinazione anti-Covid, la propaganda antivaccinista globale ha martellato sul fatto che i vaccini sarebbero una «terapia genica sperimentale» (un assunto ripetutamente smentito dalla comunità scientifica) e che violerebbero i principi del consenso informato e della sperimentazione contenuti nel Codice (un altro assunto falso, come spiegato ad esempio dal sito di fact-checking britannico FullFact).

Il messaggio, nemmeno troppo implicito, è che la vaccinazione anti-Covid sia accostabile agli orrori dei lager nazisti e che il personale sanitario commetterebbe gli stessi crimini di Brandt e dei medici del Terzo Reich. Le persone coinvolte andrebbero dunque processate.

A tal proposito, una delle persone più attive su questo fronte è stato l’avvocato tedesco Reiner Fuellmich. Nel luglio del 2020 l’uomo ha fondato il Corona Ausschuss (il «Comitato Corona») per indagare su fantomatici crimini contro l’umanità commessi da governi e autorità sanitarie.

I risultati dell’inchiesta, che in realtà è un condensato di svariate teorie del complotto sulla pandemia, vengono periodicamente illustrati dallo stesso Fuellmich in video che girano parecchio nei circuiti antivaccinisti statunitensi ed europei.

Fuellmich, sia sui suoi profili social che in varie ospitate su canali complottisti, ha sostenuto di star lavorando a una «Norimberga 2». Per rendere più credibile il tutto, Fuellmich e i suoi collaboratori hanno addirittura simulato le udienze di un tribunale, come raccontato dal sito di fact-checking Politifact.

Uno screenshot del video della prima “udienza” presieduta dall’avvocato tedesco, da BitChute

Contestualmente l’avvocato ha presentato ricorsi contro politici e medici (tutti infruttuosi) in Canada, Nuova Zelanda, a New York, in Sudafrica e in Germania. Uno dei suoi bersagli principali è il popolare virologo tedesco Christian Drosten, accusato da Fuellmich di «frode pandemica» perché avrebbe truccato i risultati dei test molecolari all’ospedale Charité di Berlino lavora. L’accusa, come ha rilevato il sito tedesco Correctiv, è priva di ogni fondamento.  

Per finanziare queste cause, l’uomo ha chiesto ai suoi seguaci di donare 800 euro a testa in cambio di lauti risarcimenti. E l’appello ha funzionato, visto che in poco più di un anno e mezzo il fondo è arrivato a sfiorare i 2 milioni di euro.

Nel settembre del 2022 è però arrivato il colpo di scena: l’avvocata Viviane Fischer, collaboratrice di Fuellmich, ha sostenuto in una video intervista su Rumble (un’alternativa di YouTube usata da antivaccinisti e complottisti) che l’avvocato si sia intascato tutti i soldi. L’esperienza del Comitato finisce dunque in malo modo, tra accuse reciproche e liti furibonde.

Per una Norimberga italiana
Le mirabolanti promesse di Fuellmich hanno trovato terreno fertile anche in Italia, e la lista di chi l’ha intervistato e promosso è piuttosto nutrita: tra questi, come ha ricordato Open, ci sono l’ex europarlamentare della Lega Francesca Donato, il sito Byoblu di Claudio Messora, i canali YouTube Visione Tv e 100 giorni da leoni (entrambi noti per diffondere disinformazione sul Covid-19) nonché il gruppo antivaccinista ViVi.

Altri invece hanno direttamente provato a replicare il modello del Comitato Corona. Nel 2021 Lorenzo Damiano, fondatore del movimento ultracattolico Pescatori di Pace ed ex candidato di Forza Nuova alle europee, ha dato vita al movimento Norimberga 2 con il quale si è presentato alle ultime comunali di Conegliano (Treviso) prendendo il 2,78 per cento dei voti.

In un’intervista al sito Meer pubblicata il 5 novembre del 2021, Damiano ha spiegato di voler istituire un «tribunale permanente che simuli un processo nei confronti dei responsabili dei crimini di stato ai tempi del Covid-19», e che poteva contare sulla disponibilità di «magistrati, avvocati, medici, scienziati, psichiatri, psicologi, istituzioni finanziarie e case farmaceutiche non coinvolte nella pandemia».

Il progetto è però naufragato dopo che Damiano ha contratto la Covid-19 ed è finito in terapia subintensiva all’ospedale di Vittorio Veneto. Una volta fuori, l’uomo ha dichiarato alla stampa di aver cambiato radicalmente idea e ha invitato tutti quanti a vaccinarsi.

Al di là dell’esperienza personale di Damiano, i riferimenti a Norimberga sono sempre stati una costante nelle manifestazioni anti-restrizioni e no green pass.

Il 28 luglio del 2021, a Roma, diversi manifestanti hanno chiesto «una Norimberga» per i «virologi come Roberto Burioni e Matteo Bassetti», accusati a vario titolo di «alimentare un clima d’odio contro i non vaccinati».

Il 9 ottobre dello stesso anno, nell’ambito di una manifestazione «no green pass» a Roma (poi culminata nell’assedio alla sede della Cgil), il magistrato Angelo Giorgianni aveva chiesto dal palco di piazza del Popolo «una nuova Norimberga» per «coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere». Per quelle parole Giorgianni, che è anche autore del libro complottista Strage di Stato: le verità nascoste della Covid-19, è stato poi sospeso dal Consiglio superiore della magistratura.

All’incirca nello stesso periodo, su Telegram circolavano fotomontaggi dove i volti dei gerarchi nazisti a Norimberga erano sostituiti con quelli di politici, virologi e giornalisti italiani. E in alcuni siti di informazione alternativa, come Oltre la linea, veniva rilanciata con grande enfasi una «lettera dei sopravvissuti della Shoah all’Ema» (l’Agenzia europea dei medicinali, ndr) in cui si chiedeva l’interruzione della campagna vaccinale anti-Covid perché «un nuovo Olocausto di maggiore entità sta avvenendo di fronte ai nostri occhi».

Chiaramente si trattava di un falso plateale, come specificato dall’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione Cdec: «I reduci della Shoah non costituiscono una rete», si legge in un comunicato «e non firmano collettivamente appelli che banalizzano fortemente la Shoah».

L’invocazione di una nuova Norimberga non è un fenomeno limitato all’Italia; casi analoghi si sono verificati nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Più in generale, infatti, rientra nella cinica appropriazione della simbologia dell’Olocausto, caratterizzata dall’equiparazione tra gli ebrei perseguitati e i non vaccinati, dalla demonizzazione dei propri nemici (considerati alla stregua dei gerarchi nazisti) e dalla clamorosa inversione di senso della storia.

Per la storica Vanessa Roghi, il vero processo di Norimberga ha un valore storico e morale così elevato e importante perché per la prima volta le vittime hanno potuto «puntare l’indice contro i propri carnefici». 

Ma nel caso dei giorni nostri il grande paradosso è che a chiedere una «Norimberga 2», come ha rilevato il rapporto Antisemitism and anti-vax discourse in Europe del Media Diversity Institute, ci sono anche non pochi estremisti di destra. Ossia gli eredi politici di quelli che, all’epoca, sedevano sul banco degli imputati. 

In conclusione
Sin dall’inizio della campagna vaccinale diverse teorie del complotto hanno sostenuto che i vaccini sarebbero una terapia sperimentale e violerebbero il Codice di Norimberga, che tra le varie cose vieta la sperimentazione sugli esseri umani.

Di conseguenza, la vaccinazione di massa sarebbe un crimine equiparabile agli esperimenti dei nazisti nei lager, e il personale sanitario andrebbe dunque processato in un tribunale speciale sul modello di quello di Norimberga.

Le richieste di una «nuova Norimberga» hanno attraversato le manifestazioni anti-restrizioni di molti Paesi, sono circolate moltissimo sui social e ormai sono una parte integrante della propaganda complottista. Lo sono anche in Italia, dove la possibile istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della Covid-19 ha rimesso in circolo il mito della Norimberga antivaccinista.

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