Questo video di Massimo Citro sulla “sterilizzazione di massa” contiene una serie di notizie false
Il 19 settembre 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un filmato che circola su Facebook e su TikTok. Il video, della durata di quasi 4 minuti, è un’intervista a una persona identificata, con un testo in sovraimpressione, come «Massimo Citro Della Riva».
Citro a inizio video sostiene che la Covid-19 abbia causato la morte di «1 bambino su 2 milioni e mezzo di infettati», quindi un numero insufficiente a giustificare l’uso dei vaccini anti-Covid per fermare l’epidemia. In realtà, secondo lui sarebbero stati utilizzati invece per «sterilizzare i bambini» in un piano di depopolamento globale. Sempre secondo Citro, questo non verrebbe fatto solo tramite i vaccini ma anche attraverso «l’esaltazione dell’omosessualità e delle pervesioni sessuali», e la promozione delle «donne in carriera» che non farebbero «tanti figli» perchè dedite al lavoro piuttosto che alla famiglia. L’intervistatrice, inoltre, chiede al medico di chiarire il collegamento tra «un episodio di sterilizzazione in Africa» e Bill Gates. Secondo quanto spiegato da Citro, nel 2014 Bill Gates avrebbe attuato «una sterilizzazione di massa» in Kenya dove a «due milioni e trecentomila donne», al posto del vaccino contro il tetano, sarebbe stata somministrata la «gonadotropina corionica, un ormone che sterilizza le donne».
Si tratta di un contenuto che veicola una serie di notizie prive di fondamento scientifico e false.
Innanzitutto, Massimo Citro è un medico noto per le sue affermazioni scientificamente infondate sulla Covid-19 e sui vaccini. Nel 2021 Citro è stato sospeso dall’ordine dei medici perché non vaccinato contro il nuovo coronavirus Sars-CoV-2, come stabiliva invece la legge per il personale sanitario. Il video è uno spezzone dell’intervista a Citro andata in onda il 27 maggio 2023 su Byoblu, un canale televisivo classificato nel 2022 dalla società di contrasto alla disinformazione NewsGuard tra i 10 siti di disinformazione più influenti in Italia.
Inoltre, il tema della sterilizzazione di massa citato da Citro nell’intervista rientra nella teoria del complotto del depopolamento mondiale, secondo cui esisterebbe un piano segreto per ridurre il numero di abitanti del pianeta tramite i vaccini.
Attualmente non ci sono prove che il vaccino per la Covid-19 causi l’infertilità, soprattutto nei bambini. Come riportato dai Centre for disease control and prevention (CDC), l’agenzia di salute pubblica statunitense, la vaccinazione è sicura sia per le madri in gravidanza che per i genitori che vorrebbero avere figli. Secondo Unicef, i decessi per Covid-19 in soggetti di età tra gli 0 e i 9 anni sono circa lo 0,2 per cento dei morti totali, e non «1 bambino su 2 milioni e mezzo di infettati» (ovvero lo 0,00004 per cento) come sostenuto da Citro.
Come spiegato in precedenza su Facta.news in realtà l’uso dei vaccini è una strategia per abbassare la mortalità infantile e permettere a un numero sempre più alto di persone di poter sopravvivere. Nei Paesi del sud del mondo, il tasso di mortalità infantile è ancora molto alto. L’uso di farmaci e vaccini in grado di salvare e proteggere i bambini dalle malattie, aumenterebbe la sopravvivenza e in un certo senso diminuirebbe la natalità, dal momento che se aumenta la probabilità che i bambini sopravvivano fino all’età adulta, i genitori non devono fare tanti figli (teoria comunemente conosciuta come The child survival hypothesis). Diversi studi, però, mettono in dubbio che ci sia un nesso tra una minor mortalità infantile e un ridotto tasso di crescita della popolazione, ma potrebbero avere più effetto altri fenomeni, come il livello di istruzione delle donne e la diffusione della contraccezione.
Per quanto riguarda la relazione tra omosessualità e denatalità, Citro fa riferimento alla teoria del complotto priva di fondamento nota come “ideologia gender”, secondo cui esisterebbe un piano per promuovere l’omosessualità con il fine di distruggere la cosiddetta “famiglia tradizionale” o – come in questo caso – ridurre la popolazione mondiale.
Questo filone disinformativo esiste da tempo e prospera principalmente in ambienti di estrema destra, religiosi e conservatori, ma come abbiamo raccontato nell’episodio 75 del nostro podcast Veramente si tratta di una escamotage propagandistico che distorce il contributo accademico dei Gender Studies, un filone di studi che fin dagli anni Settanta del Novecento propone un approccio multidisciplinare ai temi della sessualità e dell’identità sessuale.
Non solo il piano citato da Citro non risulta esistere, ma la scienza ha da tempo escluso che l’omosessualità sia definibile come una scelta – e in quanto tale influenzabile dalle azioni di propaganda immaginate dai sostenitori di questa teoria – bensì il risultato dell’interazione di fattori biologici e ambientali complessi.
Del caso specifico, poi, di Bill Gates e del suo presunto progetto volto a sterilizzare l’Africa, il sito di fact-checking Africacheck.org si era già occupato nel 2019. Era stato appurato che i vaccini che avrebbero contenuto la «gonadotropina corionica» facevano parte, in realtà, di un altro programma, che mirava a fornire un farmaco contraccettivo sotto forma di vaccino, studiato sulla base di una proteina simile alla tossina del tetano e non facevano parte di una campagna contro il tetano. La gonadotropina corionica (hCG) è un ormone che si sviluppa nelle donne in gravidanza.
La teoria del complotto diffusa da Citro affonda le sue origini nella campagna di vaccinazione contro il tetano promossa dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) nel 2014 e rivolta alla popolazione del Kenya. Secondo alcuni esponenti del gruppo antiabortista keniano Pro Life questi vaccini erano «contaminati» dall’ormone hCG e sarebbero stati, quindi, in grado di rendere le donne infertili. Successive analisi di laboratorio sui vaccini hanno definitivamente sfatato questo mito, dal momento che non è stata rinvenuta nessuna traccia di hCG. Questa storia ha causato sfiducia nel programma sanitario locale, che in realtà era impegnato nel tentativo di ridurre le morti infantili da tetano.
Infine, sulla questione delle «donne in carriera» sollevata da Citro, bisogna precisare come la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sia una conquista dei diritti delle donne e vada ben oltre la questione della denatalità. Le donne hanno il diritto di scegliere il proprio percorso professionale e di realizzare le proprie ambizioni indipendentemente dalla loro scelta di diventare madri o no. La loro identità e il loro valore non dovrebbero essere definiti unicamente dalla maternità, ma piuttosto dalla loro capacità di contribuire in vari modi alla società, inclusa la partecipazione al mondo del lavoro. La promozione dell’uguaglianza di genere e il rispetto per le scelte individuali delle donne sono fondamentali per una società equa e inclusiva. Ancora oggi in Italia la donna lavoratrice è vittima di discriminazione.
Inoltre, in uno studio statistico pubblicato nel 2022 sul Journal of population science da parte dell’Università di Firenze, intitolato “Female employment and first childbirth in Italy: what news?” (in italiano:“Occupazione femminile e primo parto in Italia: cosa c’è di nuovo?”) sono state condotte delle analisi statistiche che riguardano il numero dei parti in relazione al numero di donne lavoratrici dal 1980 fino al 2016. Dalla ricerca è emerso che se era vero che negli anni Ottanta il numero di donne lavoratrici e con figli era molto basso, dal 2010 in poi questa tendenza si è invertita. Il numero di madri lavoratrici, infatti, è in costante crescita, anche grazie a leggi ad hoc che in Italia garantiscono un congedo di maternità fino a 150 giorni per la madre (e 10 giorni per il padre).
In altri Paesi la durata del congedo di maternità e paternità è differente. In Svezia, ad esempio, il congedo per la famiglia arriva fino a 480 giorni di permesso, di cui 90 giorni esclusivamente per il padre e 90 giorni esclusivamente per la madre. Questo tipo di beneficio è a supporto delle famiglie che vogliono avere figli tramite parto o anche tramite adozione. In questo modello di Paese, dunque, le famiglie hanno accesso a numerosi servizi, tra cui congedi, assegni familiari, asili e scuole.