Il 14 gennaio la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato il 7 gennaio 2024 su Facebook, secondo cui i dati meteorologici verrebbero manipolati. Il post è accompagnato da un’immagine che mostra l’anomalia della precipitazione cumulata giornaliera in Nord Italia nel 2023, rappresentata mediante gradazioni di colore.
L’autore del post sostiene che «il network delle università e delle televisioni milanesi simula una siccità anche nel 2023 , con un -20% rispetto alla media di precipitazioni a Torino, -10% a Milano e un misero +10% a Trieste. In realtà invece il 2023 colma il deficit del 2022 con +27% a Torino, +12 e fino a +39% a Milano a seconda delle stazioni , e tra +15 e +27% a Trieste». Nel post ci si domanda «a cosa mirano» queste presunte «manipolazioni». La tesi dell’autore è che un aumento delle precipitazioni del 2023 possa in qualche modo compensare la scarsità di piogge del 2022.
Si tratta di un contenuto presentato in modo fuorviante, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, è necessario precisare che in meteorologia e climatologia con il termine “anomalia” si definisce la deviazione del valore di un dato meteo-climatico, registrato in una località, dal suo valore medio di riferimento rispetto a un determinato periodo. Per esempio, l’anomalia della precipitazione cumulata è la deviazione della quantità di pioggia caduta in un determinato periodo, in una località, dal suo valore medio di riferimento. Inoltre, l’immagine che accompagna il post oggetto di analisi è stata ottenuta tagliando una cartina che raffigura l’anomalia della precipitazione cumulata nel 2023 sull’intero territorio italiano, pubblicata originariamente lo scorso 6 gennaio sulla pagina ufficiale dell’associazione MeteoNetwork.
Chiariti questi aspetti, passiamo alla tesi del post analizzato. MeteoNetwork (il «network» a cui fa riferimento l’utente) è un’associazione, fondata nel 2002, che ha lo scopo di diffondere la conoscenza nel campo della meteorologia e della climatologia. MeteoNetwork riunisce appassionati di queste discipline, con il supporto di un consiglio scientifico, e collabora con università, Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa) e altre organizzazioni del settore. L’associazione gestisce una rete di stazioni meteorologiche sparse in Europa (ad oggi sono 7.263 le stazioni certificate), che raccoglie i dati secondo linee guida basate sulle indicazioni dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO).
Come spiega sulla propria pagina Facebook l’associazione, la mappa che rappresenta l’anomalia delle precipitazioni nel 2023 è stata elaborata sulla base dei dati raccolti dalla sua rete e confrontati con la media di riferimento del periodo 1990-2020 di ERA5 Land, un set di dati gestito dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf). ERA5 impiega la tecnica della rianalisi, che combina le osservazioni passate con i modelli per generare serie temporali di diverse variabili climatiche.
Contattato da Facta, Marco Giazzi, presidente di MeteoNetwork, spiega che l’utente del post oggetto di analisi ha dato un’interpretazione non corretta dei dati. «L’anomalia della precipitazione cumulata si confronta sempre con la media trentennale, perciò non ha senso affermare che le precipitazioni del 2023 “colmino” il deficit di quelle del 2022», commenta Giazzi.
Inoltre, l’eventuale aumento delle precipitazioni in un anno non annulla né compensa gli effetti prodotti da un grave deficit nell’anno precedente. Fino a maggio del 2023 l’area del bacino idrografico del fiume Po è stata interessata da una prolungata siccità, durata 16 mesi. Siccità così severe hanno rilevanti conseguenze sulla gestione delle risorse idriche e su settori come l’agricoltura. Proprio a maggio un rapido cambiamento della situazione meteorologica ha generato un’ondata di precipitazioni estreme, in particolare in Romagna, e la conseguente esondazione di alcuni fiumi. In quell’area, in due settimane, sono cadute le piogge che di norma si registrano nell’arco di mesi. La condizione dei suoli, dopo mesi di siccità, ha esacerbato gli effetti delle intense precipitazioni.
Perciò, nel valutare come varia da un anno all’altro la quantità di piogge, è necessario considerare anche la loro distribuzione temporale. Se si osserva la mappa pubblicata da MeteoNetwork si nota che, in corrispondenza della Romagna, le precipitazioni del 2023 sono superiori ai valori di riferimento, ma non di molto, nonostante le piogge estreme cadute durante il mese di maggio. Arpa Emilia Romagna scrive che «il 2023 è stato un anno con precipitazioni totali regionali all’interno della variabilità climatica 1991-2020».
Riguardo alle anomalie del 2023, che secondo l’utente del post dovrebbero “colmare” il deficit del 2022, non vengono citate le fonti. Inoltre, l’utente menziona poche località del Nord Italia (Torino, Milano, Trieste). Si parla di stazioni meteorologiche nell’area di Milano, ma senza specificare di quali si tratta. In ogni caso, Arpa Piemonte riporta che «il 2023 ha registrato una precipitazione media di 944 mm, con una lieve anomalia negativa dell’8% rispetto alla norma del periodo 1991-2020». In Friuli-Venezia-Giulia, come scrive l’Arpa regionale, «le precipitazioni totali sono risultate complessivamente nella norma». Riguardo ai dati della Lombardia, Facta ha chiesto chiarimenti ad Arpa. Aggiorneremo l’articolo una volta arrivata la risposta dell’ente.
Su Facta ci siamo già occupati della tesi secondo la quale mappe e dati meteorologici verrebbero manipolati allo scopo di creare “allarmismo” sul cambiamento climatico.