Il 18 luglio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato su Facebook secondo cui «L’area della piattaforma di ghiaccio Antartica dal 2009 al 2019 è cresciuta di 5.300 km quadrati testimoniano dati satellitari». Considerando questo fatto, si legge ancora, «dov’è, allora, il riscaldamento globale?». Nel post è presente anche l’immagine di una cartina che mostrerebbe l’Antartide e le aree in cui il ghiaccio nel 2019 è cresciuto (in blu) e diminuito (in rosso).
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.
L’immagine è stata pubblicata originariamente nello studio intitolato “Change in Antarctic ice shelf area from 2009 to 2019” (in italiano, “Cambiamenti nell’area delle piattaforme di ghiaccio in Antartide dal 2009 al 2019”), a firma di Julia R. Andreasen, Anna E. Hogg, e Heather L. Selley. La ricerca è stata diffusa il 16 maggio 2023 su The Cryosphere (TC), una rivista scientifica internazionale senza scopo di lucro dedicata alle pubblicazioni che si focalizzano sullo studio del ghiaccio, edita da European Geosciences Union (EGU), un’organizzazione internazionale di scienziati senza scopo di lucro dedicata alla ricerca sulle scienze della Terra, dei pianeti e dello spazio.
Secondo quanto si legge nello studio, le tre scienziate dal 2009 al 2019, tramite lo studio di oltre 350 immagini ottiche multispettrali, hanno misurato il distacco del ghiaccio su 34 piattaforme di ghiaccio, che comprendono l’80 per cento della costa antartica. Lo scopo, infatti, si legge nel documento, è stato quello di fornire la più grande valutazione, dal punto di vista temporale e spaziale, del cambiamento nella posizione dei ghiacciai in tutta l’Antartide. Nella ricerca vengono poi menzionati i casi principali in cui le piattaforme di ghiaccio si sono sciolte, o al contrario sono aumentate, mostrando le differenze regionali del distacco dei ghiacciai.
Contattata da Facta.news, la dottoressa Anna Hogg, una delle tre autrici dello studio, ha commentato che «è corretto dire che durante il nostro periodo di studio, tra il 2009 e il 2019 abbiamo osservato un aumento complessivo dell’area della piattaforma di ghiaccio in Antartide». Tuttavia, ha precisato ancora Hogg, «ci sono molte piattaforme di ghiaccio, in particolare nell’Antartide occidentale, dove l’area della piattaforma di ghiaccio è diminuita notevolmente».
L’aumento complessivo dell’area della piattaforma di ghiaccio non dimostra, comunque, che il riscaldamento globale non esiste, al contrario di quanto suggerito nel post su Facebook. Nello studio in questione non si fa alcun cenno alle cause dello scioglimento e dell’aumento dei ghiacciai, e non viene nemmeno citato il riscaldamento globale. La stessa Anna Hogg ha confermato che «il nostro studio non afferma che il riscaldamento globale non esiste e non ci sono prove nel nostro articolo a sostegno di questa conclusione».
L’Antartide, infatti, è un’area che subisce gli impatti del cambiamento climatico a ritmi diversi in luoghi diversi. Come riportato da Climate.gov, progetto dell’Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera (Noaa) del governo statunitense, numerosi studi hanno riportato temperature in aumento nell’Antartide occidentale, ovvero l’area in cui, secondo la ricerca pubblicata su The Cryosphere, le piattaforme di ghiaccio sono aumentate. Nell’Antartide orientale, invece, si legge sempre su Climate.gov, le temperature si sono raffreddate negli ultimi decenni. Secondo una ricerca peer review del 2014 pubblicata su Polar Record, rivista accademica dell’Università di Cambridge con focus sull’Artide e sull’Antartide, la tendenza al raffreddamento potrebbe essere dovuta a un minor numero di masse d’aria oceaniche calde che raggiungono l’interno del continente.
Anche nell’Artico, negli ultimi decenni, i ghiacci hanno subito una drastica riduzione, dovuta a stagioni di scioglimento più lunghe. Questo fenomeno è a sua volta provocato da un aumento delle temperature generato dalla maggiore presenza di anidride carbonica nell’atmosfera, derivante dalle attività umane.
Come abbiamo scritto su Facta.news in un recente approfondimento, per quanto riguarda l’origine antropica del riscaldamento globale, le prove scientifiche disponibili continuano a mostrare che le attività umane hanno riscaldato la superficie terrestre e i suoi bacini oceanici.