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No, il vaccino AstraZeneca non ha causato l’epidemia di vaiolo delle scimmie

No, il vaccino AstraZeneca non ha causato l’epidemia di vaiolo delle scimmie

25 maggio 2022
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Il 24 maggio 2022 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra un testo in cui si legge che in una dose di vaccino AstraZeneca contro la Covid-19 si trova «adenovirus di scimpanzé». La foto è accompagnata da questo commento, scritto da chi ha pubblicato il post su Facebook: «Ops!! Ma ora si parla di vaiolo delle scimmie..premetto che non guardo la TV quindi non sono molto informata..ma come cavolo si sviluppa? Credo stretto contatto con una scimmia? Giusto? Non credo sia la risposta plausibile..però poi ho visto questa notizia…forse colpa del sierino magico? Mah! Io qualche domanda me la farei». 

L’autore del post oggetto di analisi suggerisce quindi che l’epidemia di vaiolo delle scimmie si sarebbe sviluppata a causa del vaccino AstraZeneca.

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.

Innanzitutto, il vaiolo delle scimmie (o monkeypox) è un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma che si differenzia dallo stesso per minore gravità e capacità di diffusione. Il virus è diffuso in particolare tra primati non umani e piccoli roditori, prevalentemente in Africa, e si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale, o in seguito a un contatto diretto. 

Il 19 maggio 2022, l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani ha identificato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Italia in un «giovane adulto» di ritorno dalle Canarie. Il caso italiano segue a breve distanza quelli identificati nei giorni precedenti in Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito, Australia, Canada e negli Stati Uniti. Al di fuori dell’Africa i casi accertati e sospetti sono 237 alla data del 24 maggio 2022. Ad oggi in Italia sono stati identificati 6 casi.

Passiamo alla frase che si legge nell’immagine contenuta nel post. Come abbiamo ricostruito in un precedente articolo, la frase proviene dal foglio illustrativo del vaccino AstraZeneca pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Nel documento dell’Aifa, sotto il titolo «Cosa contiene COVID-19 Vaccine AstraZeneca» si legge che «una dose (0,5 mL) contiene: Adenovirus di scimpanzé che codifica per la glicoproteina spike del SARS-CoV-2 ChAdOx1-S*, non inferiore a 2,5 x 108 unità infettive. Prodotto in cellule renali embrionali umane geneticamente modificate (HEK) 293 e mediante tecnologia del DNA ricombinante».

Di che cosa si tratta? Come viene spiegato sul sito dell’Università di Oxford (che insieme ad AstraZeneca ha lavorato al vaccino) e come abbiamo raccontato anche in un nostro approfondimento, il principio attivo del vaccino di AstraZeneca «è costituito da un adenovirus modificato che causa il comune raffreddore negli scimpanzé. Questo virus è stato modificato in modo che non possa causare infezioni. Viene utilizzato per fornire il codice genetico per la proteina Spike del coronavirus». 

Il processo di fabbricazione del vaccino, continua l’università britannica, «prevede la produzione di un virus, l’adenovirus, che trasporta il materiale genetico alle cellule all’interno del corpo. Per produrre questo virus in laboratorio, è necessaria una linea cellulare “ospite”». Nel caso del vaccino AstraZeneca viene utilizzata «una linea cellulare chiamata cellule HEK-293»; si tratta di una specifica linea di cellule utilizzate in varie applicazioni scientifiche. «Le cellule originali furono prelevate dal rene di un feto abortito legalmente nel 1973. Le cellule HEK-293 usate oggigiorno sono cloni di quelle cellule originali, ma non sono le cellule del feto abortito», viene spiegato dall’Università di Oxford. 

Nel vaccino AstraZeneca è quindi presente un adenovirus modificato che causa il raffreddore negli scimpanzé. Questo adenovirus è stato modificato e non può causare infezioni. Il suo utilizzo è quello di fornire l’informazione genetica per la proteina Spike del coronavirus. 

Infine, vediamo perché il vaccino AstraZeneca non può aver causato l’epidemia di vaiolo delle scimmie. 

Innanzitutto, contattato dai colleghi di Associated press, Mark Slifka, esperto di microbiologia e immunologia e professore presso l’Oregon National Primate Research Center, ha chiarito che gli adenovirus non sono i poxvirus, cioè la tipologia di virus che provoca il cosiddetto vaiolo delle scimmie: «Sono famiglie di virus completamente diverse e non hanno alcuna relazione tra loro».

Sempre ad Ap, il dottor David Freedman, professore di malattie infettive presso l’Università dell’Alabama a Birmingham, ha inoltre ribadito che l’adenovirus utilizzato nel vaccino AstraZeneca, in quanto modificato, non è in grado di far ammalare gli esseri umani. Aspetto che, come abbiamo visto prima, era stato già chiarito anche dall’Università di Oxford. 

Va infine precisato che gli scimpanzé non sono scimmie, come sottolineato a Reuters da Meedan Health Desk, un gruppo di scienziati che lavora per contrastare la disinformazione medica online. Gli scimpanzé sono infatti classificati come «grandi scimmie» perché rispetto a quest’ultime hanno cervelli e corpi più grandi, e non hanno la coda.  

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