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Non ci sono prove che i vaccini causino un’evoluzione «drammatica» del virus Sars-CoV-2

Non ci sono prove che i vaccini causino un’evoluzione «drammatica» del virus Sars-CoV-2

22 marzo 2021
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Il 19 marzo 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare un articolo pubblicato il 16 marzo 2021 da ByoBlu, sito e videoblog fondato da Claudio Messora, ex capo della comunicazione del Movimento 5 Stelle, di cui avevamo parlato nel merito delle fonti di disinformazione del 2020. L’articolo è intitolato «Nessuna immunità di gregge con questi vaccini – Geert Vanden Bossche». L’articolo di ByoBlu fa riferimento a una lettera aperta all’Oms pubblicata da Geert Vanden Bossche su Twitter il 6 marzo 2021, a un articolo pubblicato lo stesso giorno sul sito covexit.com (blog dell’agronomo ed economista Jean-Pierre Kiekens dedicato alla pandemia e in particolare a terapie domiciliari non sempre scientificamente provate, come idrossiclorochina e ivermectina) e infine a un’intervista di 42 minuti pubblicata sul canale Vejon Health di Youtube il 6 marzo 2021 (un estratto è stato segnalato alla nostra redazione il 22 marzo 2021 per una verifica).

Secondo questi documenti Geert Vanden Bossche, che si presenta come «consulente indipendente in ricerca sui vaccini», avrebbe predetto che i vaccini potrebbero causare una «fuga immunitaria virale». Questa indebolirebbe sia l’immunità naturale, sia quella indotta dai vaccini, inducendo «una catastrofe globale senza eguali». Un’opinione meno drastica ma sostanzialmente simile è stata espressa da Pietro Luigi Garavelli, primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, secondo un’intervista pubblicata il 20 marzo 2021 su Affaritaliani.it, ripresa poi lo stesso giorno dal quotidiano Libero e dalla testata Blogsicilia.it (questi ultimi due articoli sono stati segnalati a Facta via WhatsApp tra il 21 e 22 marzo 2021). Inoltre Vanden Bossche avrebbe affermato che i vaccini non porteranno all’immunità di gregge, in quanto i vaccinati diventerebbero «portatori asintomatici che contribuiscono a spargere ancora di più il virus”». 

Per quanto riguarda la «fuga immunitaria» e la «catastrofe», si tratta di un’ipotesi al momento non supportata da prove. Facciamo chiarezza, con ordine.

Innanzitutto, vediamo chi è Geert Vanden Bossche. In passato, secondo il suo profilo Linkedin (non si trovano curriculum ufficiali o non autoprodotti), sarebbe stato coinvolto nella ricerca sui vaccini in vari ruoli, ad esempio nello sviluppo del vaccino contro Ebola per la cooperazione vaccinale Gavi (come risulta da questo documento Oms) o nella fondazione Bill and Melinda Gates (come risulta qui). Sembra però che abbia in curriculum pochissime pubblicazioni scientifiche (tutte risalenti a prima del 1995), il che significa che molto probabilmente non è uno scienziato di primo piano.

Veniamo alla teoria. Vanden Bossche espone però la sua teoria nel dettaglio in un documento di 12 pagine sul suo sito web, intitolato «La cancellazione immediata di tutte le campagne vaccinali di massa contro Covid-19 dovrebbe essere ora LA[sic] più importante emergenza sanitaria di interesse internazionale». Questo documento, piuttosto tecnico, non è stato sottoposto a revisione da parte di colleghi (peer review), né è stato pubblicato su nessuna piattaforma ufficiale neppure sotto forma di preprint. Il testo è completamente privo di riferimenti bibliografici che ne supportino o documentino le affermazioni. Esiste inoltre una serie di diapositive che spiega gli stessi argomenti del testo. 

Semplificando, Vanden Bossche ritiene che la vaccinazione di massa, combinata alle misure di controllo della pandemia, possa incentivare l’evoluzione del virus Sars-CoV-2 in forme non solo capaci di sfuggire alla vaccinazione, ma più virulente, in grado di attaccare in modo grave anche persone giovani, portando a un «drammatico aumento della mortalità e della gravità della malattia in tutta la popolazione vaccinata». Secondo Vanden Bossche non esiste alternativa a un’immunità di gregge raggiunta in modo naturale, che dovrebbe portare una resistenza più duratura al virus e permettere infine la sua endemizzazione, ovvero la sua circolazione nella popolazione senza gravi conseguenze. Si tratta di una teoria molto simile a una già pubblicata (in questo caso a proposito del morbillo) da Andrew J. Wakefield, il medico le cui frodi scientifiche hanno dato il via alla teoria pseudoscientifica della connessione tra vaccini e autismo. 

Non è affatto escluso che un virus possa evolvere per sfuggire almeno in parte a un vaccino e possa addirittura diventare più virulento nel processo, è uno scenario descritto almeno fin dal 2001, in uno studio pubblicato su Nature. Almeno un virus, quello della malattia di Marek dei polli, si è ripetutamente evoluto in forme più virulente sfuggendo ai vaccini. Ma non c’è nulla che lasci presagire lo scenario catastrofico dipinto da Vanden Bossche, e negli esseri umani non è mai accaduto nulla di simile nonostante ampie campagne di vaccinazione. Non è inoltre vero, come sostenuto da Garavelli, che «non si vaccina mai durante un’epidemia»: basti vedere le campagne di vaccinazione antinfluenzali che si fanno ogni anno durante le periodiche epidemie di influenza, che ne riducono la mortalità, ma si vaccina anche, ad esempio, durante le occasionali epidemie di morbillo.

In un articolo del 17 novembre 2020 su The Conversation, Andrew Read e David Kennedy, professori di biologia alla Penn State University e specializzati nell’evoluzione delle malattie infettive (Read è uno degli autori dello studio su Nature sopra citato), hanno spiegato che è del tutto possibile, in teoria, che Sars-CoV-2 possa evolvere per sfuggire ai vaccini diventando più virulento. Hanno però anche affermato, nello stesso articolo, che «chiaramente il mondo ha bisogno di vaccini contro la Covid». Semmai, secondo i ricercatori, bisogna sincerarsi che i vaccini rispondano ad alcuni requisiti di base: devono impedire la replicazione del virus e quindi la trasmissione, devono indurre una risposta contro diverse parti del virus e infine devono poter proteggere contro le varianti già in circolazione. 

I vaccini contro la Covid-19 rispondono sostanzialmente, anche se non perfettamente, a questi requisiti. Nonostante alcuni dubbi iniziali, ci sono sempre più evidenze del fatto che i vaccini proteggano dall’infezione e dalla trasmissione. Uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato il 10 marzo 2021 sulla rivista Clinical Infectious Diseases ha mostrato, in seguito al vaccino, una riduzione dell’80 per cento dell’infezione asintomatica con il virus Sars-CoV-2, il che significa che il vaccino non elimina solo i sintomi ma anche l’infezione. In secondo luogo, la risposta immunitaria indotta dai vaccini riguarda almeno due parti diverse della proteina Spike. Terzo, come abbiamo già discusso, i vaccini oggi approvati o da approvare, sebbene con efficacia variabile a seconda del vaccino e della variante, proteggono quasi sempre almeno in parte anche contro di esse. 

Non è chiaro inoltre quale sarebbe l’alternativa. Secondo Vanden Bossche, sia le misure di prevenzione sia i vaccini «disturbano la dinamica naturale di una pandemia». Secondo Garavelli, analogamente, «dobbiamo conviverci», senza chiusure, in quanto si tratterebbe di una patologia che «non si discosta da certe influenze».  La Covid-19 però, nonostante le misure messe in atto per ridurre la diffusione del virus, ha comunque causato un’altissima mortalità in Italia e nel mondo, e sappiamo bene come la diffusione incontrollata del virus rischi di causare un rapido collasso delle strutture sanitarie. È quanto è accaduto o ha rischiato di accadere non solo in Lombardia durante la prima ondata, ma anche in Brasile, in Portogallo, in Belgio, in Giappone, in Spagna.

È invece vero che, secondo la comunità scientifica, non possiamo al momento scommettere sul raggiungimento dell’immunità di gregge, come raccontato da un approfondimento della rivista scientifica Nature pubblicato il 18 marzo 2021. È più probabile invece che i vaccini permettano al virus Sars-CoV-2 di diventare endemico senza essere pericoloso, come ipotizzato anche in un modello matematico pubblicato il 12 febbraio 2021 sulla rivista Science (studio che, come abbiamo raccontato in precedenza su Facta, viene spesso descritto in modo gravemente distorto).

In conclusione, sebbene la possibilità teorica di una «fuga immunitaria» dal vaccino esista, la teoria di Geert Vanden Bossche su un’evoluzione catastrofica del virus al momento non è supportata da alcuna pubblicazione scientifica né da quanto sappiamo sui vaccini contro la Covid-19; né offre una via d’uscita alternativa dalla pandemia. Non è neanche vero, probabilmente, che i vaccini renderebbero tutti portatori asintomatici: ci sono dati recenti che indicano invece come i vaccini riducano l’infezione anche asintomatica. È invece vero che la campagna di vaccinazione al momento non può garantire il raggiungimento dell’immunità di gregge. I vaccini possono però difenderci dalle conseguenze più gravi della Covid-19 riducendo mortalità e ricoveri ospedalieri, come mostrano i dati.

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