Il 7 febbraio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto diverse segnalazioni via WhatsApp che chiedevano di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 3 febbraio dal blog Il Simplicissimus, di cui ci eravamo già occupati in passato per alcuni casi di disinformazione sui vaccini contro la Covid-19.
L’articolo oggetto della nostra verifica si intitola “I vaccini sono la malattia: tutta Israele in ospedale con la quarta dose” e riferisce di «ospedali sovraccarichi come non mai» a Israele, dove il governo ha scelto di «passare alla quarta dose visto che il booster era insufficiente». Questo dato porta l’autore dell’articolo a concludere che «le chiacchiere stanno a zero e un fenomeno simile non può essere spiegato se non con l’ipotesi più volte formulata che la vaccinazione stessa, assolutamente inutile contro le varianti anche ammesso che fosse utile con il virus originario, deprime il sistema immunitario rendendolo più debole rispetto a tutti gli agenti patogeni».
Si tratta di una notizia falsa.
Innanzitutto, il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha annunciato l’approvazione della seconda dose booster (la quarta dose di vaccino contro il coronavirus) per gli over 60 lo scorso 2 gennaio 2022, dopo che negli ultimi giorni del 2021 questa era stata autorizzata per i pazienti che vivono in strutture geriatriche, case di riposo e per le persone immunodepresse. Lo scorso 26 gennaio 2022 il ministero della Salute israeliano ha esteso la quarta dose di vaccino agli over 18 che convivono con fragilità, nonostante gli esperti medici del governo avessero raccomandato di coinvolgere nel nuovo round della campagna vaccinale tutte le persone con più di 18 anni.
La decisione del governo si era resa necessaria dopo un’impennata dei nuovi casi di coronavirus dovuta alla variante omicron, che ha colpito con forza Israele tra la fine di dicembre 2021 e l’inizio di gennaio 2022.
Alla data del 7 febbraio, il trend dei casi giornalieri è in discesa, dopo il picco di oltre 80 mila casi registrato il 26 gennaio. Il tasso di ospedalizzazione è comunque considerato piuttosto basso e, nonostante l’alto numero di casi registrati, il numero di decessi è inferiore rispetto allo stesso periodo del 2021, quando il processo di immunizzazione era appena iniziato.
Le prime tre dosi di vaccino hanno insomma protetto la popolazione israeliana dalla forma grave di Covid-19, mentre è troppo presto per tracciare qualsiasi bilancio sulla quarta dose, che mentre scriviamo è stata somministrata a poco più di 600 mila persone.
Vale la pena precisare, in conclusione, che le evidenze scientifiche in nostro possesso concordano nell’affermare che i vaccini contro la Covid-19 aumentano la risposta immunitaria dell’organismo umano, contrariamente a quanto si afferma nell’articolo oggetto di verifica.