Il 7 settembre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via social la richiesta di verificare un articolo, pubblicato il 12 agosto 2021 dal sito Affaritaliani.it e intitolato «Tarro: “Il Covid e il vaccino a Rna possono alterare il Dna”. L’intervista». L’articolo riporta un’intervista a Giulio Tarro, virologo che già in passato ha rilasciato dichiarazioni discutibili sulla Covid-19. Nell’intervista Tarro argomenta, oltre a quanto dichiarato nel titolo, che è sbagliato far indossare le mascherine ai bambini di due anni e che l’idrossiclorochina è una terapia utile contro la Covid-19.
Si tratta di affermazioni false o fuorvianti. Andiamo con ordine.
Partiamo da quanto affermato nel titolo e all’interno dell’intervista, sulla possibilità che i vaccini a mRna contro la Covid-19 possano alterare il Dna. Tarro cita a supporto un singolo studio pubblicato a dicembre 2020 come preprint e poi, dopo peer review, sulla rivista accademica Pnas, il 25 maggio 2021. In questo studio sarebbe stato osservato che l’Rna del virus Sars-CoV-2 (e non l’mRna del vaccino) potrebbe integrarsi nel genoma di cellule umane. In realtà ci sono forti dubbi che questi risultati siano reali: la comunità scientifica ha pubblicato numerose critiche e studi che, indipendentemente, confutano lo studio citato da Tarro e suggeriscono che i suoi risultati derivino invece da un errore sperimentale. Al momento quindi non è dimostrato che l’Rna del virus Sars-CoV-2 possa integrarsi significativamente nel Dna umano, né tantomeno l’mRna dei vaccini. Avevamo approfondito in passato come invece la tecnologia dei vaccini a mRna fosse considerata molto promettente anche proprio perché elimina quasi totalmente la possibilità che il vaccino interferisca col Dna.
Veniamo all’affermazione sulle mascherine: Tarro cita la dichiarazione del 10 agosto 2021 di Walter Ricciardi – consulente del ministro della Salute Roberto Speranza – secondo cui è consigliato, per i bambini, portare la mascherina dai due anni in su. Cosa che per Tarro è un «assurdo colossale» con «conseguenze incalcolabili» e che «incentiva l’autismo funzionale», tanto da essere stata criticata pure dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). In effetti sul tema ci sono indicazioni contrastanti. È vero infatti che, secondo l’Oms, i bambini sotto i cinque anni non dovrebbero essere obbligati alla mascherina, tenendo conto «della sicurezza, l’interesse complessivo del bambino e la capacità di usare una mascherina in modo appropriato con minimo bisogno di assistenza». I Centers for disease control (Cdc) statunitensi, citati da Ricciardi, invece consigliano di indossare le mascherine al chiuso per tutti i bambini oltre i due anni d’età; lo stesso ha consigliato l’Accademia americana di pediatria. La Società italiana di pediatria ha suggerito invece l’uso delle mascherine dai tre anni in poi. A prescindere da queste raccomandazioni diverse sull’età minima per indossare le mascherine, non esiste però alcuna evidenza scientifica che suggerisca, come affermato Tarro, che le mascherine nei bambini possano causare gravi danni psicologici o addirittura «autismo funzionale».
Per quanto riguarda l’idrossiclorochina, tuttora essa non è considerata una terapia efficace contro la Covid-19: lo abbiamodiscusso e approfondito in passato su Facta.