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L’Unione europea non vuole vietare l’allevamento di animali

L’Unione europea non vuole vietare l’allevamento di animali

8 maggio 2024
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Il 22 marzo 2024 è stato pubblicato un post su Threads in cui è presente la foto della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e l’immagine di due trattori. Sul braccio di uno di questi è fissato un cartello con scritto «rispetto per l’agricoltura rispetto per tutti». Sotto alle due immagini è presente il seguente testo: «Vietato allevare animali. L’Europa interviene anche su questo e manda in fallimento gli agricoltori».

Secondo questo post, dunque, la Commissione europea avrebbe deciso il divieto di allevare gli animali. 

Si tratta di una notizia fuorviante, che veicola una notizia falsa.

La notizia oggetto di analisi è stata originariamente pubblicata il 21 marzo 2024 sul sito web Il Paragone e l’articolo menziona una direttiva dell’Unione europea definita dall’autore come «ammazza stalle». 

Il riferimento è alla direttiva sulle emissioni industriali (IED), adottata inizialmente nel 2010 dall’Unione europea. Una nuova versione revisionata è stata adottata dal Parlamento europeo il 14 marzo 2024. Come si legge sul sito della Commissione europea, la IED è il principale strumento di cui la UE si è dotata per regolamentare l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo prodotto dagli impianti industriali – compresi gli allevamenti intensivi – che può causare problemi di salute. L’obiettivo, si legge ancora, è ridurre le emissioni industriali nocive nei territori dei Paesi membri.

Il testo aggiornato prevede che le regole della IED vengano estese a ulteriori categorie di allevamenti intensivi. In particolare, spiega il sito del Parlamento europeo, le norme previste saranno estese anche «agli allevamenti di suini con più di 350 unità di bestiame (LSU)», a eccezione di quelli in cui i suini sono allevati modo estensivo o biologico e che si trovano all’esterno per un periodo di tempo significativo durante l’anno. La direttiva si applica poi, spiega ancora il Parlamento, anche «alle aziende con galline ovaiole con più di 300 LSU e alle aziende con polli da carne con più di 280 LSU. Per le aziende che allevano sia suini che pollame, il limite sarà di 380 LSU».

La nuova direttiva ha dunque allargato il bacino di soggetti interessati dalla direttiva IED, che già riguardava circa 20mila grandi allevamenti di pollame e suini, come dichiarato nel 2022 dalla Commissione europea. Queste strutture, riporta ancora la Commissione, sono responsabili della diffusione nell’aria di gas serra e sostanze inquinanti come ossidi di zolfo, metalli pesanti, PM10, e altre sostanze nocive. 

Nel testo non è presente alcun riferimento al divieto di allevamento. 

Su Facta ci siamo occupati di altricasidi disinformazioneche riguardano le decisioni dell’Unione europea.

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