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Che cosa c’è di vero nella storia della bandiera inglese “rubata” al comune di Genova

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14 luglio 2021
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Come facilmente prevedibile, la finale di Euro 2020 andata in scena allo stadio Wembley di Londra lo scorso 11 luglio 2021 è stato un evento mediatico di portata mondiale, che ha superato i confini dello sport fino ad assumere significati ben distanti dal calcio giocato. Italia-Inghilterra è così diventata per i media di tutta Europa la partita della «rivalsa» contro la Brexit, oppure lo stress test per la capacità britannica di contenere i focolai di Covid-19 durante una manifestazione pubblica con oltre 67 mila spettatori o ancora il primo evento con un grande pubblico dall’inizio della pandemia a oggi.

Nelle ore precedenti e in quelle immediatamente successive al trionfo degli Azzurri, però, alcuni utenti dei social network e diversi mezzi d’informazione italiani hanno dedicato ampio spazio alle origini della bandiera inglese (quella composta da una croce rossa su sfondo bianco) che secondo le ricostruzioni circolate risalirebbero a un contratto d’affitto stipulato con la Repubblica di Genova, descritta come la reale proprietaria del vessillo. Secondo TgCom24, ad esempio, la bandiera simbolo dell’Inghilterra «è in realtà italianissima» e fu concessa nel 1190 da Genova a re Riccardo d’Inghilterra «in cambio di un tributo annuale. Tributo che da 250 anni non viene più versato». Sulla stessa linea anche La Stampa, secondo cui «Riccardo Cuor di Leone chiese alla Repubblica genovese di poter utilizzare il vessillo di San Giorgio» a patto che avvenisse «un tributo annuale».

Ma cosa c’è di vero in queste ricostruzioni? Non molto, almeno a sentire il parere degli storici. Abbiamo parlato con loro e ecco che cosa ci hanno spiegato.

La bandiera della discordia

Cominciamo dall’oggetto del contendere: la cosiddetta Croce di San Giorgio, il simbolo dell’Inghilterra che si presenta come una croce rossa su sfondo bianco e che compare anche sulla Union Jack, la bandiera del Regno Unito. Questa è composta dalla sovrapposizione delle croci di san Giorgio, sant’Andrea e san Patrizio (patroni rispettivamente di Inghilterra, Scozia e Irlanda). La stessa croce è anche simbolo della bandiera di Londra caratterizzata da una spada nel riquadro alto a sinistra, simbolo in onore di San Paolo, patrono della città.

La bandiera di Londra e la Union Jack britannica svettano  sul Tower Bridge (Londra)
Il vessillo inglese che decora le strade di Londra

Come sottolineato dai post sui social network e dai media che abbiamo sopra citato, la combinazione cromatica della bandiera inglese compare però anche nella bandiera della città di Genova, originariamente adottata dall’omonima repubblica marinara.

Il simbolo di Genova visibile sulla Lanterna, il faro portuale del capoluogo ligure (credits Silvia Molinari via Flickr)

L’informazione secondo cui la croce di San Giorgio sarebbe stata concessa da Genova all’Inghilterra è una credenza piuttosto antica, ma la polemica sulla primogenitura della bandiera è riemersa solo di recente, nel 2018, quando il sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci aveva annunciato quella che egli stesso aveva definito «la più grande operazione di marketing che Genova possa fare», ovvero «chiedere alla Regina gli arretrati per l’affitto della croce di San Giorgio».

Quello che sembrava un semplice slogan si è tramutato in una vera e propria comunicazione inviata a Buckingham Palace, con tanto di risposta riferita al pubblico da Bucci, nella quale la famiglia reale ringraziava per la «ricerca approfondita» svolta dal comune di Genova, senza però entrare nel merito delle richieste economiche avanzate del sindaco.

Chi ha ragione? Il parere degli storici

Per rintracciare l’origine della credenza abbiamo chiesto l’aiuto di Giacomo Montanari, ricercatore dell’Università di Genova, divulgatore scientifico e storico dell’arte, secondo cui l’aneddoto della cessione della bandiera rientrerebbe nella «costruzione di un mito fondativo tipico della trattatistica del Quattrocento e del Cinquecento» e avrebbe dunque ben poca aderenza con la realtà dei fatti.

Montanari fa infatti risalire la prima attestazione sulla cessione della bandiera ai Castigatissimi Annali redatti nel 1537 da Agostino Giustiniani, vescovo cattolico genovese considerato piuttosto vicino al politico del tempo Andrea Doria. Si tratta di un’opera di carattere prettamente propagandistico che, ci ha spiegato Montanari, «oltre a tracciare una storia della città, doveva costruire il “mito” di Genova» e per questo motivo «sfiora spesso la vera e propria leggenda». Nell’opera si parla della cessione del vessillo, ma non si fa in nessun caso riferimento al pagamento di un affitto per il suo utilizzo.

A parlare di una somma in denaro corrisposta in cambio dell’utilizzo della bandiera sarà in seguito il duca di Kent Edward (cugino di primo grado della regina Elisabetta), che nella lettera di presentazione stampata sul depliant del padiglione britannico all’Expo di Genova del 1992 scrisse che «la bandiera di San Giorgio, una croce rossa su fondo bianco, fu adottata dall’Inghilterra e dalla Città di Londra nel 1190 per le navi inglesi dirette verso il Mediterraneo affinché potessero essere protette dalla flotta genovese. Per questo privilegio, il Monarca inglese corrispondeva al Doge di Genova un tributo annuale».

Come ha ricostruito un volume informativo realizzato dal Comune di Genova, l’esponente della corona inglese aveva tratto questa informazione dai libri San Giorgio nella storia inglese: la costruzione dell’identità inglese e Il culto di San Giorgio nell’Inghilterra medievale, scritti dagli storici britannici Michael Collins e Jonathan Good. La scarsa profondità della ricerca condotta dal duca di Kent appare comunque evidente dal riferimento al doge, che a Genova sarebbe stato eletto per la prima volta nel 1339 (quasi 150 anni dopo quanto riportato nella lettera).

San Giorgio e l’Inghilterra

Com’è possibile, allora, che Genova e l’Inghilterra condividano la stessa bandiera? La coincidenza non è in realtà così singolare, dal momento che la croce rossa su sfondo bianco è anche presente in altre bandiere come quella di Milano, della Sardegna o del Principato di Iberia, un’entità politica che esisteva, durante il Medioevo, nella regione caucasica dove oggi si trova lo stato della Georgia.

La bandiera di Milano che sventola sul Castello Sforzesco (Julien Reboulet via Flickr)
La bandiera dei quattro mori, simbolo della Sardegna

Secondo il medievista genovese Antonio Musarra, contattato da Facta e autore di un articolo sul tema pubblicato da LiguriaOggi, la simbologia della croce era piuttosto comune nei vessilli delle città e questo perché il drappo con la croce era noto come vexillum Sancti Petri (in italiano, vessillo di San Pietro), concesso dal papato a chi si fosse impegnato nella difesa della cristianità.

Il simbolo (non necessariamente di colore rosso e bianco) è dunque stato adottato da molte delle realtà politiche che hanno partecipato alle crociate: tra queste troviamo certamente Genova, ma anche l’Inghilterra, dal momento che Riccardo I (detto Cuor di Leone) fu tra i comandanti cristiani durante la terza crociata.

La prima raffigurazione nota di un esercito inglese rappresentato dal vessillo rossocrociato risale al celebre arazzo di Bayeux, intessuto nell’XI secolo per celebrare la conquista normanna dell’Inghilterra, culminata con la vittoria di Guglielmo il Conquistatore durante la battaglia di Hastings del 1066. È dunque molto probabile che il simbolo sia sbarcato in Inghilterra grazie a Guglielmo il Conquistatore – primo sovrano britannico nella storia a schierarsi in difesa del Papa – e che sia stato poi politicizzato da Edoardo III, che nel 1348 inserì la croce rossa su sfondo bianco nel suo emblema reale.

Particolare dell’arazzo di Bayeux raffigurante la futura bandiera inglese

San Giorgio e Genova

E, per chiudere il cerchio, qual è la storia della bandiera a Genova? Come raccontato ancora da Musarra, la prima raffigurazione nota della bandiera rossocrociata a Genova compare negli Annali di Caffaro, redatti nel 1152, ma la bandiera prenderà il nome di vexillum Sancti Georgii (“bandiera di San Giorgio”) solo nel 1242. In questi novant’anni di utilizzo privi di riferimento a San Giorgio potrebbe in realtà nascondersi buona parte dell’equivoco alla base di questa storia.

Un riferimento al vexillum Sancti Georgii compare infatti già in una pubblicazione genovese del 1198, ma la frase era stata in quel caso utilizzata per indicare un drappo raffigurante il Santo a cavallo, che secondo la mitologia avrebbe liberato il Regno si Silene (in Cirenaica) dalla minaccia di un drago. In origine, dunque, l’iconografia del Santo era incentrata sulla sua figura a cavallo, non su altri particolari oggetti o dettagli.

Nella successiva iconografia sacra, tuttavia, San Giorgio è stato spesso mostrato a cavallo e mentre regge una bandiera rossocrociata; ricordiamo infatti che la leggenda di San Giorgio era nata durante le Crociate e la sua rappresentazione fu per questo fortemente influenzata dal simbolismo crociato. Col tempo e visto il periodo storico, proprio la presenza di una bandiera bianca con la croce rossa è diventato il particolare centrale dell’iconografia e ha iniziato ad essere definita, appunto, “bandiera di San Giorgio”.

San Giorgio e il drago, Maestro di Sir John Fastolf

Insomma, il vero e originale vessillo di San Giorgio è quello che rappresenta il Santo su un cavallo bianco, ma tale riferimento si è perso con il tempo, finendo per indicare il simbolo un tempo noto come “vessillo di San Pietro” (il drappo bianco con la croce rossa). È probabile, dunque, che la bandiera al centro della storia sia giunta in Inghilterra attraverso le crociate, ma che sia assurta a simbolo del regno grazie al collegamento con San Giorgio, nominato santo patrono dell’Inghilterra da Edoardo III in quanto personificazione della cavalleria cristiana.

Attualmente non esistono documenti che riconducono l’origine della bandiera inglese ad una concessione di Genova, men che meno al pagamento di un affitto. Le due bandiere hanno semmai un’origine comune risalente alle crociate e questa è la ricostruzione storica più accurata possibile, basata sui documenti in nostro possesso.

In conclusione

Nei giorni precedenti e successivi alla finale degli Europei tra Italia e Inghilterra, alcuni utenti sui social network e alcune testate internazionali hanno collegato le origini della bandiera inglese a Genova, comune che avrebbe concesso l’utilizzo della bandiera in cambio di un corrispettivo in denaro che non verrebbe risarcito da diversi anni. In realtà, stando alle ricostruzioni e al parere degli storici, si tratta di una notizia non supportata da alcuna prova.

Gran parte della falsa credenza è fondata sui “Castigatissimi Annali” del 1537, un’opera di carattere propagandistico che intendeva nobilitare le origini di Genova. La credenza si è poi diffusa dopo il 1992 grazie ad una lettera del duca di Kent, inviata a Genova in occasione dell’Expo.
È molto probabile, invece, che la bandiera di Genova e quella inglese non abbiano un rapporto di subordinazione, ma che condividano le stesse origini. In particolare, le due bandiere discendono dal vexillum Sancti Petri, concesso dal papato a chi si fosse impegnato nella difesa della cristianità.

Copertina photo credits: (​​Number10 via Flickr)

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