Il 21 aprile la redazione di Facta ha ricevuto molte segnalazioni via Whatsapp di una notizia, diventata poi virale, dal titolo «Due medici cinesi contagiati dal virus si risvegliano con la pelle scura» e pubblicata il 21 aprile dal quotidiano la Repubblica.
Si tratta di un breve articolo che racconta la presunta vicenda di due medici del Wuhan Central Hospital che, dopo aver contratto il nuovo coronavirus, si sarebbero risvegliati in rianimazione «con la pelle di un colore più scuro del normale» – dove per normale vogliamo pensare che l’autore dell’articolo volesse semplicemente intendere rispetto a prima, n.d.r. –. Questo sarebbe successo, si legge, «per uno strano effetto collaterale dei farmaci utilizzati contro il Sars-Cov-2», il virus che provoca la Covid-19.
L’articolo è anche corredato da due coppie di fotografie di sicuro impatto: i primi piani del presunto prima-e-dopo il “mutamento di colore” dei due protagonisti, dei quali sono riportati nome e cognome. L’articolo conclude che comunque, «secondo i medici», la pigmentazione «tornerà normale appena il fegato riprenderà le sue normali funzionalità».
Ma che cosa sappiamo, ad oggi, sulla questione? Da dove proviene la notizia?
Abbiamo approfondito.
Che cosa sappiamo sulla notizia
Per quanto riguarda la fonte delle informazioni la Repubblica cita – senza però utilizzare alcun link utile alla verifica o all’approfondimento dei fatti – un servizio di «Ccvt» e il Daily Mail. Ipotizziamo che nel primo caso si tratti di un refuso, dal momento che il nome corretto è Cctv, che sta per China Central Television, la televisione di Stato cinese.
In Italia la notizia è stata riportata il 21 aprile anche da altri media. L’agenzia di stampa AdnKronos, ad esempio, ha pubblicato un articolo dal titolo «Coronavirus e farmaci, guariscono ma si svegliano con pelle nera» e anche diverse testate online (per esempio qui) hanno affrontato il tema ma, come la Repubblica, nessuno di questi siti reindirizza direttamente alle fonti e nemmeno a scienziati o ai protagonisti direttamente coinvolti nella vicenda. Non che all’estero sia andata meglio. Oltre al Daily Mail, la storia è stata raccontata anche da molti altri siti di notizie stranieri, senza ulteriori approfondimenti (basta vedere qui, qui, e qui). I media cinesi ai quali siamo riusciti a risalire (qui e qui) hanno riportato la notizia già il 19 aprile, ma sempre in modo molto approssimativo.
Come riportata da molti mezzi di stampa, la notizia e il suo titolo appaiono fuorvianti, le informazioni allarmistiche e anche potenzialmente pericolose, in un momento estremamente delicato per le tante persone direttamente coinvolte nell’epidemia di Covid-19.
Che cosa succederebbe se i pazienti non accettassero di sottoporsi a potenziali trattamenti salvavita per timore di effetti collaterali come il possibile cambiamento del proprio aspetto fisico? O se alle già tante paure nei confronti del contagio se ne addizionassero anche di infondate?
Ma soprattutto: che cosa sappiamo di quello che è realmente successo ai due pazienti? La risposta è: davvero poco.
Che cosa sappiamo sui pazienti
Partiamo dal Daily Mail, articolo di riferimento per la Repubblica. La testata britannica ha pubblicato online la notizia il 20 aprile, rifacendosi (in questo caso con i link) a dei video pubblicati dalla China Central Television (19 aprile 2020) e dalla Beijing TV Station (18 aprile 2020), un canale di intrattenimento cinese.
Lo scurirsi della pelle viene attribuito – come si legge in testa all’articolo – a «uno squilibrio ormonale provocato da un danno epatico che sarebbe conseguenza del virus» e poi, in chiusura, a un possibile «effetto collaterale di un farmaco impiegato all’inizio del trattamento», che non viene nominato. Si tratta, come è evidente, di poche informazioni, senza riferimenti a studi o documentazione scientifica.
I video ai quali si rifà il Daily Mail sono in lingua cinese e non è ancora disponibile una traduzione affidabile, neppure in altre lingue. A prescindere dal problema linguistico, sarebbe comunque necessario verificare l’attendibilità dei video e valutare – a oggi non ci risultano, ma si tratta di un processo molto frenetico in questa particolare situazione sanitaria globale e potrebbero esserci aggiornamenti repentini – pubblicazioni scientifiche con i dati clinici sui due pazienti, se questi saranno reputati interessanti per la comunità medica. Si tratta, infatti, di quelli che – fino ad ora – possono considerarsi due soli casi isolati.
Per il momento quindi quello che abbiamo sotto agli occhi sono informazioni frammentarie, fotografie e alcune riprese video, e questi indizi non aiutano ad essere certi. Tenendo anche presente che stiamo parlando (per ora, e in queste notizie) di due soli casi nel mondo dei quali non conosciamo neppure le condizioni di salute antecedenti il contagio da Sars-CoV-2. Né, tantomeno, conosciamo a oggi il fattore più importante, e cioè a che tipo di trattamento farmacologico siano stati sottoposti.
Sì, sappiamo che esistono farmaci che possono provocare reazioni di questo tipo
Quel che è certo è che la comunità scientifica è consapevole dell’esistenza di farmaci che possono arrecare tra gli effetti collaterali un temporaneo cambiamento di colore della pelle, che non è una novità in campo medico.
I due pazienti potrebbero essere stati trattati con clorochina, uno dei medicinali dei quali si sta testando in queste settimane l’efficacia nei pazienti gravi di Covid-19, come testimonia anche un documento dell’Istituto Superiore di Sanità datato 18 febbraio 2020. Si tratta di un farmaco che viene usato già da anni per patologie come la malaria e altre parassitosi e che può dare come effetto collaterale, appunto, l’iperpegmentazione della pelle.
Ma potrebbe anche darsi, secondo il parere degli esperti, che il trattamento sia stato molteplice, con associazione di più farmaci e conseguente danno al fegato: «Allora si parla di ittero epatico, la pelle diventa più giallastra, più scura, più colorata – ha spiegato il professor Gianni Sava, esperto della Società Farmacologica Italiana e docente di Farmacologia presso l’Università di Trieste, consultato il 22 aprile dal Corriere della Sera – anche se non così nera come si vede in foto». Senza sapere cosa è stato fatto, non possiamo dire più di questo: «Siamo nel mondo delle ipotesi» sottolinea anche il professore.
In conclusione
A partire dal 2o aprile circola sia su testate nazionali che straniere la notizia di due medici del Wuhan Central Hospital (Cina) che, dopo aver contratto il nuovo coronavirus, si sarebbero risvegliati con la pelle di un colore più scuro rispetto a prima dell’infezione. Le informazioni riportate sono però frammentarie e parziali.
Tra le ipotesi degli esperti, potrebbe trattarsi di un effetto collaterale di uno dei farmaci in corso di sperimentazione in alcuni ospedali, o di un problema epatico dovuto all’uso combinato di più farmaci, ma finché non sarà possibile prendere visione di dati clinici ufficiali (se questi verranno pubblicati) non è al momento possibile trarre conclusioni definitive sulla veridicità della notizia.