Questo articolo riassume le principali tendenze della disinformazione identificate ad aprile 2023 in Europa dal network di fact-checker e debunker di Edmo. Qui l’elenco delle organizzazioni di fact-checking che hanno fornito i propri dati per la realizzazione del report.
A inizio maggio l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la fine della pandemia da Covid-19 e anche la disinformazione sul tema sembra stia lentamente sparendo. Ad aprile la percentuale di notizie false a riguardo, sul totale delle notizie false verificate, è il minimo dall’inizio del monitoraggio, si legge nel 23esimo brief dell’European digital media observatory (EDMO).
La pandemia è uno dei tre argomenti di disinformazione che vengono monitorati costantemente. Gli altri due sono la guerra in Ucraina, anche questo in calo ad aprile, e il cambiamento climatico che invece è rimasto stabile rispetto a marzo. Insieme questi tre temi pesano per il 25% di tutta la disinformazione tracciata dal network EDMO: la quota più bassa da quando è iniziato il monitoraggio.
Il fatto che i media tradizionali hanno ridotto la copertura di notizie sull’emergenza sanitaria ha contribuito al calo della disinformazione sul tema. Sembra insomma che il fenomeno stia gradualmente scomparendo, anche se nelle comunità no-vax e tra i complottisti continuano a circolare le narrazioni di disinformazione registrate nei brief precedenti (i vaccini uccidono più del virus, sono un complotto dei poteri forti per ridurre la popolazione e via dicendo).
Stabile poi la quota di disinformazione sul cambiamento climatico, soprattutto grazie all’elevato numero di articoli dalle organizzazioni di fact-checking spagnole. La Spagna ha conosciuto l’aprile più caldo e secco da quando si registrano i valori sul clima e questo ha provocato un’ondata di disinformazione sul tema. Le notizie false più diffuse, in particolare, riguardavano scie chimiche e teorie del complotto sulla modifica artificiale del meteo. Al di fuori della Spagna, in generale nell’UE, continua a circolare la teoria del complotto dei “lockdown climatici”, che nasce dalla mancata comprensione del concetto urbanistico di “città a 15 minuti”.
Il calo di notizie false sulla guerra in Ucraina sembra infine più un fenomeno temporaneo, dovuto al ciclo delle notizie a riguardo, che un trend destinato a durare. Ad esempio, quando partirà l’annunciata controffensiva ucraina le cose potrebbero cambiare velocemente. Le narrazioni di disinformazione più comuni di aprile restano in ogni caso le stesse riportate in passato (gli ucraini sono nazisti, i rifugiati di guerra sono parassiti, Zelensky è un cocainomane, in Europa la russofobia dilaga, e via dicendo).
Il brief di EDMO dà poi conto di altri due filoni di disinformazione piuttosto estesi. Uno riguarda le comunità Lgbtq+. Si sostiene che le numerose stragi armate che si stanno verificando negli Stati Uniti siano compiute da persone transessuali, probabilmente sfruttando il fatto che l’autore della sparatoria di Nashville era una persona trans. Infine numerose notizie false prendono di mira l’Unione europea e le sue istituzioni. In Spagna, ad esempio, sempre per via della grande siccità, è girata molto la storia falsa di presunte restrizioni idriche imposte dalla Commissione europea all’intera popolazione.
Le quattro notizie false più comuni – in base a quanto riportato dalle organizzazioni che hanno contribuito al brief – riguardano una presunta depenalizzazione della pedofilia da parte dell’Onu, alcuni eventi collegati alla guerra in Ucraina e, di nuovo, contenuti ingannevoli creati con l’IA.