Il 10 maggio su Facebook è stato pubblicato un post in cui si legge che sarebbe stato approvato il decreto «per riportare in carcere i boss» a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute durante l’emergenza Covid-19 (ne abbiamo parlato in un nostro articolo). Contro questo provvedimento, però, si legge ancora nel post Facebook, avrebbero votato quattro partiti: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva.
Questa notizia è falsa. Andiamo con ordine.
Nell’ultimo mese e mezzo ad una specifica lista di persone legate in vario modo alle mafie sono stati concessi gli arresti domiciliari a causa dell’emergenza Covid-19. Questa situazione ha portato ad uno scontro politico tra l’opposizione di centro-destra e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il 6 maggio il ministro Bonafede aveva annunciato che era in cantiere un decreto legge che avrebbe permesso «ai giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, di rivalutare l’attuale persistenza dei presupposti per le scarcerazioni dei detenuti di alta sicurezza e al 41 bis».
Questo decreto è stato poi approvato dal Consiglio dei ministri tre giorni dopo, il 9 maggio. Il testo prevede che il magistrato di sorveglianza o il tribunale di sorveglianza che ha adottato il provvedimento di scarcerazione «acquisito il parere del Procuratore distrettuale antimafia del luogo in cui è stato commesso il reato e, in specifici casi, del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, valuta la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile». Questa valutazione viene effettuata immediatamente, anche prima della decorrenza dei termini indicati, «nel caso in cui il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria comunichi la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto» ammesso ai domiciliari.
Il 10 maggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto che è stato pubblicato lo stesso giorno in Gazzetta ufficiale (decreto-legge 10 marzo 2020 n.29).
Il testo dovrà ora arrivare in Parlamento per essere convertito in legge. Ad oggi, quindi, non c’è stata ancora nessuna votazione da parte dei partiti sul decreto legge approvato il 9 maggio dal governo Conte II.