Tra il 15 e il 16 febbraio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto più volte la richiesta di verificare un articolo pubblicato il 14 febbraio 2021 sul sito Sadefenza.org intitolato “Vittoria dei bambini stop mascherina”. L’articolo saluta con favore una sentenza del 13 febbraio 2021 del Tar del Lazio, secondo cui «il nuovo Dpcm dovrà disporre la possibilità di non usare la mascherina» per i bambini tra 6 e 11 anni nelle scuole. Questo in seguito a un ricorso in cui le parti «denunciano il pericolo che l’uso prolungato della mascherina possa produrre conseguenze negative per la salute fisica e psichica dei bambini». Secondo l’articolo «i bambini non dovranno più portare la museruola a scuola al banco».
È vero che il ricorso è stato accolto e potrebbe voler dire che l’obbligo di mascherina nelle scuole, per i bambini da 6 a 11 anni, verrà parzialmente rilassato in futuro. Al momento però l’obbligo è ancora in corso e lo sarà almeno fino al 5 marzo, scadenza del Dpcm del 14 gennaio 2021. Non è vero invece che vi sia un «pericolo» dovuto all’uso prolungato della mascherina.
Il Tar del Lazio ha accolto, con l’ordinanza 00873/2021, il ricorso presentato dagli avvocati Francesco Scifo e Linda Corrias in cui si chiedeva di annullare i Dpcm del 3 dicembre 2020 e del 14 gennaio 2021 dove questi non prevedano «l’esenzione o le circostanze di esenzione per i minori infradodicenni come previsto dalle indicazioni internazionali Oms e Unicef».
Secondo il Tribunale, la misura di obbligo della mascherina a scuola per tutti i maggiori di 6 anni, introdotta già nel Dpcm del 3 novembre 2020, non sarebbe compatibile con il parere del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) usato per giustificare il provvedimento, per la precisione con il verbale n.104 del 31 agosto 2020. Secondo il verbale, che riportava le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) del 21 agosto 2020, l’uso della mascherina dai 6 fino agli 11 anni deve essere infatti «condizionato alla situazione epidemiologica locale», con attenzione al contesto, alla disciplina del bambino e all’impatto sull’apprendimento. Lo stesso verbale del Cts ammetteva che la mascherina poteva essere rimossa in caso i bambini fossero seduti fermi al banco, con una distanza di almeno un metro e in «assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto)». Il Tar ha ritenuto quindi che le indicazioni del Dpcm non fossero sufficientemente giustificate per un obbligo che non tenesse conto di queste circostanze, e che tale obbligo debba invece seguire le linee guida dell’Oms e del Cts.
Il Dpcm al momento è però ancora valido, e non è detto che in futuro l’obbligo verrà modificato. Il Tar infatti ha ordinato semplicemente che allo scadere del Dpcm dovrà essere rivalutata la possibilità di rimuovere la mascherina, qualora vi sia rispetto della distanza e i bambini non cantino o producano altrimenti aerosol potenzialmente capaci di trasmettere virus. L’ordinanza del Tar dice infatti esplicitamente che al momento il Dpcm «resta efficace anche nella parte oggetto di impugnazione e fino alle nuove determinazioni dell’autorità amministrativa».
Non è invece vero che le mascherine causano problemi di salute ai bambini sopra i 6 anni, come documentato per esempio dalla Società Italiana di Pediatria (anche qui) e dall’Accademia Americana di Pediatria. I bambini molto piccoli (sotto i 2 anni) invece, siccome non possono rimuoverle correttamente da soli, non dovrebbero indossarle per non rischiare strangolamento accidentale.
In conclusione, è vero che il Tar del Lazio ha accolto un ricorso in cui si chiedeva di rendere più flessibile l’obbligo di mascherina, ma l’obbligo non è stato eliminato. Al contrario, è ancora in vigore e lo sarà almeno fino al 5 marzo 2021, quando verrà riesaminato alla scadenza del Dpcm. Inoltre, ricordiamo che in qualsiasi caso indossare mascherine non è pericoloso per la salute dei bambini sopra i 6 anni.
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