Venerdì 15 maggio la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’immagine di un volantino, circolata sull’app di messaggistica istantanea, secondo cui «pochi minuti fa» sarebbe stato emanato «il decreto n.67», che conterrebbe le misure per «Interventi in ambito di lavoro e pensioni a supporto dell’emergenza economica causata da COVID-19».
Tra queste, si legge, «la novità più importante di cui si parlava da giorni è la “ritenuta fiscale straordinaria” » ovvero una trattenuta progressiva sulle pensioni di importo superiore ai 1.500 euro.
La notizia è vera, ma si tratta di un decreto-legge emanato dalla Repubblica di San Marino.
Il testo del decreto-legge 67/2020 è stato firmato lo scorso 3 maggio dai Capitani Reggenti – capi di stato e di governo con un mandato della durata di 6 mesi – Alessandro Mancini e Grazia Zafferani. Il sistema politico della Repubblica di San Marino riprende infatti una pratica in uso durante l’età comunale, ovvero quella di assegnare le funzioni di amministrazione a due esponenti di orientamento diverso, dando loro reciproco diritto di veto, così da rendere le decisioni collegiali. La loro elezione è sancita da un voto a maggioranza assoluta del Consiglio Grande e Generale, il parlamento monocamerale di San Marino eletto a suffragio universale.
L’articolo 5 del decreto si occupa di predisporre per i soli mesi di maggio, giugno, luglio e agosto 2020, una «ritenuta fiscale straordinaria per solidarietà COVID-19» che nel testo del decreto viene definita «progressiva per scaglioni e con percentuale decrescente rispetto al primo mese di applicazione». Queste informazioni sono correttamente riportate nel volantino segnalato alla redazione di Facta.
La trattenuta toccherà solo le pensioni «di importo lordo superiore ad euro 1.500 mensili» e servirà a sostenere il rilancio dell’economia di San Marino. La misura è stata duramente contestata dal Csu, sindacato unitario di San Marino, che ha definito il provvedimento «iniquo», perché colpirebbe pensionati e lavoratori, ma non «gli ingenti capitali finanziari e immobiliari presenti a San Marino».