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No, le morti per Covid-19 non sono provocate da «errori medici» (e il premio conferito a Stefano Montanari non è un riconoscimento scientifico)

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20 maggio 2020
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Mercoledì 20 maggio la redazione di Facta ha ricevuto diverse segnalazioni via WhatsApp che chiedevano di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 19 maggio 2020 sul blog del consulente di web marketing Loris Palmerini (autore particolarmente attivo nel campo no-vax), dal titolo «Scoperta la causa delle morti per “Covid-19” sono stati errori medici – Il virus non uccide».

La tesi principale dell’articolo è che la Covid-19 non sia la causa di morte dei pazienti deceduti nell’emergenza sanitaria in corso, ma che questa sia da rintracciare nella «tromboembolia polmonare» provocata dalla Covid-19. Tale causa non sarebbe stata diagnosticata negli ospedali, conducendo a quello che viene descritto come un «errore medico».

Secondo Palmerini, questa «scoperta» è stata effettuata dagli scienziati bolognesi Stefano Montanari e Antonietta Gatti, mai ascoltati dal governo perché, si legge, «Gatti e Montanari criticano da tempo l’abuso delle vaccinazioni, e i consulenti del governo sono un banda che vuole assolutamente il vaccino». L’affidabilità della scoperta sarebbe tuttavia testimoniata da un «premio internazionale» che darebbe quindi credito ai risultati raggiunti.

La notizia degli «errori medici» come causa delle morti per Covid-19 è falsa e basata su informazioni scientificamente infondate. Il «premio internazionale» ricevuto da Montanari e Gatti invece esiste davvero, ma non si tratta di un riconoscimento scientifico, bensì del titolo titolo di «Hero of Humanity» («eroe dell’umanità») assegnato dalla sezione italiana di un’organizzazione pugilistica. Ma andiamo con ordine.

Stefano Montanari ha una laurea in Farmacia e gestisce un’attività di diagnostica che egli stesso definisce un «laboratorio di ricerca ed un’azienda di consulenze tecniche e scientifiche nei settori della medicina, dell’industria e dell’ecologia». È anche un divulgatore scientifico, diventato nel tempo il punto di riferimento dei gruppi contrari alla vaccinazione obbligatoria.

Insieme alla moglie Antonietta Gatti (laureata in fisica), dalla seconda metà di aprile Montanari sostiene sul suo blog che l’emergenza Covid-19 sia fortemente amplificata dai media e che «gl’infetti da Coronavirus muoiono di tromboembolia polmonare», evidenza che dovrebbe «essere sotto gli occhi di tutti coloro che non hanno fette di prosciutto sugli occhi». A supporto della tesi, Montanari cita il dato secondo cui «le concentrazioni di malati si trovano dove l’ambiente è più saturo di polveri e dove si sono vaccinati a tappeto gli abitanti, ricordando che i vaccini sono inquinati da particelle», tutti fattori secondo Montanari in grado di favorire «la formazione di trombi» e che potrebbero essere curati con della semplice eparina.

Come la redazione di Facta ha già verificato in questo articolo, le embolie polmonari provocate da trombi sono una delle cause di morte per Covid-19, dal momento che, secondo quanto riferisce la rivista medica Jama Cardiology, «Covid-19 determina un aumento rapido e significativo della risposta infiammatoria, che può coinvolgere anche i vasi sanguigni e il cuore», provocando coaguli di sangue e infine trombosi.

Si tratta tuttavia di una delle cause di morte per Covid-19, mentre la comunità scientifica continua ad indicare come sintomi principali dalla Covid-19 tosse, febbre e difficoltà respiratorie.

La Covid-19 non può essere insomma «curata» con l’eparina, che è invece consigliata da Oms e Ministero della Salute italiano per il trattamento di alcuni pazienti ospedalizzati per Covid-19 e affetti da complicanze riconducibili alla tromboembolia polmonare. Si tratta in ogni caso di un’intervento finalizzato a risolvere una complicanza e non alla “cura” della Covid-19.

La tesi di Stefano Montanari non è insomma supportata da evidenze scientifiche. Infatti il «premio internazionale» citato nell’articolo altro non è che il titolo di «Hero of Humanity» («eroe dell’umanità»), assegnato dal World Boxing Council, una delle quattro principali organizzazioni di pugilato al mondo.

Nella sua versione italiana, il vincitore è stato selezionato dall’ex atleta Max Baggio rappresentante per l’Italia della WBC Muay Thai e tra le motivazioni si legge: «Le diagnosi, associate all’infezione da Covid-19, che venivano solitamente emesse erano di fatto assimilabili a forme acute di polmonite interstiziale: gli scienziati Gatti e Montanari, sulla base delle loro ricerche, stanno scoprendo che in realtà potrebbe trattarsi di casi di tromboembolia polmonare, quindi di natura vascolare ed ematologica».

Un’affermazione priva di evidenze scientifiche, per motivare un riconoscimento non attribuito dalla comunità scientifica. Il premio, alla sua prima edizione, è infatti stato istituito per riconoscere «atti di eroismo» compiuti durante l’emergenza Covid-19 e tra gli altri vincitori troviamo pugili molto attivi nel volontariato e medici che si sono distinti per il proprio impegno nella pandemia.

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