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No, Mario Draghi non presiede il think tank che «attuerà il Grande Reset»

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8 febbraio 2021
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Il 7 febbraio 2021 il sito web di Maurizio Blondet – già inserito da NewsGuard tra i diffusori di «teorie del complotto su salute e politica» – ha pubblicato un articolo dal titolo «Draghi’s Lockstep» che insinua la partecipazione del presidente del Consiglio incaricato (con riserva) Mario Draghi alla teoria del complotto priva di fondamento nota come Grande Reset (alla quale avevamo dedicato un approfondimento).

Partendo da un articolo pubblicato sul blog del senatore ed ex-giornalista Gianluigi Paragone, Blondet chiama in causa un «recentissimo rapporto sulle politiche post-COVID redatto dal G30», che l’autore presenta come «un think tank fondato su iniziativa della Rockefeller Foundation nel 1978,  “presieduto proprio da Draghi insieme a Raghuram Rajan, ex governatore della banca centrale indiana” (virgolette presenti nel testo originale, ndr)».

Partendo da questo dato, Blondet spiega che proprio la Rockefeller Foundation  sarebbe l’istituzione che nell’ottobre  2019, insieme alla Fondazione Gates, «organizzò a New York “Event  201”, la nota simulazione di una pandemia di coronavirus che avrebbe fatto 65 milioni di morti e indotto gli Stati ad assumere la sospensione delle libertà di movimento, commercio, vaccinazione universale». Ma non solo, perché «l’interesse della Rockefeller Foundation per lo sfruttamento delle opportunità offerte da una pandemia risale al 2010» continua Blondet, quando questa avrebbe simulato uno scenario chiamato «Lockstep», «su come una Pandemia Globale avrebbe generato uno Stato di polizia globale iniziato dalla Cina, ma che  dopo che la pandemia cessa “non solo resta in vigore, ma si intensifica”».

Insomma, conclude l’articolo, «la Rockefeller Foundation e quindi le sue emanazioni come il G30 co-presieduto da Draghi, è una delle centrali strategiche che ha progettato il Grand Reset del World Economic Forum».

Si tratta di una notizia falsa.

Innanzitutto, G30 è l’abbreviazione con cui viene comunemente presentato il gruppo dei Trenta, un’organizzazione internazionale nata nel 1978 su iniziativa della Fondazione Rockfeller  – ente americano nato per «promuovere il benessere del genere umano in tutto il mondo» – e composta da finanzieri e accademici, riuniti per analizzare le decisioni economiche prese in ambito pubblico e privato. Si tratta a tutti gli effetti di un think tank (un gruppo di esperti riuniti per elaborare analisi) ma, com’è possibile verificare dall’organigramma, questo non è presieduto da Mario Draghi, che è un semplice membro anziano. Come riportato AdnKronos, Mario Draghi ha invece presieduto il sottogruppo della Corporate Sector Revitalization (Rivitalizzazione del settore aziendale, un gruppo di lavoro dedicato all’analisi delle possibili risposte alla crisi economica dal punto di vista delle aziende), responsabile di un rapporto pubblicato il 7 febbraio 2021 e contenente possibili linee di azioni per le imprese in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria.

Mario Draghi non ha insomma ruoli di vertice nell’organizzazione della Fondazione Rockfeller. Veniamo ora alle presunte responsabilità di quest’ultima nel cosiddetto “Grande Reset”, il piano che secondo l’omonima teoria del complotto priva di fondamento sarebbe stato architettato dalle élite economiche per controllare il mondo con l’ausilio di un virus creato in laboratorio.

L’articolo fa riferimento ad Event 201, diventato nel tempo il crocevia di numerose teorie del complotto. Come avevamo raccontato in questo articolo, si tratta in realtà di un’esercitazione risalente a ottobre 2019, in cui era stata simulata una pandemia globale di coronavirus. L’obiettivo della simulazione era quello di sottolineare la necessità di una cooperazione globale, pubblica e privata, per contrastare gli impatti socio-economici di gravi pandemie e l’organizzazione dell’evento (voluto da Fondazione Rockfeller e Bill & Melissa Gates Foundation) aveva poi chiarito che durante l’evento non era stata fatta alcuna previsione circa la reale diffusione di un virus potenzialmente mortale e che i dati utilizzati per modellare una pandemia immaginaria di coronavirus non corrispondevano a quelli del Sars-CoV-2.

Simile è anche la storia di Lockstep, che come spiegato da Usa Today non fa parte di alcun piano premeditato. Lockstep è in realtà il nome di una sezione contenuta all’interno di “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale”, un report pubblicato nel 2010 dalla Fondazione Rockfeller. Il rapporto descrive una serie di scenari – compresa una pandemia – nei quali la tecnologia potrebbe essere utilizzata per aiutare l’umanità.

La sezione Lockstep, in particolare, immagina una stretta autoritaria e un più ampio controllo governativo per mitigare gli effetti di una pandemia che ha infettato il 20 per cento dell’umanità. Come nel caso di Event 201, non si tratta di una previsione né di un auspicio, ma di un documento che tiene conto di ogni possibile scenario.

In conclusione, Mario Draghi non presiede alcuna organizzazione collegata alla Fondazione Rockfeller. A sua volta, la fondazione non è coinvolta in un piano di conquista del mondo attraverso la pandemia; ogni teoria del complotto in tal senso si basa sulla natura della fondazione, che organizza periodicamente eventi che prevedono simulazioni di una serie di scenari in grado di mettere in pericolo l’umanità. Tra questi, figura anche la pandemia, che in ogni caso non è stata prevista né provocata dall’organizzazione americana.

Copertina photo credits: European Parliament via Flickr

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