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Non è vero che qualcosa «non funziona nei conti» dei decessi Covid

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21 aprile 2021
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Il 19 aprile 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta di verificare un breve video su Facebook che mette in discussione le statistiche sui decessi da Covid-19. Al 20 aprile 2021 il video è stato condiviso quasi 500 volte. Nel video si vede Bruno Vespa che domanda a Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat: «Come mai 8.000 morti risparmiati per la sola influenza solo in un mese? Non è che c’è qualche cosa che non funziona nei conti?». Blangiardo risponde che tra gennaio e febbraio 2021 in Italia sono stati registrati circa 127.000 decessi rispetto a 126.000 in media, negli stessi mesi, tra 2015 e 2019. A questo punto l’estratto si interrompe e appare una scritta che si domanda «E tutti i morti che ci sparate in prima pagina ogni santo giorno cosa sono?» e prosegue con un’altra scritta che si domanda il senso delle restrizioni.

Il video pubblicato su Facebook è un estratto dalla puntata di Porta a Porta del 14 aprile 2021 (l’estratto inizia al minuto 35:55). Per comprendere il contesto, bisogna vedere cosa succede poco prima. Al minuto 34:40, introducendo l’intervista a Blangiardo, Vespa si riferisce a «un’inchiesta di Libero che ha detto che i conti non tornano tanto» e prosegue facendo notare che i decessi a gennaio 2021 sono poco di più rispetto alla media dello stesso mese 2015-2019, anche se in quel mese ci sono stati 12.000 vittime Covid.

Vespa non lo cita esplicitamente, ma con ogni probabilità si riferisce all’articolo di Libero pubblicato il 27 marzo 2021 secondo cui le statistiche sui decessi da Covid-19 sarebbero «fasulle» in quanto la mortalità non è molto diversa dalla media degli anni precedenti alla pandemia. Come avevamo ampiamente discusso su Facta, è vero che la mortalità generale dei primi mesi del 2021 è comparabile con la media dei decessi 2015-2019, ma questo non significa che ci sia «qualcosa che non torna», come dice Vespa, nel computo dei decessi da Covid-19.

Gli esperti di Istat e Istituto superiore di sanità (Iss), contattati da Facta, ci avevano spiegato che l’apparente discrepanza tra il basso eccesso di mortalità (0,9 per cento su base nazionale) e l’alto numero di decessi Covid-19 è dovuto alla somma di due fattori. Il primo è il forte calo, se non la scomparsa, di altre cause di decessi nella stagione invernale come influenza e altre infezioni respiratorie a causa delle misure di controllo della pandemia. Il secondo è quello che viene chiamato «effetto di raccolto» o harvest effect, ovvero fatto che molte persone che sarebbero decedute per altre cause nel 2021 sono già decedute nel 2020 a causa della Covid-19. Il calo della mortalità in eccesso in presenza di un numero consistente di decessi Covid-19 si osserva in tutti i Paesi europei. Non ha senso quindi pensare che possa essere specifico dell’Italia e dovuto al modo in cui vengono contati i decessi in Italia rispetto agli altri Paesi.

In conclusione, non è vero che «i conti non tornano»: la bassa mortalità in eccesso rispetto alla media 2015-2019 è dovuta sia alla diminuzione di altre cause di mortalità sia alla precedente mortalità da Covid-19.

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